Disturbo borderline e distimia. Paura di iniziare a lavorare
Stimatissimi dottori e/dottoresse,
Sono un ragazzo di ventisei anni in cura da tantissimo tempo da due patologie (distimia bipolare e disturbo borderline della personalità), le quali hanno rovinato i miei rapporti interpersonali, in tutti gli ambiti: relazioni amorose, amicizie, università, fortunatamente ora non più a livello familiare perché hanno più o meno capito il mio disagio.
Ho, nel corso degli anni, cambiato psichiatri e psicoterapeuti perché cambiavo idea continuamente su loro, pensando che fossero sbagliati o cattivi nei miei confronti ed ora che finalmente ho trovato un ottimo terapeuta e psichiatra, ha avuto un infarto e per un po' non posso andare a visita e non so a chi rivolgermi per dei semplici consigli.
Prima di parlarne però, vorrei raccontare un po' la mia storia clinica.
Nella prima fase adolescenziale non sono mai stato una persona continua sopratutto con i rendimenti scolastici o magari quando si avvicinava un giorno importante come un incontro tra amici, il giorno stesso non facevo altro che non presentarmi.
Le cose sono peggiorate negli anni universitari, diplomandomi con un anno di ritardo ed iniziando l'università a 22 anni, (ancora non sono laureato). Analisi linguistica delle lingue scandinave! (sette esami alla laurea).
Per quanto concerne il lavoro ossia l'argomento più importante del testo in analisi, ho una paura incredibile di non essere all'altezza, anche delle cose più banali ed è per questo che io non sono riuscito mai a lavorare per più di un mese a parte quando lavorare in salumeria da mio zio, siccome è di famiglia mi era più semplice parlare anche con la clientela, ma sfortunatamente il suo negozio è fallito e part-time non ci ho potuto lavorare più.
Ora mio cugino mi ha dato l'opportunità di poter lavorare saltuariamente facendo il receptionist di un albergo. Io ho accettato, ma ho una paura immane adesso di non essere all'altezza di tutto, avendo anche una paura smisurata di deludere i miei genitori i quali mi ripetono sempre che io non li deluderò mai, ma non smetto ugualmente di pensarlo.
Non so come affrontare questa situazione. Io mi sento un fallito, una delusione continua ed è già un mese intero che sto male,sono anche autolesionista. Purtroppo non ho nemmeno la patente ed è costretto mio padre ad accompagnarmi perchésoffro anche di crisi epilettiche e mi hanno tolto la patente.
Io ho solamente accettato il lavoro per dimostrare a me stesso di non essere un fallito, il quale penso di essere.
Prendo farmaci: zebinix, depakin, xanax a rilascio prolungato e cipralex.
Ho avuto due crisi depressivi maggiori per molto tempo e a volte ho delle ricadute più leggere.
Distinti saluti,
Salvatore
Sono un ragazzo di ventisei anni in cura da tantissimo tempo da due patologie (distimia bipolare e disturbo borderline della personalità), le quali hanno rovinato i miei rapporti interpersonali, in tutti gli ambiti: relazioni amorose, amicizie, università, fortunatamente ora non più a livello familiare perché hanno più o meno capito il mio disagio.
Ho, nel corso degli anni, cambiato psichiatri e psicoterapeuti perché cambiavo idea continuamente su loro, pensando che fossero sbagliati o cattivi nei miei confronti ed ora che finalmente ho trovato un ottimo terapeuta e psichiatra, ha avuto un infarto e per un po' non posso andare a visita e non so a chi rivolgermi per dei semplici consigli.
Prima di parlarne però, vorrei raccontare un po' la mia storia clinica.
Nella prima fase adolescenziale non sono mai stato una persona continua sopratutto con i rendimenti scolastici o magari quando si avvicinava un giorno importante come un incontro tra amici, il giorno stesso non facevo altro che non presentarmi.
Le cose sono peggiorate negli anni universitari, diplomandomi con un anno di ritardo ed iniziando l'università a 22 anni, (ancora non sono laureato). Analisi linguistica delle lingue scandinave! (sette esami alla laurea).
Per quanto concerne il lavoro ossia l'argomento più importante del testo in analisi, ho una paura incredibile di non essere all'altezza, anche delle cose più banali ed è per questo che io non sono riuscito mai a lavorare per più di un mese a parte quando lavorare in salumeria da mio zio, siccome è di famiglia mi era più semplice parlare anche con la clientela, ma sfortunatamente il suo negozio è fallito e part-time non ci ho potuto lavorare più.
Ora mio cugino mi ha dato l'opportunità di poter lavorare saltuariamente facendo il receptionist di un albergo. Io ho accettato, ma ho una paura immane adesso di non essere all'altezza di tutto, avendo anche una paura smisurata di deludere i miei genitori i quali mi ripetono sempre che io non li deluderò mai, ma non smetto ugualmente di pensarlo.
Non so come affrontare questa situazione. Io mi sento un fallito, una delusione continua ed è già un mese intero che sto male,sono anche autolesionista. Purtroppo non ho nemmeno la patente ed è costretto mio padre ad accompagnarmi perchésoffro anche di crisi epilettiche e mi hanno tolto la patente.
Io ho solamente accettato il lavoro per dimostrare a me stesso di non essere un fallito, il quale penso di essere.
Prendo farmaci: zebinix, depakin, xanax a rilascio prolungato e cipralex.
Ho avuto due crisi depressivi maggiori per molto tempo e a volte ho delle ricadute più leggere.
Distinti saluti,
Salvatore
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Gentile Salvatore,
se vuole appropriarsi di strategie che le consentano di sentirsi meno inadeguato e più efficace ed efficiente tanto nelle relazioni sociali, familiari etc.. quanto nel lavoro e decrementare la frequenza autolesionistica, è importante che alla terapia farmacologica che segue lei associ una psicoterapia cognitivo comportamentale presso un/una collega della sua zona che conosca e utilizzi la dialectical behavior therapy (DBT). I farmaci sono si importanti ma il nucleo patologico di un disturbo borderline di personalità occorre che venga capito, mentalizzato e gestito attraverso un percorso psicoterapico mirato.
Le allego in proposito un breve articolo sulla DBT.
http://www.stateofmind.it/2015/11/skills-training-dbt/
Le tornerebbe estremamente utile anche perché, da tempo, la DBT è riconosciuta come l’approccio scientificamente più valido nella cura della sintomatologia Borderline.
Ne parli con il suo medico psichiatra quando rientrerà a lavoro.
Cordiali saluti
se vuole appropriarsi di strategie che le consentano di sentirsi meno inadeguato e più efficace ed efficiente tanto nelle relazioni sociali, familiari etc.. quanto nel lavoro e decrementare la frequenza autolesionistica, è importante che alla terapia farmacologica che segue lei associ una psicoterapia cognitivo comportamentale presso un/una collega della sua zona che conosca e utilizzi la dialectical behavior therapy (DBT). I farmaci sono si importanti ma il nucleo patologico di un disturbo borderline di personalità occorre che venga capito, mentalizzato e gestito attraverso un percorso psicoterapico mirato.
Le allego in proposito un breve articolo sulla DBT.
http://www.stateofmind.it/2015/11/skills-training-dbt/
Le tornerebbe estremamente utile anche perché, da tempo, la DBT è riconosciuta come l’approccio scientificamente più valido nella cura della sintomatologia Borderline.
Ne parli con il suo medico psichiatra quando rientrerà a lavoro.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.1k visite dal 21/05/2018.
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