Paura di essere giudicata male al volante

Buonasera, vi scrivo perché oggi pomeriggio mi è successo un fatto che mi ha fatto preoccupare molto.
Premetto che per prendere la patente ho impiegato un anno, ho dovuto persino cambiare autoscuola perché il mio istruttore mi considerava un caso disperato. Delle amiche tempo fa mi dicevano che dovevo guidare la macchina percorrendo distanze maggiori, dopo alcuni tentativi ci sono riuscita. Anche andare nella provinciale non è stato molto facile, mentre in autostrada ci sono andata solo cinque volte in due mesi insieme al mio ragazzo. Se non fosse stato per lui, non avrei mai cominciato.
Ho paura a trasportare in auto persone con cui ho poca confidenza o che addirittura non ho mai visto. Oggi sono andata col mio ragazzo nella provinciale e mi sembrava di essere molto sciolta, pure ieri mattina l'ho percorsa senza problemi.
Questa paura mi è venuta quando un anno fa ho dovuto dare per forza un passaggio a una ragazza che conosco di vista e con la quale non ho molto feeling. Ero piuttosto tesa e deve essersene accorta. Poi dopo qualche giorno su una chat di whatsapp aveva scritto " In macchina con lei (cioè io) meglio di no" rispondendo a una che le aveva suggerito di andare con me in auto. Ci ero rimasta piuttosto male per questa frase, io già non mi sarei mai permessa di parlare male di qualcuno su una chat in cui la persona è presente.
Oggi mi si è presentata un'occasione che mi ha colto di sorpresa. Oltre al mio ragazzo dovevo dare un passaggio a una signora anziana che non avevo mai visto prima. Io ero molto titubante, avrei voluto che guidasse lui in autostrada, ma poi mi sono "lanciata" facendo la provinciale.
Per un po' è andato tutto bene, se non che quando c'era un semaforo per dei lavori in corso, io mi sono fermata col giallo, ma purtroppo ho invaso la corsia opposta e una pedona mi ha fatto capire che stavo quasi causando un incidente.
Mi è preso il panico perché temevo di andare addosso alla macchina di dietro perché dovevo andare in retromarcia. Vedere quella gente che mi guardava molto male mi ha fatto molto soffrire. La signora per fortuna non è rimasta traumatizzata, le avrò chiesto mille volte scusa. Anche dopo che lei era andata via ero agitatissima, sembravo una alle prime armi quando la patente l'ho presa nel 2005. il mio ragazzo mi ha detto che devo tenere a bada l'ansia ma non è facile, anche perchè nella sua famiglia ero diventata un caso eccezionale quando facendo una manovra avevo rovinato la fiancata, poi è stata riparata ma per un po' mi sono sentita un'incapace. in più siccome in autostrada ci sono andata solo dopo 13 anni di patente, il padre del mio ragazzo molte volte diceva che non saper andare in autostrada è da imbranati. Lo avrà detto cosi tanto per scherzare ma io ci ho sofferto per questa affermazione. Pure le amiche che ho già citato mi dicevano che non andare in autostrada limita molto la vita sociale di una persona. Io cerco di migliorare, ma l'ansia è sempre in agguato.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, mi sembra che il suo problema sia duplice: una certa insicurezza personale nel guidare l'auto, forse dovuta a scarsa pratica (in tutte le attività occorre allenarsi per raggiungere buone prestazioni) e un'eccessiva sensibilità alle critiche. Si ha perfino l'impressione che lei se le vada a cercare, nel senso che sta super attenta ad ogni giudizio, espresso a voce o scritto in chat, relativo al suo rapporto con l'automobile.Questa ipersensibilità la rende tesa, nervosa, allarmata mentre si trova al volante, peggiorando inevitabilmente le sue prestazioni di guidatrice. Si eserciti con calma a guidare almeno per mezz'ora al giorno, da sola o in compagnia del suo ragazzo, ma mentre lo fa abbia cura di scacciare dalla mente i giudizi ascoltati, i quali non possono fare altro che confonderla. Per fare un esempio, se ha vittoriosamente superato un semaforo, e mentre si sta rallegrando del successo indulge nel pensiero "Ma tanto non è qui che si vede l'abilità, si vede solo in autostrada", in pratica si sta auto-sabotando. Bastano due o tre di questi pensierini molesti per paralizzare una persona. Esistono tecniche per scacciarli. La più elementare è il restare concentrati suol qui ed ora, cacciando il pensiero molesto col dirsi: "Per ora sono qui e sono brava". E passare al traguardo successivo, realmente presente. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Sì ha ragione, devo pensare al qui ed ora. In autostrada secondo alcune amiche avrei dovuto iniziare ad andare quattro anni fa, ma un po' per la mia paura e perché non si era mai creata l'occasione, fino a tre mesi fa. Per un po'
in autostrada non ci sono potuta andare perché il mio ragazzo ha avuto problemi familiari, ma prima o poi riprenderò.
Quattro anni fa da paurosa com'ero, secondo quelle persone avrei dovuto dall'oggi al domani percorrere strade molto trafficate e persino dare un passaggio a una ragazza che è un asso al volante, guida meglio di certi uomini. Io ovviamente non volevo fare il passo più lungo della gamba e ho rifiutato, peccato che secondo loro sembravo fifona e un po' lunatica. Se avessi iniziato ad andare in autostrada con loro, probabilmente avrei avuto l'ansia a mille.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
“secondo quelle persone avrei dovuto dall'oggi al domani percorrere strade molto trafficate“. Queste persone sono specialisti? Non credo!
Se mi arriva in studio un paziente che teme di nuotare, mica gli dico di buttarsi il giorno dopo a mare?

