Inizio convivenza e costante nodo alla gola
Gentili dottori,
mi scuso in anticipo per il testo prolisso, sono una ragazza di (quasi) 28 anni, ho iniziato da pochissimo a convivere con il mio ragazzo (relazione di 8 anni).
Non ero affatto sicura di questa decisione, non avendo io ancora, in primis, un'indipendenza economica (ndr. ho solo un piccolo rimborso spese derivante dal tirocinio che svolgo; durante gli studi universitari ho sempre lavorato come promoter e talvolta ancora faccio questi lavoretti occasionali per arrotondare). In secondo luogo, come già testimoniato da un mio precedente consulto, soffro di amaxofobia, e pertanto non sono indipendente nemmeno dal punto di vista degli spostamenti. Ultimo, ma non ultimo, ancora studio: mi sono iscritta a diversi concorsi per i prossimi mesi e devo impegnarmi per (almeno) sperare di avere in futuro un'occupazione che ripaghi il percorso universitario e i sacrifici fatti.
Il mio ragazzo, subito dopo la mia laurea, mi pose una sorta di aut aut: avendo lui qualche anno in più e la serenità di un posto a tempo indeterminato, sentiva l'impellente necessità di uscire dal nido famigliare. Necessità che io purtroppo non sentivo... ma, per evitare una rottura, ho assecondato questo suo desiderio.
Durante le ricerche per l'appartamento (in affitto), i miei genitori (inizialmente favorevoli) cambiarono opinione in merito a questa scelta, facendomi così (ri)sorgere molti dubbi...dubbi che portarono ad un forte litigio con il mio ragazzo, proprio appena trovata e già fermata una sistemazione. Dopo tre settimane di riflessione, decidemmo di provarci, ancora una volta: lui mi ha sempre rassicurata di poter provvedere a tutte le spese, 'appartamento è a meno di 3 km da casa dei miei, la fermata dell'autobus è vicinissima...tutte considerazioni all'apparenza confortanti.
Da pochissimi giorni abbiamo iniziato, di fatto, la convivenza...e io, anziché essere entusiasta della novità, dello shopping per la casa, del mettermi alla prova con la gestione domestica (cosa in cui non mi sono mai cimentata)... vivo le mie giornate con un perenne nodo in gola. Durante il giorno mi distraggo con il lavoro, verso le 15/16 torno dai miei... "pranzo" lì e mi sento tranquilla, protetta, a Casa...purtroppo, il pensiero di tornare nell'appartamento, imbastire la cena, trovarmi a tavola sola con il mio ragazzo senza le chiacchere vivaci dei miei, senza la presenza gioiosa della mia amatissima cagnolina (con cui vivevo in simbiosi e che proprio pochi giorni fa ha subito la traumatica aggressione di un altro cane) mi porta ad uno sgomento tale da non riuscire a cacciare indietro le lacrime. Così, alla sofferenza per il distacco, si aggiunge il senso di colpa verso il mio ragazzo, che quando alla sera mi vede triste mi abbraccia forte...ma che non può capire fino in fondo il mio disagio.
Vi ringrazio per il tempo che vorrete dedicarmi.
Cordialità
mi scuso in anticipo per il testo prolisso, sono una ragazza di (quasi) 28 anni, ho iniziato da pochissimo a convivere con il mio ragazzo (relazione di 8 anni).
Non ero affatto sicura di questa decisione, non avendo io ancora, in primis, un'indipendenza economica (ndr. ho solo un piccolo rimborso spese derivante dal tirocinio che svolgo; durante gli studi universitari ho sempre lavorato come promoter e talvolta ancora faccio questi lavoretti occasionali per arrotondare). In secondo luogo, come già testimoniato da un mio precedente consulto, soffro di amaxofobia, e pertanto non sono indipendente nemmeno dal punto di vista degli spostamenti. Ultimo, ma non ultimo, ancora studio: mi sono iscritta a diversi concorsi per i prossimi mesi e devo impegnarmi per (almeno) sperare di avere in futuro un'occupazione che ripaghi il percorso universitario e i sacrifici fatti.
