Ansia università

Buongiorno volevo esporvi una Mia problematica che mi turba un poco, sono un ragazzo di 25 anni e sono ormai a quasi la fine del penultimo anno di università gli esami per il momento vanno abbastanza bene, aspetto la sessione estiva con esami molto difficili per chiudere L anno spero soddisfatto, sono un fuori sede, da circa 8 mesi soffro di ansia iniziati con alcuni attacchi di panico che inizialmente sono stati molto invalidanti tanto da non riuscire nemmeno a guidare, poi piano piano con tanta forza di volontà sono riuscito a superare sempre di più questa ansia che mi faceva pensare costantemente di morire, tanto da ricominciare a fare tutto anche guidare solo . non ho assunto terapie però a volte nelle emergenze avevo un Tavor portafogli che usavo al bisogno o a volte quando dovevo fare qulcosa di nuovo o insolito andavo a prevenire L ansia, non ho particolari problemi col sonno però la sera a volte prendo la passiflora per avere più tranquillità. Adesso arrivò al problema attuale, che mi sta mettendo un angoscia a volte durante la giornata, è successo che da circa una settimana e più non ho più quell Ansia, non sento più quella paura che mi sta per succedere qualcosa di brutto da un momento all altro, nemmeno a farmela venire, questo mi ha molto inquietato tanto da farmi sentire un angoscia un vuoto dentro, un tipo ansioso si abitua a chiedersi cosa sta succedendo dentro, io quando ci penso dico non sta succedendo niente davvero quindi goditi la vita, stai riuscendo a muoverti dove vuoi senza questa ansia che ti faceva salire il cuore a mille, ma poi dico no non mi sento sereno, sento un vuoto un angoscia comunque, certo è vero che devo essere preoccupato per gli esami, per il fatto che ho lasciato un contratto indeterminato per studiare un qualcosa che spero mi faccia presto lavorare, per il fatto che ho fatto un piccolo prestito per pagarmi gli studi che però cerco sempre di riuscire a pagare per non pesare ai miei genitori, anche se so che se dovessi avere bisogno mi aiuterebbero. Però non só questa angoscia mi preoccupa, Anche se non mi sento più il cuore a mille o quella sudorazione. Volevo chiedere cosa ne pensavate voi professionisti grazie in anticipo
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

possono essere diverse le preoccupazioni in questo momento che possono sollecitare in lei uno stato emotivo intenso. Si trova verso la fine del suo percorso universitario, su cui ha investito tanto e in cui crede. Per non gravare sui suoi genitori, si è dato da fare, ha avuto l'idea di chiedere un prestito. Il peso di questa situazione può gravare e renderla preoccupato. Inoltre deve anche sostenere a breve degli esami difficili. Tutto questo va tenuto nel dovuto conto.

Non ci conosciamo, e mi sono chiesto se si sta facendo carico di tanti pesi tutti su di sé, pensando forse di non poterli condividere. In questo senso mostra una grande forza, ma forse a volte è necessario anche avere una spalla su cui appoggiarsi. In fondo anche l'ansia l'ha gestita tutta da solo, se ho capito bene.
Ho fatto questo pensiero perché ha parlato di un senso di vuoto profondo che sente dentro di sé, e questo mi ha fatto interrogare su un senso di solitudine, sugli affetti intorno a sé e sul suo mondo relazionale.

Ho trovato importante una distinzione emblematica che pone, quando parla di ansia e angoscia. Come se ci fosse un passaggio, su cui troverei prezioso che si potesse soffermare, facendo un approfondimento idoneo. Da qui non posso aiutarla in proposito, ci sono troppi itinerari complessi che si potrebbero considerare.
Le lascio solo una suggestione, cioè che a volte questi vissuti li proviamo perché ci sentiamo soli, altre volte perché rinunciamo a guardarci dentro e a essere noi stessi.

Anche quando parla della sua preoccupazione ad affrontare qualcosa di nuovo o insolito, mi fermerei a riflettere su questo. Fa un discorso che potrebbe aprire diverse domande e portarci nel suo mondo interiore più profondo. Questo discorso, che merita la massima attenzione, può riguardare l'immagine che lei ha di se stesso e il livello del suo senso di sicurezza in sé.