Come saggiamente suggerito dalla Collega Potenza, si eserciti gradualmente alla guida. Senza forzare i tempi.

Altro punto: ipersensibilità al giudizio altrui. Lo sa che chi critica qualcun’altro parla di se stesso e non di chi critica? Il giudizio del criticante altro non è che il pensiero che l’altro ha sul criticato. E proprio perché è un giudizio, resta un pensiero che non corrisponde alla realtà.

Stia bene!

In bocca al lupo

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Io non vorrei forzare i tempi, anche se si vede che ci sono persone che imparano a fare qualcosa buttandosi di capofitto e credo che risultino in gamba agli occhi degli altri. Io invece credo di essere una persona che non riesce a imparare qualcosa se mi si mette sotto pressione. Ieri ad esempio ho fatto lo stesso percorso e quando il famigerato semaforo era diventato giallo sono andata perché avevo ancora tempo, se no mi sarei fermata.
Non mi è molto chiaro il concetto per il quale chi critica non parla della persona criticata ma di se stesso. Quindi se qualcuno mi diceva che a causa di una timidezza eccessiva risultavo poco "sveglia" in realtà parlavano di loro stessi?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
“Non mi è molto chiaro il concetto per il quale chi critica non parla della persona criticata ma di se stesso. Quindi se qualcuno mi diceva che a causa di una timidezza eccessiva risultavo poco "sveglia" in realtà parlavano di loro stessi?”

Il senso è che chi critica esprime un proprio pensiero sul criticato. Pensiero personale. Se mi chiamano cane, mica mi metto ad abbaiare? Io non sono un cane ma il giudicante in quel momento mi ha chiamato così!

Ok?

Potrebbe avvalersi di una consulenza psicologica perché verosimilmente lei è vulnerabile al giudizio sociale che le induce stress e pressione. Questa frase che ha scritto (con i limiti di un dialogo online) lascia pensare a quanto le ho appena detto: “si vede che ci sono persone che imparano a fare qualcosa buttandosi di capofitto e credo che risultino in gamba agli occhi degli altri.”
AGLI OCCHI DEGLI ALTRI!

Sarebbe utile che lei mentalizzasse che:
- esistono tempi diversi da persona a persona. Ognuno di noi ha il proprio tempo per tutto.
- il giudizio degli altri rimane appunto un pensiero degli altri.
- c’è chi guida più veloce e chi meno, chi sta più attento e chi meno.

Si può essere criticati anche quando si troppo attenti! Restano semplicemente critiche

Saluti
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Utente
Utente
Rieccomi. Mercoledì mattina siccome non ero riuscita a prendere in tempo il treno insieme a mia madre avevo deciso di andare nella provinciale, ma prima avevo deciso di fare benzina.
Dopo averla fatta stavo quasi per passare col verde, ma dovevo prima sorpassare un auto che caricava le valigie. Ad un certi punto un furgoncino che era dietro di me mi ha scontrato nella parte sinistra e un passante era andato a vedere cosa era successo. Mi sembrava preoccupato, cosi sono scesa e ho controllato se il danno era così grave. Intanto il furgoncino era andato via di fretta, non ho nemmeno preso i suoi dati.Ho avuto così il mio primo incidente.
Ero molto agitata perché avevo bloccato il traffico. Non so ancora adesso la gravità del danno, alla fine ho staccato una parte del parafango e c'è una crepa, ma per motivi familiari deve essere tutto a posto entro una decina di giorni e questo non mi fa stare tranquilla, anche se la colpa non è del tutto mia. Poi sono andata in autostrada col mio ragazzo dopo due giorni facendo 30 km all'incirca, però mi sento sotto pressione anche perché l'auto è determinante per la mia vita sociale e anche per per un eventuale colloquio di lavoro, visto che non trovo lavoro dal 2015. Anche per questo motivo mi sento come se dovessi far vedere di essere "brava" e volenterosa perché i disoccupati purtroppo nell'ambiente in cui vivo sono considerati degli sfaticati.