Cambiamenti e ansie esistenziali
Buonasera, ho 27 anni e da circa 2 ho terminato gli studi universitari laureandomi in economia, facoltà che ho scelto più per razionalità che passione. Ma da quando ho iniziato a lavorare vivo in una malinconia costante, cambio lavoro in continuazione, penso di sapere il lavoro che fa per me ma una volta raggiunto questo lavoro l'entusiasmo iniziale si spegne dopo qualche mese, e rimetto tutto in discussione, penso che ho sbagliato laurea e che dovrei fare altro, ma non so bene cosa. Ho spesso il magone, soffro la monotonia delle giornate tutte uguali, il passarle chiusa in ufficio senza vedere la luce e la vita fuori. Mi torturo per cercare di capire quale lavoro mi renderebbe felice, penso che questo è essenziale dal momento che su una giornata di circa 16 ore 10 sono obbligata a dedicarle al lavoro. Sono sempre stata appassionata alla psicologia e alla crescita personale, al viaggiare e aiutare le persone che soffrono. Sogno dei cambi di vita radicali, di scappare via lontano e trovare il mio posto nel mondo. I lavori degli altri mi sembrano sempre migliori, e che io a differenza loro non sia in grado di avere fiducia in me stessa, prendermi cura di me e superare da sola queste sofferenze.
Ho anche notato di aver iniziato ad approcciarmi al cibo in modo diverso dal solito, sono sempre stata magra e abituata a mangiare bene, ma da un po' mangio tanti dolci a tutte le ore, in modo nervoso e molto in fretta, sto aumentando di peso. è forse noia? Vorrei un lavoro più movimentato che non mi faccia restare ferma tutto il giorno davanti al pc. Ho perso interessi e nel tempo libero vorrei avere un hobby che mi distragga e mi appassioni, ma non so cosa, ho provato con la palestra ma mi stufa molto facilmente non sono costante. Vorrei capire cosa mi succede, perché non riesco a essere in pace, a vivere con serenità la quotidianità, a essere soddisfatta di quello che ho, e ho già tanto.
Ho anche notato di aver iniziato ad approcciarmi al cibo in modo diverso dal solito, sono sempre stata magra e abituata a mangiare bene, ma da un po' mangio tanti dolci a tutte le ore, in modo nervoso e molto in fretta, sto aumentando di peso. è forse noia? Vorrei un lavoro più movimentato che non mi faccia restare ferma tutto il giorno davanti al pc. Ho perso interessi e nel tempo libero vorrei avere un hobby che mi distragga e mi appassioni, ma non so cosa, ho provato con la palestra ma mi stufa molto facilmente non sono costante. Vorrei capire cosa mi succede, perché non riesco a essere in pace, a vivere con serenità la quotidianità, a essere soddisfatta di quello che ho, e ho già tanto.
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
da ciò che scrive mi arrivano molteplici sensazioni riguardo la sua problematica.
Innanzitutto sente di aver scelto un ambito lavorativo sulla base di criteri logici, uno dei quali potrebbe essere stato magari la spendibilità lavorativa.
Tale scelta l'ha però allontanata da ciò che le sarebbe piaciuto fare e, ai miei occhi, ha scatenato la condizione che lei vive adesso.
In questo momento infatti lei sembra avvertire la sensazione di prigionia nei diversi lavori che lei ha provato.
Si sente energica nell'approcciare un nuovo lavoro, ma quando sopraggiunge la monotonia avverte un forte senso di alienazione, come se lei fosse sprecata in certi contesti.
Le sottopongo all'attenzione il seguente virgolettato:
"Sono sempre stata appassionata alla psicologia e alla crescita personale, al viaggiare e aiutare le persone che soffrono. Sogno dei cambi di vita radicali, di scappare via lontano e trovare il mio posto nel mondo."
Lei vorrebbe semplicemente un lavoro che implichi l'espressone di sè e del suo modo di essere.
Vorrebbe un lavoro che non sia stereotipato e che le consenta di relazionarsi con persone bisognose.
Quanto appena scritto si differenzia fortemente da ciò che lei ha scelto di fare nella sua vita, però mi sento di dirle che alla sua età è ampiamente in tempo per poter intraprendere qualcosa di nuovo pur senza tralasciare la sicurezza economica del lavoro attuale.
Io credo che lavorare per un cambiamento radicale nella propria vita lavorativa coinvolga quasi sempre un cambiamento a livello personale, scoprendo e dando voce a parti di sè.
E' per questo che le consiglierei di affrontare quanto detto con uno psicologo, affinchè lei possa dare voce ai propri bisogni in maniera equilibrata.
da ciò che scrive mi arrivano molteplici sensazioni riguardo la sua problematica.
Innanzitutto sente di aver scelto un ambito lavorativo sulla base di criteri logici, uno dei quali potrebbe essere stato magari la spendibilità lavorativa.
Tale scelta l'ha però allontanata da ciò che le sarebbe piaciuto fare e, ai miei occhi, ha scatenato la condizione che lei vive adesso.
In questo momento infatti lei sembra avvertire la sensazione di prigionia nei diversi lavori che lei ha provato.
Si sente energica nell'approcciare un nuovo lavoro, ma quando sopraggiunge la monotonia avverte un forte senso di alienazione, come se lei fosse sprecata in certi contesti.
