Come affrontare depressione
Salve, sono un ragazzo di 20 anni e di recente ho sofferto molto per una ragazza con la quale avevo instaurato un rapporto intimo, emotivo e sincero, cosa strana per entrambi essendo chiusi, diffidenti e poco empatici per carattere, ma che non si è tramutato in relazione e ha visto lei cancellarmi con toni molto forti dalla sua vita e poi mettersi con un altro. Senza che riassuma oltre la vicenda, che potete trovare nei precedenti post, vorrei chiedervi una cosa. Questa vicenda mi fa molto soffrire, i primi mesi li ho passati in depressione mentre da 2 mesi q questa parte ho ricominciato un po’ a vivere ma ho crisi di pianto quasi quotidiane. Mi è capitata due volte di rivederla all’università e mi sento come se ogni volta ricominciassi da capo perché ritorna la depressione ,di volerla contattare e stare con lei e, non essendo possibile, perdo energie e voglia di fare qualsiasi tipo di attività. Lei è semplicemente uscita dalla mia vita, rifiutandosi di poterne parlare o confrontarsi sull’episodio che ha fatto scaturire questa sua reazione. Le ho chiesto più volte di chiarire ma lei si è sempre rifiutata. Passo dei mesi a distaccarmi emotivamente e fisicamente da lei, cercando di trovare un mio equilibrio e di accettare la situazione ma quando la rivedo mi sento di ricominciare. Sinceramente non so cosa fare, pensavo che distaccarmi potesse aiutarmi ma se quando la rivedo succede ciò, è giusto?
Una cosa che ti fa soffrire e deprimere smette di farlo solo perché te ne distacchi o perché provi a distrarti e a non pensarci? Dovrei anzi “esorcizzare” questo effetto, magari rivederla finché non mi sembrerà normale la situazione? O semplicemente non ho ancora accettato la realtà?
Una cosa che ti fa soffrire e deprimere smette di farlo solo perché te ne distacchi o perché provi a distrarti e a non pensarci? Dovrei anzi “esorcizzare” questo effetto, magari rivederla finché non mi sembrerà normale la situazione? O semplicemente non ho ancora accettato la realtà?
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Gent.le Ragazzo,
innanzi tutto evitiamo autodiagnosi fuorvianti che rendono patologica una evidente difficoltà di accettare e metabolizzare la delusione vissuta all'interno di un rapporto che tu stesso hai definito "morboso" ma forse era semplicemente esclusivo, nel senso che non era all'interno di una rete relazione più ampia.
Credo che entrambi abbiate bisogno di relazionarvi di più con gli altri, di mettervi in gioco anziché chiudervi in un territorio in cui non può entrare nessuno, perché non ci si può fidare di nessuno.
La ferita della rottura è connessa a questa idea che nessuno ti può capire e che difficilmente troverai una persona come lei.
Come vedi si tratta di convinzioni che ostacolano il processo di elaborazione di un'esperienza che ti sta offrendo l'opportunità di crescere, aprendoti agli altri e magari scoprendo che le caratteristiche che apprezzavi in questa ragazza non sono una sua esclusiva ma possono appartenere anche ad altri esseri umani.
Lì fuori c'è un mondo di possibilità ma sei tu che devi darti la possibilità di coglierle.
L'amicizia e/o l'amore non devono diventare il surrogato di una "relazione terapeutica" quindi prova a chiederti se è stato questo l'aggancio che ha resto tanto speciale il rapporto con questa ragazza.
innanzi tutto evitiamo autodiagnosi fuorvianti che rendono patologica una evidente difficoltà di accettare e metabolizzare la delusione vissuta all'interno di un rapporto che tu stesso hai definito "morboso" ma forse era semplicemente esclusivo, nel senso che non era all'interno di una rete relazione più ampia.
Credo che entrambi abbiate bisogno di relazionarvi di più con gli altri, di mettervi in gioco anziché chiudervi in un territorio in cui non può entrare nessuno, perché non ci si può fidare di nessuno.
La ferita della rottura è connessa a questa idea che nessuno ti può capire e che difficilmente troverai una persona come lei.
Come vedi si tratta di convinzioni che ostacolano il processo di elaborazione di un'esperienza che ti sta offrendo l'opportunità di crescere, aprendoti agli altri e magari scoprendo che le caratteristiche che apprezzavi in questa ragazza non sono una sua esclusiva ma possono appartenere anche ad altri esseri umani.
Lì fuori c'è un mondo di possibilità ma sei tu che devi darti la possibilità di coglierle.
L'amicizia e/o l'amore non devono diventare il surrogato di una "relazione terapeutica" quindi prova a chiederti se è stato questo l'aggancio che ha resto tanto speciale il rapporto con questa ragazza.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Salve, innanzitutto la ringrazio e la invito a leggere le richieste di consulto precedenti, dove sono stato più esplicativo. Mi sta dicendo che un rapporto spontaneo, sincero dove due persone riescono ad aprirsi e confidarsi, a rassicurarsi sia sbagliato solo perché, e questo è vero, siamo entrambi convinti che nessuno ci possa capire o tenere veramente a noi? Il rapporto è stato si esclusivo, ma per scelta, non per incapacità di averne altri. Ho relazioni e rapporto normalmente ma si, lei ha una sensibilità o non so cosa che mi ha portato a rendermi vulnerabile e a aprirmi con lei, e viceversa. Mi fa piacere avere un confronto di opinioni, ma cosa dovrei fare, secondo lei? Non so bene neanche cosa dovrei accettare, se evitarla o vederla per normalizzare la cosa, se voler riconciliare o chiudere tutto
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"siamo entrambi convinti che nessuno ci possa capire o tenere veramente a noi"
Questo significa idealizzare un rapporto e quindi sganciarlo dal piano di realtà e di conseguenza viverlo come se fosse invulnerabile, ben venga allora la rottura se consente di rompere una dimensione illusoria.
Al momento sarebbe importante metabolizzare questa esperienza identificando i bisogni affettivi e le aspettative più profondi onde evitare di ritrovarsi a vivere situazioni simili nelle relazioni future.
Questo significa idealizzare un rapporto e quindi sganciarlo dal piano di realtà e di conseguenza viverlo come se fosse invulnerabile, ben venga allora la rottura se consente di rompere una dimensione illusoria.
Al momento sarebbe importante metabolizzare questa esperienza identificando i bisogni affettivi e le aspettative più profondi onde evitare di ritrovarsi a vivere situazioni simili nelle relazioni future.
[#4]
Utente
Ok e per la depressione? La sofferenza? Le crisi pianto? Il rapporto, seppur caricato di emotività per questi bisogno affettivi, non è stato idealizzato, anche perché lei alla fine ha scelto di pensare che non si potesss fidare di me e di mettersi con un altro. Nella quotidianità, cosa fare?
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Io mi riferisco a come lo stai vivendo tu non e non la ragazza.
L'autodiagnosi è fuorviante quindi la lascerei da parte.
Metabolizzare significa avere uno spazio d'ascolto e di condivisione eventualmente con uno psicologo, al fine di offrirti l'opportunità di sviluppare la capacità di autoregolazione delle tue emozioni, quindi non si tratta di ricevere "istruzioni per l'uso".
L'autodiagnosi è fuorviante quindi la lascerei da parte.
Metabolizzare significa avere uno spazio d'ascolto e di condivisione eventualmente con uno psicologo, al fine di offrirti l'opportunità di sviluppare la capacità di autoregolazione delle tue emozioni, quindi non si tratta di ricevere "istruzioni per l'uso".
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 992 visite dal 14/05/2018.
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