Ansia, ipocondria e fumo.

Buonasera a tutti,
mi scuso in anticipo perchè questa più che una richiesta di consulto è un vero e proprio "sfogo".
E' difficile per me anche definire un'area specialistica o una tipologia di sintomo perchè il mio malessere oramai è multiforme e altamente debilitante.
Da anni combatto con la mia ipocondria che, a fasi alterne, si presenta generandomi forti stati d'ansia, episodi di attacchi di panico, e malessere generale. Ci sono periodi in cui riesco a gestire bene la mia ansia e periodi, come questo, in cui combatto ogni secondo con me stessa, in cui passo moltissimo tempo ed impiego molte energie ad "arginare" i pensieri negativi.
Ci sono attimi in cui mi sembra di impazzire, penso di non riuscire a farcela, penso che morirò, che nel mio corpo sono già in atto processi riguardanti malattie irreversibili e letali. Ogni giorno sento un sintomo diverso e vorrei fare una visita specialistica diversa, poi cerco di calmarmi, cerco di stare calma, faccio appello alla mia razionalità e intelligenza e mi sento ridicola, mi sento stupida! Non capisco perchè devo rovinarmi la vita in questo modo e mi sento anche in colpa e mi vergogno di essere così, tanto che evito di parlarne con chi ho vicino perchè mi rendo conto di essere ridicola.
In passato ho assunto psicofarmaci per controllare la mia ansia ma non ho mai fatto un percorso di psicoterapia, e lo so che ne avrei bisogno.
Eppure c'è una parte di me che non accetta che il mio problema sia di natura "psicologica", ancora peggio, una parte di me teme che, qualora dovessi poi avere un sintomo o un segnale di qualcosa di grave, non lo riconoscerò, lo sottovaluterò pensando che sia ansia!
In tutto questo quadro psicologico si inserisce la mia natura di fumatrice.
Ho paura di sviluppare malattie legate al fumo ma allo stesso tempo non riesco a smettere di fumare.
Paradossalmente è come se smettere di fumare mi facesse sentire "malata".
Nel momento in cui io fumo, mi sento meglio, mi sento una persona "normale". Lo so che è assurdo questo meccanismo che si è instaurato nel mio cervello, so che non ha alcuna logica e che può essere facilmente demolito da chiunque, eppure è come se io quando mi concedo quelle sigarette stia comunicando a me stessa che ho tutto sotto controllo. Io in quel momento sono felice, mi sento sana, anche perchè a me fumare piace, fumare per me è un rito, un rito sociale a cui non mi sento pronta a rinunciare pur essendo ipocondriaca.
Eppure continuo a leggere articoli sui danni del fumo, e a colpevolizzarmi per non riuscire a smettere (o meglio per non riuscire a VOLER SMETTERE) di fumare quelle mie 3/4 sigarette al giorno, ad alimentare paranoie in una sorta di circolo vizioso.
Non so più cosa fare, oramai ho paura di tutto, non so nemmeno da che parte iniziare.
Grazie e scusate lo sfogo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
"Eppure c'è una parte di me che non accetta che il mio problema sia di natura "psicologica", ancora peggio, una parte di me teme che, qualora dovessi poi avere un sintomo o un segnale di qualcosa di grave, non lo riconoscerò, lo sottovaluterò pensando che sia ansia!"

Un primo colloquio con lo psicologo le consentirà di partire proprio da questo aspetto del suo vissuto, in fondo la ricerca di una presunta patologia non è altro che un modo efficace di rinviare il momento in cui entrare in contatto con la propria sofferenza.
Tuttavia sofferenza non significa automaticamente che ci sia un disturbo psicopatologico da curare.
Il primo colloquio è il primo passo, spesso il più difficile ma non deve essere vissuto come un salto nel buio, è fondamentale che al termine si ponga le seguenti domande:
- mi sono sentita accettata?
Sarà proprio questa caratteristica della relazione terapeutica che le consentirà di interiorizzare un approccio diverso verso se stessa.
- Mi sono sentita giudicata?
La sospensione del giudizio da parte dello psicoterapeuta promuove l'autorivelazione e la presa di coscienza degli aspetti disfunzionali del proprio modo di essere.
- Mi sono sentita compresa empaticamente?
Lo specialista in grado di sentire l'emozione del cliente come se fosse la propria senza mai dimenticare che riguarda l'esperienza dell'altro faciliterà a sua volta la possibilità di entrare in contatto con le emozioni e quindi di avviare un processo di elaborazione e di cambiamento.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
Dottoressa grazie per la sua risposta.
In realtà in passato ho avuto dei "primi colloqui" con alcuni terapeuti ma non ho mai seguito un percorso, un pò perchè quando sto meglio non sento più lo stimolo a proseguire, e un pò probabilmente perchè non ho mai avuto la percezione di fare qualcosa di davvero utile per la mia salute.
Alla fine mi sembra di trarre sempre maggior giovamento da rassicurazioni mediche (a seguito di visite/analisi/consulti) che da un percorso terapeutico, anche se mi rendo conto che il giovamento che traggo da queste rassicurazioni è più immediato ma inevitabilmente meno duraturo.
Anche perchè quando sono così in ansia da essere oppressa da pensieri negativi, ricerco un sollievo immediato per riuscire ad andare avanti, e nel momento in cui sto meglio tendo a dimenticare il problema.
Sono cosciente che l'unica strada che posso percorrere è quella di una terapia psicologica, eppure la sola idea di "organizzare" questa cosa, farla coincidere con i miei impegni lavorativi ecc, mi crea ansia.
Grazie ancora per la vostra disponibilità
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
"non ho mai avuto la percezione di fare qualcosa di davvero utile per la mia salute."