Le sottopongo all'attenzione il seguente virgolettato:
"Sono sempre stata appassionata alla psicologia e alla crescita personale, al viaggiare e aiutare le persone che soffrono. Sogno dei cambi di vita radicali, di scappare via lontano e trovare il mio posto nel mondo."
Lei vorrebbe semplicemente un lavoro che implichi l'espressone di sè e del suo modo di essere.
Vorrebbe un lavoro che non sia stereotipato e che le consenta di relazionarsi con persone bisognose.
Quanto appena scritto si differenzia fortemente da ciò che lei ha scelto di fare nella sua vita, però mi sento di dirle che alla sua età è ampiamente in tempo per poter intraprendere qualcosa di nuovo pur senza tralasciare la sicurezza economica del lavoro attuale.
Io credo che lavorare per un cambiamento radicale nella propria vita lavorativa coinvolga quasi sempre un cambiamento a livello personale, scoprendo e dando voce a parti di sè.
E' per questo che le consiglierei di affrontare quanto detto con uno psicologo, affinchè lei possa dare voce ai propri bisogni in maniera equilibrata.
[#2]
Utente
Gentile Dott. Arrigo,
Mi ritrovo decisamente nell'interpretazione che ha dato, in quella sensazione di prigionia che provo nei confronti di ciò che faccio attualmente, che mi sembra superficiale ma che ahimè si collega ai miei studi. Probabilmente mi servirà rimettermi a studiare per cambiare settore, ma è una cosa che non mi ha mai pesato e che ho già fatto. Ho solo paura di poter sbagliare nuovamente e in futuro di incartarmi da sola, ma forse vale più la pena di provare visto che la vita è una? Intanto la ringrazio davvero per l'attenzione e per le risposte
Mi ritrovo decisamente nell'interpretazione che ha dato, in quella sensazione di prigionia che provo nei confronti di ciò che faccio attualmente, che mi sembra superficiale ma che ahimè si collega ai miei studi. Probabilmente mi servirà rimettermi a studiare per cambiare settore, ma è una cosa che non mi ha mai pesato e che ho già fatto. Ho solo paura di poter sbagliare nuovamente e in futuro di incartarmi da sola, ma forse vale più la pena di provare visto che la vita è una? Intanto la ringrazio davvero per l'attenzione e per le risposte
[#3]
Psicologo
Sono lieto di esserle stato utile nel darle qualche spunto di riflessione su se stessa.
Tornando a lei, la sua paura di sbagliare nasce dal fatto che lei, in passato, ha scelto un corso di studi che adesso l'ha portata a una forte insoddisfazione.
Però le vorrei chiedere quale criterio ha utilizzato per scegliere economia.
Tale richiesta servirebbe a confrontare l'origine della scelta del corso in economia rispetto all'eventuale inizio di un percorso in psicologia.
La mia sensazione è che l'intraprendere un percorso in ambito psicologico rispetti il "mi piace", elemento apparentemente nuovo e forse decisivo nella sua soddisfazione lavorativa e personale.
Le specifico, inoltre, che il mio consiglio di valutare un supporto psicologico nasce dalla duplice utilità che lei ne potrebbe avere: da un lato potrebbe affrontare le sue paure di "smarrirsi" nuovamente in futuro e capirne il significato, dall'altro potrebbe richiedere degli spazi di consulenza affinchè lei abbia chiari gli sbocchi lavorativi in tale ambito.
Tornando a lei, la sua paura di sbagliare nasce dal fatto che lei, in passato, ha scelto un corso di studi che adesso l'ha portata a una forte insoddisfazione.
Però le vorrei chiedere quale criterio ha utilizzato per scegliere economia.
Tale richiesta servirebbe a confrontare l'origine della scelta del corso in economia rispetto all'eventuale inizio di un percorso in psicologia.
La mia sensazione è che l'intraprendere un percorso in ambito psicologico rispetti il "mi piace", elemento apparentemente nuovo e forse decisivo nella sua soddisfazione lavorativa e personale.
Le specifico, inoltre, che il mio consiglio di valutare un supporto psicologico nasce dalla duplice utilità che lei ne potrebbe avere: da un lato potrebbe affrontare le sue paure di "smarrirsi" nuovamente in futuro e capirne il significato, dall'altro potrebbe richiedere degli spazi di consulenza affinchè lei abbia chiari gli sbocchi lavorativi in tale ambito.
[#4]
Utente
La scelta è ricaduta su economia più per una coerenza con gli studi delle scuole superiori, ho fatto la scuola per ragioniere perché allora economia era una materia che mi interessava. Poi all'università è stato più per una questione di sicurezza lavorativa, ma non mi piaceva più come prima. Il mio problema è proprio questo, è qualcosa che mi succede ripetutamente: parto convinta di qualcosa e poi cambio idea. Può essere la troppa insicurezza verso me stessa? Lo stesso è successo con i lavori che ho cambiato, mi piacciono all'inizio, penso di aver trovato finalmente quello giusto, ma poi tutto svanisce e insorgono le paure di sbagliare, di non essere all'altezza, di non essere adatta a quello nella vita e mi sento frustrata perché non voglio sprecare la mia vita dietro qualcosa che non mi emoziona. Grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.2k visite dal 22/05/2018.
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