Credo che avere scritto il suo ricco consulto sia un segno particolarmente positivo. Forse indica che la strada per lei oggi è quella di confrontarsi anche con qualcun altro, per poter affrontare questo malessere che vive e prendersi cura di sé non più da solo.

Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Utente
Utente
La ringrazio davvero per la risposta, ha ragione sul fatto che tendo a non farmi aiutare e di cercare risolvere le problematiche da solo, lo dimostra anche che da quando non ho più L autonomia economica cerco sempre e comunque di gestire il denaro della borsa di studio in modo da essere sempre coperto e non chiedere mai soldi a nessuno, a volte durante questo percorso ho avuto la forza di chiedere consiglio a mio fratello o alla mia ragazza anche se non mi sono mai sbottonato del tutto, per paura forse di farmi notare debole vulnerabile, perché io ero e vorrei continuare ad essere la persona forte che cerca sempre di aiutare tutti, non ho mai detto loro che L ansia mi perseguitava costantemente oppure che non riuscivo a guidare più dopo che prima del mio primo attacco di panico, facevo migliaia di km, un giorno però mi sono fatto forza e sono partito da casa per arrivare all università 5 ore di strada e sono stato male ma una volta arrivato ho visto che non era successo nulla è da lì piano piano è calata L ansia, sono contento del fatto di essermi ripreso un po’ la mia vita ma allo stesso tempo sono un po’ preoccupato per questa angoscia che mi fa avere paura di deprimermi, anche se sono sempre il tipo che non si tira indietro a fare le cose che ha voglia di studiare che ha voglia di laurearsi e lavorare spero appena uscito dal Università, ho paura che mi cambi che non mi faccia avere più voglia di studiare quindi di concludere gli studi, anche perché vedo anche miei colleghi che si ritirano è questo mi fa dispiacere per loro, e mi fa avere paura per me, mi fa pensare che non so se sto uscendo realmente.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Lei mostra una grande volontà, ma non dimentichi che la forza si misura anche nel chiedere aiuto o nel condividere i propri stati d'animo ad esempio. Parlare della propria vulnerabilità, esprimersi ed aprirsi, non è un segno di debolezza, è un gesto umano. La vulnerabilità riguarda tutti noi.

Anche dalle sue ultime parole mi sembra che una parte di lei si senta sovraccarica, un po' come stiamo dicendo. Non so se per questo sente che qualcosa potrebbe cambiare e ha paura di non concludere più gli studi. Come se stesse chiedendo troppo a se stesso e fosse necessario prendersi dei momenti di riposo.

Questo non vuol dire che le passi la voglia di studiare, ha scelto l'Università e sta facendo dei sacrifici. Se è quello che desidera non vedo perché non dovrebbe concludere il suo percorso su cui ha investito tanto.
Vuol dire però che magari potrebbe essere vantaggioso diminuire il carico, cosa che forse una parte di lei vorrebbe. Questo potrebbe portarle un sollievo rispetto al suo malessere e potrebbe così consentirle di realizzare il suo desiderio, che ci comunica, di volersi godere giustamente la vita.

Di nuovo,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Si cercherò di sovraccaricarmi meno o per lo meno cominciare piano piano ad alleggerirmi, sto pensando di trovare un hobbyes per evitare di stare a pensare sempre alle problematiche che comunque sono risolvibili ma che mi entrano in testa come una fissazione, specialmente la paura di non riuscire a pagare il prestito che penso sia il primario motivo che mi genera angoscia ho visto che lei riceve a Roma, io studio a Roma e spero di lavorare su Roma la terrò presente eventualmente per quando avrò la possibilità per richiederle una consulenza, la ringrazio molto per avermi dato dalle linee guida da seguire
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È una buona idea trovare tempo per sé, ma è comunque importante a mio avviso che possa riflettere sul suo malessere, come abbiamo iniziato a fare noi brevemente qui.
Sottolineo l'importanza di questo perché a volte quando cerchiamo di distrarci e di non pensarci, il malessere resta dentro di noi e prima o poi può riemergere. Come quando abbiamo una ferita, è necessario aprirla per prendercene cura e fare in modo che possa rimarginarsi nel modo giusto.