Dallo storico delle sue precedenti richieste emerge un disagio che si trascina da molti anni e si esprime in forme diverse.
Forse è arrivato il momento di affrontarlo seriamente, un primo colloquio sarà l'occasione per fare il punto della situazione, individuare l'obiettivo terapeutico e la modalità d'intervento più adeguata.
L'alternativa è continuare a rinviare l'avvio di un processo di cambiamento cronicizzando il suo disagio.
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Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa.
Ammetto che la mia situazione è abbastanza seria e che continuare a non affrontare seriamente il problema può portarmi a non vivere mai bene con me stessa.
Questa notte ad esempio ho dormito malissimo, fatto sogni angoscianti e stamattina mi sono svegliata con una gran voglia di piangere e una fortissima angoscia. I miei pensieri negativi finiscono per diventare ossessivi e impadronirsi di tutte le mie energie mentali, oltre che causarmi somatizzazioni che non fanno altro che alimentare altri pensieri negativi in un eterno loop; ora ad esempio è da ieri che ho una tosse stizzosa, forse anche di natura nervosa, ma non riesco a non pensare che magari può essere sintomo di qualcosa di grave.
A volte mi sembra di impazzire, guardo le persone intorno a me e mi domando perchè io non posso vivere come loro.
Anche questa paranoia legata al fumo sta diventando ossessiva. E' chiaro che smettere potrebbe solo farmi bene, ma so che a livello mentale non cambierebbe niente perchè continuerei comunque a preoccuparmi di poter ammalarmi a causa di tutto il tempo che ho passato a fumare. E allora mi ritrovo a leggere statistiche, opinioni, a imparanoiarmi anche solo per una sigaretta fumata la sera, a pensare che oramai sono condannata, o forse no, o non lo so, e allora impazzisco.
Posso anche ridurre tutti i rischi, fare la vita più sana possibile, ma continuerei a temere il peggio e anche a vivere come una eterna "malata" per morire "sana".
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
"I miei pensieri negativi finiscono per diventare ossessivi e impadronirsi di tutte le mie energie mentali, oltre che causarmi somatizzazioni che non fanno altro che alimentare altri pensieri negativi in un eterno loop."

Mi sembra una sintesi efficace e lucida oltre che il punto di partenza per iniziare a prendersi cura di sé, si tratta di disagi che si possono affrontare in modo risolutivo evitando di trascinare inutilmente il proprio malessere, che non va patologizzato a tutti i costi, ma considerato un segnale d'allarme che ci consente di individuare bisogni profondi che chiedono una gratificazione da molto tempo e di cui a volte non siamo pienamente consapevoli.
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Utente
Utente
Si Dottoressa, ho preso i contatti di alcuni professionisti e adesso mi muoverò per iniziare una terapia.

Purtroppo, se da una parte mi rendo conto che le mie paure derivano da uno stato psicologico turbato, dall'altra non riesco a togliermi dalla testa di avere qualcosa ai polmoni. Ogni volta che tossisco entro nel panico, vorrei andare dal medico, fare una visita pneumologica, non riesco a smettere di cercare informazioni su internet mi sembra di vivere in un incubo. Oramai fumo si e no una sigaretta al giorno e la notte continuo a fare incubi legati al fumo, a calcolare il rischio di tumore, a informarmi sulle analisi preventive da fare. Alterno continuamente pensieri del tipo "stai calma, è solo ansia, va tutto bene" e "no tu hai qualcosa, devi farti visitare da un medico devi fare accertamenti e solo dopo aver accertato che non hai niente ti calmerai".

Mi viene da piangere.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Cercare di eliminare un pensiero ansiogeno è il modo migliore per concentrare ulteriormente la tua attenzione su di esso, quindi è preferibile desistere da questo tentativo che non fa altro che amplificare il tuo malessere.
Ora l'aspetto da privilegiare è la scelta dello psicoterapeuta e l'avvio di un percorso terapeutico preferibilmente attraverso un approccio sensomotorio che ti consenta di instaurare un rapporto diverso con il tuo corpo.
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Utente
Utente
Dottoressa davvero non so come ringraziarla per avermi dato la possibilità di sfogare questo mio malessere.

So che non è risolutivo ma mi fa capire che ho bisogno di parlarne, che i tentativi di risolvere sempre tutto da sola con me stessa a volte non fanno altro che ingigantire le mie ansie.
Cercherò di seguire il suo consiglio e di non lasciarmi sopraffare dall'ansia di ottenere rassicurazioni mediche, soprattutto in assenza di chiari sintomi allarmanti, anche se so che non è facile per un soggetto ansioso come me riuscire a catalogare i sintomi in "allarmanti" e "non allarmanti".

Grazie ancora e buon lavoro.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Lieta di esserle stata d'aiuto.
In bocca al lupo per il suo percorso.
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