Rapporto col padre
Buongiorno,
Io e mio padre non abbiamo mai avuto davvero un diaglogo o forse lo avevamo di più prima dell'adolescenza. Le cose sono decisamente degenerate quando ho scoperto che tradiva mia madre. Pur avendolo perdonato, mi riesce difficile parlargli, non so mai cosa dire e quando racconto troppo di me, me ne pento. Lui lo percepisce e se ne dispiace, per questo ogni tanto mi insulta, dicendomi che gli dispiace che io sia sua figlia, perché sono un'egoista, mi faccio solo i fatti miei e dovrei vergognarmi di stare al mondo. Ogni volta che succedono queste cose sono a pezzi per giorni e faccio pensieri tremendi.
A volte mi sforzo lo stesso di parlare e ci sono periodi in cui sono felice, perché le cose sembrano andare per il meglio: mi dimentico di tutti i brutti periodi passati, mi auto convinco che nulla è mai successo oppure minimizzo l'accaduto, pensando di avere una percezione distorta della realtà e che lui, in realtà, vuole solo il mio bene. In conclusione, arrivo sempre a pensare che sia tutta colpa mia. Ma poi, quando penso di aver raggiunto la serenità, basta una parola sbagliata che di nuovo piovono gli insulti e tutto torna come prima.
Non riesco più a fidarmi del mio giudizio, né a rendermi conto se questi sono normali insulti che un genitore rivolge al figlio. Se davvero sia tutto frutto della percezione distorta che ho della realtà e se è vero che è solo colpa mia. Riesco a scrivere tutto questo solo perché in questi giorni c'è stata un'altra discussione e sono sicura che tra qualche giorno di nuovo minimizzerò l'accaduto, pentendomi di aver scritto.
Esiste un modo per imparare a fidarmi della mia percezione del mondo e per smettere di provare continui ed inspiegabili sensi colpa?
Io e mio padre non abbiamo mai avuto davvero un diaglogo o forse lo avevamo di più prima dell'adolescenza. Le cose sono decisamente degenerate quando ho scoperto che tradiva mia madre. Pur avendolo perdonato, mi riesce difficile parlargli, non so mai cosa dire e quando racconto troppo di me, me ne pento. Lui lo percepisce e se ne dispiace, per questo ogni tanto mi insulta, dicendomi che gli dispiace che io sia sua figlia, perché sono un'egoista, mi faccio solo i fatti miei e dovrei vergognarmi di stare al mondo. Ogni volta che succedono queste cose sono a pezzi per giorni e faccio pensieri tremendi.
A volte mi sforzo lo stesso di parlare e ci sono periodi in cui sono felice, perché le cose sembrano andare per il meglio: mi dimentico di tutti i brutti periodi passati, mi auto convinco che nulla è mai successo oppure minimizzo l'accaduto, pensando di avere una percezione distorta della realtà e che lui, in realtà, vuole solo il mio bene. In conclusione, arrivo sempre a pensare che sia tutta colpa mia. Ma poi, quando penso di aver raggiunto la serenità, basta una parola sbagliata che di nuovo piovono gli insulti e tutto torna come prima.
Non riesco più a fidarmi del mio giudizio, né a rendermi conto se questi sono normali insulti che un genitore rivolge al figlio. Se davvero sia tutto frutto della percezione distorta che ho della realtà e se è vero che è solo colpa mia. Riesco a scrivere tutto questo solo perché in questi giorni c'è stata un'altra discussione e sono sicura che tra qualche giorno di nuovo minimizzerò l'accaduto, pentendomi di aver scritto.
Esiste un modo per imparare a fidarmi della mia percezione del mondo e per smettere di provare continui ed inspiegabili sensi colpa?
[#1]
Gentile Utente,
quando gli insulti vengono proprio da quella persona che, per mandato biologico, dovrebbe occuparci di noi, questo può generare confusione perchè ci aspettiamo un altro tipo di trattamento.
Quindi il modo in cui Lei si sente è del tutto comprensibile, così come i sensi di colpa. Non sto dicendo che questo senso di colpa sia congruo, ma ci sta proprio per la confusione che genera la situazione.
Per rispondere alla Sua domanda: "Esiste un modo per imparare a fidarmi della mia percezione del mondo e per smettere di provare continui ed inspiegabili sensi colpa?"
sì, esiste, attraverso una psicoterapia è possibile imparare a capire meglio il proprio funzionamento e soprattutto prendere le distanze da queste dinamiche.
Cordiali saluti,
quando gli insulti vengono proprio da quella persona che, per mandato biologico, dovrebbe occuparci di noi, questo può generare confusione perchè ci aspettiamo un altro tipo di trattamento.
Quindi il modo in cui Lei si sente è del tutto comprensibile, così come i sensi di colpa. Non sto dicendo che questo senso di colpa sia congruo, ma ci sta proprio per la confusione che genera la situazione.
Per rispondere alla Sua domanda: "Esiste un modo per imparare a fidarmi della mia percezione del mondo e per smettere di provare continui ed inspiegabili sensi colpa?"
sì, esiste, attraverso una psicoterapia è possibile imparare a capire meglio il proprio funzionamento e soprattutto prendere le distanze da queste dinamiche.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 791 visite dal 25/05/2018.
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