Se spera di lavorare su Roma, le auguro di realizzare questo suo desidero. Non esiti a contattarmi per qualsiasi informazione certo, dal vivo senz'altro potremmo fare una panoramica approfondita e avere lo spazio di ascolto e di dialogo necessario.

Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Buongiorno Dr De Santis, volevo esporli il fatto che ne ho parlato con i miei genitori e mi sono sentito meno angosciato, anche perché sono disposti ad aiutarmi come mi aspettavo, ieri però tornato all università dopo un lungo periodo a casa sono stato però un po’ in ansia perché ho come avuto una paura di perdere il controllo, ho come pensato, ma se questi problemi che ho mi facessero impazzire e fare qualche cavolata? Ho avuto più paura che ansia, le volevo chiedere perché mi è successo, mi sono un po’ destabilizzato mi ha inquietato un po’ questa cosa, premetto che sono stato tutto il giorno da solo a casa.
Sembra quasi che durante il percorso che uno fa dall attacco di panico ci siano tanti altri step da superare dal ipocondria all angoscia, dove ogni volta bisogna lavorare su ogni cosa.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei,

è positivo che si è potuto confidare con i suoi genitori, questo è un gesto di forza. Ed è importante che abbia potuto sentire la loro disponibilità.
Attraverso il nostro scambio e leggendo anche le sue ultime parole odierne, continuo a sentire il valore della condivisione come un aspetto cruciale per la vita di tutti noi. E lei ce lo testimonia.

Mi sono chiesto se la condivisione che c'è stata in questi giorni con i suoi genitori, così come la nostra, pur se entro i limiti di un consulto online, ha potuto generare un senso di benessere in lei. E non so se, invece, il distacco dal lungo periodo a casa abbia alimentato alcune paure e inquietudini in lei, facendole vivere un senso di destabilizzazione e solitudine intensi.

Se così fosse, intanto si dia qualche giorno per riambientarsi. Poi in effetti fare una consultazione dal vivo potrebbe esserle utile per approfondire i suoi vissuti, trovare uno spazio di ascolto e avere anche un punto di riferimento, un faro per i momenti più bui.

Mi comunica la fatica di vivere stati d'animo di ansia e angoscia, so quanto questo possa fare male. Quanto possa pesare e scoraggiare, ma tenga duro. Non è facile, gli ostacoli ci sono sempre nella vita. Ricordi però che li può affrontare, come sta mostrando di fare, anche con l'aiuto degli altri.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Sicuramente ogni volta che salgo o scendo ho bisogno di qualche giorno per riabituarmi se si tratta per Lunghi periodi, comunque io penso che tornerò ad essere quello di una volta solo quando ricomincerò a lavorare, perché per me la cosa che mi ha destabilizzato è non avere più la mia autonomia economica, ho lavorato per 6/7 anni senza mai fermarmi e ora che mi ritrovo all università sapendo che non posso lavorare perché pieno di esami e tirocinio questo mi fa stare male, per me è difficile accettare di farmi aiutare economicamente, però mi devo mettere L anima in pace un altro anno deve passare. A breve sarò sotto esame e spero un po’ di distrarmi anche perché devo concentrarmi su questi esami molto difficili anche per la borsa di studio, speriamo bene, intanto le mie vittorie comunque sia me le sento addosso, durante questo percorso, il fatto di tornare a guidare con quella serenità di una volta, passeggiare, sono stato anche ad un concerto senza problemi sono grandissime vittorie, certo devo essere consapevole che ci saranno alti e bassi, ho provato a lavorare sul fatto dell accettare la mia non più autonomia economica ma ancora non riesco mi sento troppo responsabile di questa cosa
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Ha ragione, sente un senso di incertezza e paura, ancora non sa cosa accadrà precisamente. Questo vissuto è diverso quando si ha un lavoro, tuttavia quello che sente è comprensibile perché sta facendo un progetto, un investimento.
Sta costruendo e, durante questa fase che è precaria e può essere anche lunga, prima di vedere i risultati e sentire un senso di sicurezza lavorativa e di stabilità, ci vuole un po' di tempo. Non deve dimenticare che non ha lasciato il lavoro per non fare niente.