Il mio ragazzo, subito dopo la mia laurea, mi pose una sorta di aut aut: avendo lui qualche anno in più e la serenità di un posto a tempo indeterminato, sentiva l'impellente necessità di uscire dal nido famigliare. Necessità che io purtroppo non sentivo... ma, per evitare una rottura, ho assecondato questo suo desiderio.
Durante le ricerche per l'appartamento (in affitto), i miei genitori (inizialmente favorevoli) cambiarono opinione in merito a questa scelta, facendomi così (ri)sorgere molti dubbi...dubbi che portarono ad un forte litigio con il mio ragazzo, proprio appena trovata e già fermata una sistemazione. Dopo tre settimane di riflessione, decidemmo di provarci, ancora una volta: lui mi ha sempre rassicurata di poter provvedere a tutte le spese, 'appartamento è a meno di 3 km da casa dei miei, la fermata dell'autobus è vicinissima...tutte considerazioni all'apparenza confortanti.
Da pochissimi giorni abbiamo iniziato, di fatto, la convivenza...e io, anziché essere entusiasta della novità, dello shopping per la casa, del mettermi alla prova con la gestione domestica (cosa in cui non mi sono mai cimentata)... vivo le mie giornate con un perenne nodo in gola. Durante il giorno mi distraggo con il lavoro, verso le 15/16 torno dai miei... "pranzo" lì e mi sento tranquilla, protetta, a Casa...purtroppo, il pensiero di tornare nell'appartamento, imbastire la cena, trovarmi a tavola sola con il mio ragazzo senza le chiacchere vivaci dei miei, senza la presenza gioiosa della mia amatissima cagnolina (con cui vivevo in simbiosi e che proprio pochi giorni fa ha subito la traumatica aggressione di un altro cane) mi porta ad uno sgomento tale da non riuscire a cacciare indietro le lacrime. Così, alla sofferenza per il distacco, si aggiunge il senso di colpa verso il mio ragazzo, che quando alla sera mi vede triste mi abbraccia forte...ma che non può capire fino in fondo il mio disagio.
Vi ringrazio per il tempo che vorrete dedicarmi.
Cordialità
[#1]
Gentile ragazza,
penso che andrebbe anzitutto valutata la consistenza del legame con il suo ragazzo. Poichè lei non ne parla affatto è presumibile che sia buona.
Pertanto il problema si collega più probabilmente alle relazioni con la sua famiglia di origine, alle abitudini acquisite e forse all'impegnativo percorso per raggiungere un'indipendenza economica.
Come vede le tematiche sono più di una e le consiglio perciò di consultare prima possibile uno psicologo psicoterapeuta da sola o in coppia per evitare che queste difficoltà possano danneggiare il rapporto sentimentale.
Tenga presente che in casi come il suo in genere il problema si risolve anche se va dallo psicoterapeuta un solo membro della coppia come chiarisco nel seguente articolo:
https://www.psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/psicoterapia-della-gestalt/articoli/MigliorarelerelazioniinterpersonaliconlaTerapiadellaGestalt.html
cordiali saluti
penso che andrebbe anzitutto valutata la consistenza del legame con il suo ragazzo. Poichè lei non ne parla affatto è presumibile che sia buona.
Pertanto il problema si collega più probabilmente alle relazioni con la sua famiglia di origine, alle abitudini acquisite e forse all'impegnativo percorso per raggiungere un'indipendenza economica.
Come vede le tematiche sono più di una e le consiglio perciò di consultare prima possibile uno psicologo psicoterapeuta da sola o in coppia per evitare che queste difficoltà possano danneggiare il rapporto sentimentale.
Tenga presente che in casi come il suo in genere il problema si risolve anche se va dallo psicoterapeuta un solo membro della coppia come chiarisco nel seguente articolo:
https://www.psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/psicoterapia-della-gestalt/articoli/MigliorarelerelazioniinterpersonaliconlaTerapiadellaGestalt.html
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 24/05/2018.
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