Dopo aver avuto un attacco di ansia con vomito non mangio per giorni
Salve,
Sono una ragazza di 20 anni e soffro di ansia da alcuni anni. Ho sempre avuto difficoltà a mangiare la mattina, appena sveglia ho sempre una sensazione nausea che solitamente durante la giornata pian piano sparisce. Tuttavia mi capita di avere dei forti attacchi di ansia che mi portano a vomitare spesso, una volta vomitato sto subito meglio ma nei giorni successivi non riesco a mangiare quasi niente, nemmeno prendendo del Valium per calmarmi. Questa condizione influenza molto negativamente la mia vita, anche perché l'ansia che ho è strettamente collegata alla mia vita sentimentale e scolastica. Sono stata per anni con una ragazza che amavo molto, ma per colpa di una mia gelosia quasi ossessiva ho rovinato la nostra storia. Nonostante sia passato quasi un anno sto ancora molto male per questa cosa, ed è ancora lei a causare la maggior parte dei miei attacchi di ansia. Anche gli esami all'università sono degli ostacoli enormi per me: faccio fatica a mangiare per giorni prima dell'esame e quando mi sveglio la mattina solitamente ho dei conati di vomito, che non portano a nulla perché la maggior parte delle volte non esppello niente. Il problema è che se quando ho i conati per l'ansia non riesco a vomitare (quindi non riesco a "sfogare" l'ansia), questi non smettono ma continuano per alcuni minuti causandomi abbastanza problemi di stomaco per tutta la giornata se non di più.
Sono una ragazza di 20 anni e soffro di ansia da alcuni anni. Ho sempre avuto difficoltà a mangiare la mattina, appena sveglia ho sempre una sensazione nausea che solitamente durante la giornata pian piano sparisce. Tuttavia mi capita di avere dei forti attacchi di ansia che mi portano a vomitare spesso, una volta vomitato sto subito meglio ma nei giorni successivi non riesco a mangiare quasi niente, nemmeno prendendo del Valium per calmarmi. Questa condizione influenza molto negativamente la mia vita, anche perché l'ansia che ho è strettamente collegata alla mia vita sentimentale e scolastica. Sono stata per anni con una ragazza che amavo molto, ma per colpa di una mia gelosia quasi ossessiva ho rovinato la nostra storia. Nonostante sia passato quasi un anno sto ancora molto male per questa cosa, ed è ancora lei a causare la maggior parte dei miei attacchi di ansia. Anche gli esami all'università sono degli ostacoli enormi per me: faccio fatica a mangiare per giorni prima dell'esame e quando mi sveglio la mattina solitamente ho dei conati di vomito, che non portano a nulla perché la maggior parte delle volte non esppello niente. Il problema è che se quando ho i conati per l'ansia non riesco a vomitare (quindi non riesco a "sfogare" l'ansia), questi non smettono ma continuano per alcuni minuti causandomi abbastanza problemi di stomaco per tutta la giornata se non di più.
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Il vomito ansia-correlato è dato dal fatto che uno stato di ansia prolungato attiva la parte ortosimpatica del nostro sistema autonomo vegetativo. Cosa accade? Il sistema ortosimpatico che è rognoso,a differenza del parasimpatico, induce infiammazioni e ipercontrattilità della muscolatura gastroenterica. Verosimilmente (siamo online e non possiamo che ipotizzare) poi lei teme di mangiare per evitare che il vomito e/o i fastidiosi conati si ripresentino. Questa probabilmente è ansia che:
- viene somatizzata nello e dallo stomaco. E in base a questo, può leggere questo articolo:
https://sanifutura.it/medicina-e-diagnosi-quantistica/la-pancia-sente-comanda-piu-del-cervello/amp/.
- trova la sua via di fuga nel vomito. Lei scarica l’ansia con il vomito e quando ciò non accade, l’ansia aumenta. Ma occorrerebbe apprendere strategie più sane per “espellere” l’ansia e gestirla senza che il suo stomaco ne risenta. Pensi che se nel nostro sistema nervoso centrale sono presenti circa 86 miliardi di neuroni, 1/10 di essi stanno tra stomaco e intestino.