Senz'altro andrà meglio quando vedrà che i semi che sta gettando daranno i loro frutti, e adesso le tocca resistere rispetto alla tensione prolungata di questa fase e alle paure che essa può generare. Non si scoraggi, con un po' di ottimismo, con l'impegno e la determinazione che mostra, e speriamo anche con quel pizzico di fortuna che serve a tutti noi, le cose per lei si sistemeranno.

Accanto a questo, il senso di angoscia e di solitudine potrebbe essere anche legato al mondo degli affetti, che magari la precarietà legata al lavoro potrebbe mettere più in evidenza in questo momento. Potrebbe essere questa un'occasione per guardarsi dentro ed esplorare se stesso e i suoi vissuti più profondi. Sono sicuro che saprà pensarci e prendersi cura di sé.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Riguardo gli affetti, non mi sento particolarmente solo anche perché ho una ragazza che mi aiuta in questo momento difficile, lei anche ha fatto L università è ha detto che è normale vivere questi momenti solo che a me sono più amplificati causa del fatto delle responsabilità e del cambiamento drastico dato alla mia vita, mio fratello mi è molto vicino anche perché lui ha avuto dei vissuti di ansia durati poco tempo per alcuni esami dati in passato. con i miei lentamente mi sto aprendo, quindi tutto sommato mi sento abbastanza soddisfatto su questo punto di vista, certo avere lontana la mia ragazza è vedere lei in una sistuazone di disoccupazione non aiuta tanto però cerco di dare forza a lei, la terrò aggiornata sull andamento DR de Sanctis, oggi andrò a comprare un integratore di magnesio o vitamina c per contrastare questa lieve stanchezza che ho addosso, probabilmente dovuta a un periodo stressante per me o anche alla primavera chissà, nel mio tempo libero voglio cominciare a provare a camminare come hobbies anche perché può aiutare a riflettere meglio sulle cose che non vanno, anche se a livello ansioso o angosciante mi sento meglio sento di dover lavorare ancora per cercare di rafforzarmi perché non sento una totale tranquillità interiore.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È importante che possa sentire una vicinanza affettiva con le persone a lei care. E riconoscere in loro delle risorse, che possano starle vicino per affrontare le difficoltà. Piano piano spero che possa ritrovare una maggiore tranquillità interiore. Restiamo comunque senz'altro in contatto.

Con sincerità,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Buongiorno dottore, le avevo detto che L avrei aggiornata, in questi giorni sono stato all univesita ho fatto lezioni varie e sono stato tranquillamente con i miei colleghi, quando sto fuori all uni o in giro mi sento bene tranquillo, ma quando sto a casa ho un umore, un morale basso, tanto basso da non avere voglia di fare nulla, come non sentire nessuno stimolo, questo mi porta a farmi tante domande del perche sto così giù, non mi sento ansioso infatti il Tavor che ho nemmeno lo penso più come quando i primi tempi stavo sempre col pensiero se aumenta L ansia prendo il Tavor, mi sta molto destabilizzando questa cosa perché ho paura di deprimermi, e questo va ad ampliare la mia paura, e queste sensazioni, ieri stavo parlando al telefono è ho avuto come delle sensazioni di conati che mi hanno costretto a chiudere rapidamente, poi sono uscito a fare un giro e mi è passato tutto, ne ho parlato con mio fratello, lui dice che c’è un qualcosa che mi fa stare così,
Ma io non riesco a capire proprio cosa, ho paura di perdere il controllo, di cambiare, a me piace come sono, com è la mia vita non voglio cambiare le mie abitudini,
Non so se è un periodo e basta, ma è come se mi trovassi senza un qualcosa che mi entusiasma, la sera diminuisce questo malessere, dormo anche bene.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

immagino che il carico emotivo che stia vivendo non sia semplice. Ci sono dei momenti positivi e il fatto che lei li voglia valorizzare è importante. Allo stesso tempo qualcosa genera in lei uno stato d'animo che la fa stare in subbuglio e non la lascia sereno.

