Invidia autodistruttiva
Salve. Sono un ragazzo di 20 anni.
Da sei anni a questa parte sto sperimentando un periodo cupo. La mia depressione è alimentata dal mio circolo di pensieri ossessivi. È da due anni che mi paragono costantemente a una persona. Dei giorni penso di voler morire per la mia inferiorità. Degli altri, mi dico che solo affrontando me stesso posso migliorare, eguagliarlo. Questa persona ha tre anni più di me e rappresemta tutto quello che sarei potuto essere e non sono diventato. Ha senso dell'umorismo, fiducia in se stesso, coraggio. L'ammirazione è diventata invidia. Ha talento nella scrittura, e io mi mangio le mani pensando che non riuscirò mai a concepire qualcosa di altrettanto bello, di altrettanto brillante.
La mia infanzia ha logorato la mia autostima e credo di poter essere apprezzato se non per quello che faccio. Quel che sono, è irrilevante. E per compiacere, indosso maschere. Mi censuro. L'invidia sale e non c'è modo di placarla. Ogni giorno della mia vita rifletto su questa persona, dimenticando me stesso, dimenticando di vivere. Non so come uscirne.
Da sei anni a questa parte sto sperimentando un periodo cupo. La mia depressione è alimentata dal mio circolo di pensieri ossessivi. È da due anni che mi paragono costantemente a una persona. Dei giorni penso di voler morire per la mia inferiorità. Degli altri, mi dico che solo affrontando me stesso posso migliorare, eguagliarlo. Questa persona ha tre anni più di me e rappresemta tutto quello che sarei potuto essere e non sono diventato. Ha senso dell'umorismo, fiducia in se stesso, coraggio. L'ammirazione è diventata invidia. Ha talento nella scrittura, e io mi mangio le mani pensando che non riuscirò mai a concepire qualcosa di altrettanto bello, di altrettanto brillante.
La mia infanzia ha logorato la mia autostima e credo di poter essere apprezzato se non per quello che faccio. Quel che sono, è irrilevante. E per compiacere, indosso maschere. Mi censuro. L'invidia sale e non c'è modo di placarla. Ogni giorno della mia vita rifletto su questa persona, dimenticando me stesso, dimenticando di vivere. Non so come uscirne.
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gentile utente forse il problema non è eguagliare la persona, ma la ricerca di un modello probabilmente ideale dal quale deve distaccarsi.
ma sono processi che necessitano di un percorso da farsi con un professionista.
ma sono processi che necessitano di un percorso da farsi con un professionista.
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
La ringrazio della risposta.
Sto già andando da una psicologa ma non sto ottenendo dei risultati. Parla molto poco e questo fa sembrare la seduta un monologo. Tutt'al più riformula le mie frasi a parole sue. Fatico a trovare del tempo per riflettere su me stesso perché i miei tentativi producono solo incubi notturni e dei grandissimi mal di testa...
Sto già andando da una psicologa ma non sto ottenendo dei risultati. Parla molto poco e questo fa sembrare la seduta un monologo. Tutt'al più riformula le mie frasi a parole sue. Fatico a trovare del tempo per riflettere su me stesso perché i miei tentativi producono solo incubi notturni e dei grandissimi mal di testa...
[#3]
forse non è l'approccio terapeutico giusto
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.6k visite dal 23/05/2018.
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