Il senso di colpa si pu manifestare cos

Buonasera,
inserisco un nuovo quesito riportando punti acquisiti rispetto al quesito riportato l'anno scorso. La mia situazione è ancora instabile e carica di sofferenza, ma ho delle consapevolezze in più sulle quali vorrei un parere, per quanto possibile.
Mi è stato detto dallo psicoterapeuta che sono pieno di sensi di colpa. Appena faccio/penso/provo qualcosa di positivo per me, subito mi sento in colpa diciamo; mi si manifestano con un forte senso di dispiacere, un peso al petto, ed in quel momento abbasso la testa e lo sguardo, in automatico. Il senso di colpa si può manifestare così?
Inoltre la sensazione che provo, che però non so se sia questa la scatenante di tutto, è che vedo mia mamma come una persona incapace di affrontare la vita. La vedo sempre sofferente, anche se così magari non lo è. Ma nella mia testa lei è sempre sofferente (quando sono nato ha sofferto di depressione post-partum: può vuol dire qualcosa?). E quando cerco di essere me stesso, sia nell'essere che nel fare, mi sento in colpa (o meglio, provo le reazioni sopra descritte).
Vista da fuori, che collegamento potrebbe esserci tra il mio perenne senso di colpa e questa visione che ho di mia madre? Ho cercato di fare varie ipotesi ma poi ad un certo punto mi perdo.

P.S. Presento ancora i sintomi indicati nel precedente quesito dell'anno scorso (ansia, angoscia, pensieri ossessivi, ecc), ma mi sono reso conto che sono solamente una conseguenza

So che la cosa migliore sarebbe parlarne con il terapeuta ma in questo periodo sono purtroppo impossibilitato ad andarci.

Grazie
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Psicologo attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Gentile Utente,
da quello che ha scritto mi sembra come se lei non riuscisse a vivere pienamente la sua vita perchè sente delle emozioni che inquinano l'essere se stesso.

In particolare lei mi appare un pò in confusione in quanto in un primo momento si sta chiedendo se si sente in colpa, ma proseguendo nella sua richiesta dice

"E quando cerco di essere me stesso, sia nell'essere che nel fare, mi sento in colpa (o meglio, provo le reazioni sopra descritte). "

Le reazioni comportamentali che ha descritto di per sè non hanno un valore univoco, piuttosto mi sembrerebbe maggiormente utile focalizzare la sua attenzione sul suo sentire. Quando lei abbassa la testa, lo sguardo e sente un peso sul petto, lei cosa sente a livello emotivo?

E' fondamentale che lei distingua ciò che le dice il suo psicoterapeuta da ciò che sente lei, perchè se lei si tara su ciò che le rimanda lo specialista rischia di autoconvincersi "perchè me lo ha detto lui".

"Vista da fuori, che collegamento potrebbe esserci tra il mio perenne senso di colpa e questa visione che ho di mia madre? Ho cercato di fare varie ipotesi ma poi ad un certo punto mi perdo."

In merito a questa richiesta mi sento di dirle che fare delle ipotesi sul suo funzionamento senza sapere praticamente nulla di te sarebbe un pò come tirare a caso.
Dato che, a mio parere, lei tende a voler "capire" piuttosto che "sentire", dirle la mia ipotesi in merito al senso di colpa rifnorzerebbe la tendenza razionale che non le sarebbe molto di aiuto in questo caso.

Quello che però mi senti di dirle è che il senso di colpa ha a che fare con il pensiero che si sta facendo qualcosa di sbagliato, oppure che il proprio modo di essere è "sbagliato".

Se lei sente questa emozione, e la correla al rapporto con sua madre, questo è un indizio di qualcosa che meriterebbe un approfondimento di persona.
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Attivo dal 2017 al 2018
Ex utente
Buongiorno,
la ringrazio per la risposta.
Mi ci ritrovo con quello che dice Lei, che nel senso di colpa si ha la sensazione di fare/essere in modo sbagliato. E' quello che provo io, anche quando appunto abbasso gli occhi e la testa nel momento di ridere davanti i miei genitori (soprattutto mia madre), mi sento in difetto, sbagliato, mi dispiace. Non saprei come altro descriverlo.
Questa sensazione mi accompagna da sempre, non ho ricordi di vissuto senza questo peso sinceramente. Forse per quello mi è difficile dargli un nome, cercare di analizzarlo.
Quello che sento è che io ho sempre visto mia madre come una persona debole, fragile e triste, e mi sono sempre identificato come un suo "scopo di vita"; l'idea di realizzarne una mia mi fa sentire terribilmente in colpa (dispiaciuto, rammaricato, mi sento un bastardo), mi sembra come di abbandonarla. E la cosa assurda è che comunque con lei ne parlo di questo mio sentire, ma per quanto possa dirmelo in tutte le lingue del mondo che vuole vedermi felice, dentro di me resta sempre quella convinzione, quel sentire che mi tiene legato a lei. Legato a lei in termine di dovere, non di bisogno di lei.

Spero di essere stato più esaustivo sui vari punti.