In effetti, come dice suo fratello, questo malessere che sta vivendo sembrerebbe legato a qualcosa. Forse, come lei si chiede, potrebbe essere questo periodo, e passerà. Allo stesso tempo si potrebbe fare dal vivo una panoramica più ampia e chiederci perché sente così forte la paura di perdere il controllo, come mai ci sono alcuni vissuti intensi di angoscia, come mai sente tanto il timore di non farcela e non sta affrontando con il giusto ottimismo questo periodo. Possono esserci una complessità di elementi da considerare, su cui è necessario soffermarsi in modo approfondito.

È un momento delicato e critico ma, con i limiti di un consulto online, mi sembra di poter dire che lei abbia le risorse per proseguire e per investire sulla sua vita, seguendo i suoi progetti.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Sa spesso io dimentico come mi sono sentito in passato anche quando avevo forte ansia, è una mia componente il fatto di dimenticare sensazioni passate, però ricordo che L hanno scorso anche non avevo voglia di mettermi sui libri nello stesso periodo e stessa sessioni però con sensazioni meno negative, poi arrivato sotto esame ho preso in mano la situazione e mi sono dato da fare, ora però è una cosa più generalizzata non riguarda solo gli esami ecco perché mi inquieta
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Comprendo l'inquietudine, ma penso che momenti critici possano anche essere un'occasione per guardarsi dentro e diventare più forti per il futuro. Vorrei poterla rassicurare, dicendole di non avere così tanta paura, è una situazione che si può affrontare.

Il fatto che le sembri un malessere più generalizzato, che non riguarda solo gli esami, comporta la possibilità di fare una panoramica più complessiva, che è possibile soltanto dal vivo. Fare un colloquio può essere un'occasione per parlare e capire se possa essere importante per lei uno spazio d'ascolto e un punto di riferimento per affrontare questo momento.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Utente
Utente
Buongiorno dottore, è Ormai passato circa un mese che ho passato Benino per il semplice fatto che ho riflettuto un po’ su me stesso come aveva consigliato lei, ho capito un po’ cosa mi angoscia anche se non ho avuto ancora il tempo di darmi delle risposte, ho capito che da quando avevo avuto episodi ansiosi avevo perso un po’ la fiducia in me stesso nel poter fare tranquillamente le cose che facevo prima, mi sono anche messo molto alla prova per darmi risposta è devo dire che è andata molto bene, ora vorrei darmi una risposta ad un altro dubbio che pensavo che non avrei mai avuto, ovvero sul percorso universitario ormai a un anno dal termine, che ho scelto e non so se vorrò far diventare una mia professione, certo ho investito molto su questo e ora avere questo dubbio mi sconvolge un poco, dovrò sicuramente mettermi alla prova anche su quello, per ora mi rispondo di terminare gli studi e poi eventualmente provare, se non mi piace posso cambiare, perché il pensiero di sentirmi obbligato a fare una professione che potrebbe non piacermi o non sentirmi in grado di poterlo fare questo mi fa stare un po’ male.
Certo questo dispiacerebbe anche a molte persone importanti intorno a me è forse questo mi farebbe stare ancora più male, però in fondo è importante la mia felicità è per gli altri che io sia felice.
Da questo facendomi un autodiagnosi critica, posso dire di essere in una specie di crisi esistenziale che comprendo di avere perché ho dovuto fare un percorso contrario e diverso ai normali studenti, ovvero da lavoro a universita e non da università a lavoro, per giunta fuori sede e con pressione economica non indifferente, a prescindere da questo L angoscia si può dire molto diminuita, sto ancora combattendo contro questa stanchezza cronica che non cessa, forse causata dal fatto che ho esaurito un po’ le mie forze a livello psicologico, quindi dovrò rilassarmi e riprendermi lentamente anche se ci sono gli esami e non ho molto tempo per farlo, ma me lo riserverò per dopo gli esami.
Mi faccia sapere cosa ne pensa se può grazie infinite
Saluti
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buonasera,

crisi esistenziale mi sembra una definizione significativa e puntuale. Ha vissuto un periodo di ansia e successivamente di angoscia e vuoto. Ora si sta interrogando circa l'università e il suo lavoro futuro. Effettivamente sta mettendo in discussione alcuni aspetti della sua vita e questo può comprensibilmente destabilizzarla. Come lei dice può "sconvolgerla", cosa che non deve stupire.

