Non riesco a dire ai miei genitori che voglio cambiare università

Salve,
sono un ragazzo di 24 anni e attualmente sto frequentando la magistrale in una città molto lontana dalla mia di origine. Il problema è che oltre a soffrire molto la lontananza da casa, non riesco nemmeno ad avere una prospettiva di lavoro sicura con gli studi che sto facendo. Poiché questo stesso corso di studi è presente anche in università più vicine a casa mia, mi sento male ogni volta a pensare che sto sacrificando la mia vita per stare in questa città, riuscendo a vedere la mia famiglia, la mia ragazza e i miei amici solo una volta al mese perché devo spendere tantissimi soldi e ore di viaggio. Inoltre ho sviluppato una sorta di ansia per gli esami che mai ho avuto in vita mia finché frequentavo la triennale vicino casa, probabilmente dovuta al fatto che se non riesco a passarli sarò costretto a rimanere più tempo in questo posto. Il problema è che io vorrei cambiare università e avvicinarmi a casa, ma ho paura di deludere i miei familiari, che hanno investito notevoli quantità di soldi per farmi proseguire gli studi nel migliore dei modi. Vivo questa situazione con moltissima ansia e conto ogni volta solamente i giorni per poter tornare a casa. Come posso affrontare questa situazione?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve,

attraverso il suo racconto si possono mettere in luce alcuni aspetti su cui vorrei soffermarmi in questa sede.

Ci dice di non riuscire a dire ai suoi genitori di voler cambiare Università. Forse possiamo anche dire che, allo stesso tempo, il desiderio di affrontare questa situazione e magari parlarne con loro sia diventato un desiderio forte. Forse maturato nel tempo dentro di lei.

Mi sono chiesto se è per questo che ci sta scrivendo, come se il suo consulto potesse essere un passo in più verso la possibilità di riconoscere i suoi bisogni e di poterne parlare con i suoi genitori. Come dire un consulto che è un ponte verso la realizzazione delle sue intenzioni.

Se sente che possono disporsi a comprenderla, penso che la sua comunicazione ai suoi genitori possa essere una confidenza importante da parte sua. Può dirglielo come ha fatto qui, esponendo loro i suoi dubbi, il suo disagio, le sue idee e soluzioni relative alla possibilità di affrontare la situazione nonché il suo senso di responsabilità che mi sembra emergere dal suo racconto.
Non conosco il vostro legame né come loro potrebbero reagire, posso dire che in genere un'attitudine di apertura al dialogo con gli altri ben dispone.

Accanto a questi pensieri, vorrei anche lasciarle un'ulteriore riflessione, qualora possa esserle utile per valutare un altro livello che riguarda il suo racconto. Potrei dire per guardarsi dentro.
Intendo la possibilità di darsi l'occasione di riflettere sui motivi per cui vive una difficoltà a comunicare ai suoi genitori i suoi pensieri, sentendosi magari in colpa, avendo forse paura, preferendo a volte sacrificare se stesso.
Lei dice che teme di deluderli, e questo potrebbe riguardare la sua storia familiare e lo sviluppo del suo mondo interiore. Aprire questo discorso è complesso, ma a mio avviso potrebbe essere un'esperienza molto importante che riguarda se stesso.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta, le spiego che da una parte desidero molto poter affrontare questo discorso con loro perché sono persone con cui ho sempre avuto un ottimo dialogo in caso di problemi, ma dall'altra parte ho paura a dirglielo perché i loro sforzi per farmi proseguire negli studi sono stati enormi e mi sento veramente in colpa per questa situazione che si verrebbe a creare.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Se deciderà di dirglielo, tenendo conto che ha un ottimo dialogo in questi casi, si faccia coraggio e comunichi loro anche questo suo vissuto di colpa.

In un secondo momento non trascuri anche di indagare dentro di sé il senso più profondo dei suoi vissuti, anche a partire dalla colpa, che potrebbe essere legata al timore di deluderli.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis