Ansia sociale scaturita da traumi infantili

Salve vi scrivo per sottoporre un problema che sto vivendo alla vostra attenzione.
Sono una persona che non ha avuto una infanzia serena ( ho vissuto i traumi dell'abbandono, dell'edipo, in parte risolti e forse episodi di umiliazione e derisione o forti rimproveri o in famiglia o fuori non certa che ci siano stati e forse non risolti).
Oggi ho problemi a prendere decisioni soprattutto creative. Non riesco a lasciarmi andare per come sono e ogni volta che devo prendere decisioni penso prima a come DEVO essere e poi dopo a cosa è giusto per me. Aziono un certo schema mentale incosciamente e poi metto in atto questo comportamento : perdo molto tempo, controllo tutto ogni cosa partendo sempre prima dalla parte teorica della questione osservandola in modo generale e totale anche per tanto tempo per poi scendere, con tantissima difficoltà e non riesco assolutamente a farlo subito, al nocciolo della questione. Per esempio quando studio. Faccio tutto con molta ansia e agitazione.
Voglio interrompere questo schema mentale ma oppongo resistenza. Di cosa ho paura? Che i miei genitori non mi vorranno più bene? Che verrò umiliata e maltrattata? Ad entrambe le risposte forse rispondo si ma non capisco del tutto. Inoltre soffro di ansia sociale sicuramente scaturita dai traumi infantili che mi hanno lasciato un senso di inadeguatezza e insicurezza.
Non capisco : ho paura di lasciarmi andare per via del trauma dell'abbandono affettivo materno che non ho sicuramente risolto del tutto? Ho paura di crescere? Ho paura che verrò umiliata se mi espongo?
Cosa mi consigliate di fare. Cosa posso fare per stare serena in modo continuativo , prendere una decisione con calma senza paura e ansia? Come posso convincere me stessa di questo? Cioè che non mi succederà nulla se faccio qualcosa di creativo?
Di ciò ne risente sempre la mia parte emotiva che faccio arrabbiare per i comportamenti che continuo ad assumere.


Grazie dell'attenzione
[#1]
Dr.ssa Elisa Cappellari Psicologo 5
Gentile utente,

delle sue parole mi colpisce la quantità di termini professionali e "psicologici" che usa.

Rendere prevedibili e controllabili le situazioni applicando un'etichetta verbale è sicuramente rassicurante, poiché ci permette di dare un nome a qualcosa che altrimenti ci creerebbe, nella sua indefinizione, ansia.

Tuttavia credo, dalle domande che si pone, che lei abbia una grande capacità introspettiva, che possa permetterle di dare il SUO significato alle cose, senza trovarlo in un manuale.


"Oggi ho problemi a prendere decisioni soprattutto creative. Non riesco a lasciarmi andare per come sono e ogni volta che devo prendere decisioni penso prima a come DEVO essere e poi dopo a cosa è giusto per me. Aziono un certo schema mentale incosciamente e poi metto in atto questo comportamento"

A dispetto della parola "inconsciamente", mi sembra tutto molto "conscio" per lei!
Le chiedo: secondo lei, cosa succederebbe se non agisse come fa, se non controllasse tutto? Ci sono delle situazioni in cui si permette di farlo?
Il passato e le sue sofferenze, i traumi, non possono essere cancellati, modificati.
Possiamo però scegliere cosa fare da oggi in poi, e solitamente questo passa attraverso la riuscita di piccoli nuovi esperimenti, che nel suo caso potrebbe pensare di fare all'interno di una relazione terapeutica, in modo tale da trovarsi in un ambiente "protetto".

Dr.ssa Elisa Cappellari
Psicologa - Mestre (VE)

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta.
Se smetto di controllare tutto sono cosciente per il 10% che non succederà nulla ma la restante parte di me continua ad avere un terrore spropositato e riesco a lasciarmi andare poco per volta e non affatto in modo continuativo ma poi penso di nuovo che mi succederà qualcosa e incosciamente mi rimetto a controllare tutto facendo arrabbiare la parte emotiva di me quindi passo da un momento in cui mi sono tranquillizzata a un momento in cui di nuovo ho paura (questo succede quando finisco un lavoro e devo iniziarne uno nuovo). Ciò è indice quindi di una forte ansia sociale che e' anche la causa per cui non voglio essere creativa?
[#3]
Dr.ssa Elisa Cappellari Psicologo 5
Non credo che lei sia divisa in parti, tantomeno che alcune funzionino "meglio" di altre (rispetto a cosa poi?).

"Avere la coscienza" che "non succederà nulla" non è evidentemente sufficiente per fare qualcosa di diverso, così come possiamo sapere che fumare fa male e decidere di farlo comunque.
Oltretutto, la certezza che nulla succeda è illusoria, poiché la vita non è qualcosa che possiamo controllare e prevedere in maniera infallibile (da qui, l'ansia). Cosa succederebbe se si "convincesse" che non può succederle nulla, e poi qualcosa succedesse? Forse non è utile ragionare in termini di ciò che può o non può accadere.

Provi a non definirsi in termini di conscio/inconscio (i suoi processi tutto mi sembrano fuorché "inconsci", data la grande consapevolezza con cui ne parla).

Cos'è successo nei momenti in cui non ha controllato tutto? Qualcosa deve averle "insegnato" che il mondo è un costante dilemma e pericolo.
Le ripeto la domanda, ma può rispondere a se stessa: ci sono dei momenti, degli ambiti, delle situazioni, in cui si permette di "lasciarsi andare"? E se sì, cosa di questi momenti, ambiti, situazioni, le permette di farlo?
Usi la sua capacità di auto riflettere, non per giudicare quello che sta facendo, ma per iniziare un percorso di aiuto.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

da quanto scrive, soprattutto in questo passaggio "... perdo molto tempo, controllo tutto ogni cosa partendo sempre prima dalla parte teorica della questione osservandola in modo generale e totale anche per tanto tempo per poi scendere, con tantissima difficoltà e non riesco assolutamente a farlo subito, al nocciolo della questione. Per esempio quando studio. Faccio tutto con molta ansia e agitazione... "
sembra che Lei sia entrata in una dinamica ossessiva, fatta proprio da rituali di controllo che servono molto più semplicemente a cercare di gestire l'ansia.

Per superare questa problematica è opportuno rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta di persona.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
Utente
Utente
I momenti in cui mi lascio andare sono pochi e sono :
-qualche uscita con qualche amica/o che conosco da tempo. Mi lascio andare poco. Ogni tanto penso che qualcuno voglia farmi del male.
-uso di computer e tutto ciò che è digitale e in questa attività sono serena.
- attività di studio e qualunque attività mi si chiede di svolgere. In questo caso o la faccio in fretta con ansia se è semplice oppure se è una attività che richiede tempo inizio ad azionare meccanismi di controllo e tutto ciò che ho raccontato sopra.

Questo blocco è soprattutto mentale.

Il mio comportamento controllore, l'avere una visione illusoria, ideale della realtà, e forse anche una possibile immagine mentale ideale di me, il voler controllare tutto con l'ansia continua che mi provoco, e questo blocco mentale sono correlati?

Questo blocco mentale può essere un "disturbo di personalità" scaturito dai traumi che ho avuto nell'infanzia?
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