Ora: occorrerebbe spezzare questo circolo vizioso eccessivamente fastidioso rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta (preferibilmente specialista in terapia cognitivo comportamentale) per lavorare sul sintomo vomito/nausea, decrementandolo e nel contempo imparare ad utilizzare strategie e tecniche di gestione dell’ansia.
Prima di contattare il collega, faccia una visita gastroenterologica per escludere cause organiche di rigurgito e nausea.
Una volta che, come penso, il medico non rileverà nulla di anomalo, contatti un/una collega come suggerito. Magari si avvalga anche di una consulenza presso un nutrizionista. In questi casi occorre una attenta collaborazione tra professionisti per il benessere della persona.
Saluti
- viene somatizzata nello e dallo stomaco. E in base a questo, può leggere questo articolo:
https://sanifutura.it/medicina-e-diagnosi-quantistica/la-pancia-sente-comanda-piu-del-cervello/amp/.
- trova la sua via di fuga nel vomito. Lei scarica l’ansia con il vomito e quando ciò non accade, l’ansia aumenta. Ma occorrerebbe apprendere strategie più sane per “espellere” l’ansia e gestirla senza che il suo stomaco ne risenta. Pensi che se nel nostro sistema nervoso centrale sono presenti circa 86 miliardi di neuroni, 1/10 di essi stanno tra stomaco e intestino.
Ora: occorrerebbe spezzare questo circolo vizioso eccessivamente fastidioso rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta (preferibilmente specialista in terapia cognitivo comportamentale) per lavorare sul sintomo vomito/nausea, decrementandolo e nel contempo imparare ad utilizzare strategie e tecniche di gestione dell’ansia.
Prima di contattare il collega, faccia una visita gastroenterologica per escludere cause organiche di rigurgito e nausea.
Una volta che, come penso, il medico non rileverà nulla di anomalo, contatti un/una collega come suggerito. Magari si avvalga anche di una consulenza presso un nutrizionista. In questi casi occorre una attenta collaborazione tra professionisti per il benessere della persona.
Saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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Ecco.... ci mettiamo anche la diarrea! Qui mi sa che l’ansia sta tirando brutti scherzi al suo apparato gastrointestinale e viceversa.
Non posso fare altro che sottoscrivere quello che le ho suggerito di fare perché verosimilmente oltre che decrementare frequenza, intensità e durata dell’ansia, andrà ripristinato -con un lavoro comune psicoterapico e medico- il funzionamento dell’asse mente-sistema gastroenterico.
Molti studi recenti evidenziano infatti come una disbiosi intestinale, abbia ricadute negative sulla nostra psiche con sintomi ansiosi e relativi al tono dell’umore. Quindi si ok: serve una psicoterapia ma spesso è altrettanto necessaria una dieta ad hoc.
Per tanto faccia:
Visita gastrointerologica per escludere fattori organici.
Contatti un bravo collega psicologo psicoterapeuta.
Faccia consulenza presso medico o biologo nutrizionista.
Stia bene!
Non posso fare altro che sottoscrivere quello che le ho suggerito di fare perché verosimilmente oltre che decrementare frequenza, intensità e durata dell’ansia, andrà ripristinato -con un lavoro comune psicoterapico e medico- il funzionamento dell’asse mente-sistema gastroenterico.
Molti studi recenti evidenziano infatti come una disbiosi intestinale, abbia ricadute negative sulla nostra psiche con sintomi ansiosi e relativi al tono dell’umore. Quindi si ok: serve una psicoterapia ma spesso è altrettanto necessaria una dieta ad hoc.
Per tanto faccia:
Visita gastrointerologica per escludere fattori organici.
Contatti un bravo collega psicologo psicoterapeuta.
Faccia consulenza presso medico o biologo nutrizionista.
Stia bene!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.8k visite dal 26/04/2018.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.