Emerge un elemento importante rispetto al lavoro, anche se è soltanto accennato nel suo racconto quando dice, se ho capito bene, che potrebbe non sentirsi in grado di fare il lavoro per cui ha studiato. Questo apre discorsi legati alla sua storia e all'immagine di sé che, se deciderà, potremo approfondire.

In questa sede le dico soltanto che alcuni timori che noi viviamo possono interferire sulle nostre possibilità e, conseguentemente, sulle nostre scelte.
Forse non è un caso, d'altronde, che lei abbia parlato di fiducia in sé, proponendo una riflessione fondamentale e molto grande che sembra in linea con il mio pensiero.

Il suo percorso, come dice, è stato ed è ambizioso. Ha scelto di lasciare il lavoro per l'università e ora sente l'importanza di fare un bilancio. Quindi con fiducia, parola nient'affatto scontata che desidero ribadire, potrà affrontare i suoi interrogativi e dubbi.
E mi sento anche di dire che il suo desiderio di un nostro dialogo e di un nostro confronto sono un aspetto positivo e particolarmente favorevole. Tanto più perché tende a voler risolvere tutto da solo, cosa che forse sta rivalutando in modo critico e vantaggioso per sé.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#18]
Utente
Utente
Buongiorno Dottore, la volevo aggiornare, in questo periodo ho cominciato gli esami che dureranno fino a fine luglio, per fortuna per ora sono andati bene, la stanchezza e quasi cessata, e ho notato che forse era causata dal troppo stress accumulato, ora mi sento meglio, anche se ho un grande punto di domanda dentro di me che non mi fa vivere il presente, ho questa paura di non riuscire una volta laureato a effettuare questa professione, a causa del fatto di essere un po’ ansioso, la professione che ho scelto mi farà avere a che fare spesso, se non sempre con pazienti critici che stanno male, con sangue, quindi la mia paura è di farmi prendere dal ansia, ho effettuato mesi di tirocinio e sono stato sempre molto bravo, detto da chi mi supervisionava,
Ora però forse il fatto che non faccio tirocinio da un po’ di tempo a causa del fatto che ho troppi esami, mi sento come se non fossi in grado di effettuare questa professione, che quando ero a tirocinio mi entusiasmava, avevo sempre voglia di imparare di migliorare. Ora mi chiedo, la risposta a questo me la devo dare tornando a tirocinio?! Perche questa cosa sembra banale ma basa su tutto il mio percorso universitario, una domanda del genere ti genera mille domande, dal fatto se hai scelto la giusta facoltà, al fatto di che farai allora in futuro come alternativa? Oppure al fatto che sono obbligato ormai a scegliere questa professione perché ho speso tempo e denaro per arrivare fino a qui, lei capirà bene che mi sento molto confuso e un po’ anche in ansia, come mi aveva detto lei ho cominciato a guardare dentro di me e condividere con gli altri il mio malessere, sciogliendo tutti quei nodi che avevo, sono arrivato a questo grande nodo che non posso condividere con molti specialmente persone che hanno creduto molto in me quando ho scelto questa facoltà e sarebbe una delusione, ne parlerò con mio fratello solo, appena possibile, volevo sapere lei cosa pensa, perché se penso di lasciare l università non voglio, sto bene li, mi piace ciò che studio, però mi fa paura ansia e angoscia il fatto del mio sbocco futuro lavorativo, paura di non essere in grado, di tornare ad avere ansia forte, a volte mi rispondo, si è vero avrai ansia i primi giorni come tutti forse un po’ di più ma poi mano a mano che conoscerai L ambiente tutto ritornerà normale. Grazie spero di non essere stato troppo prolisso
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio a lei,

il fatto che gli esami stiano andando bene è un buon segno per tante ragioni. Immagino che possa anche essere una nota positiva rispetto alla possibilità di avere di nuovo la borsa di studio.

Sono emersi tanti aspetti e tanti vissuti nel suo racconto. La conclusione del percorso universitario può metterla di fronte a un ruolo nuovo a cui è chiamato, svolgendo un lavoro di responsabilità. Questo può sollevare alcuni vissuti, alcune domande, ad esempio: quando e dove troverò lavoro, sarò capace di svolgerlo, sarò soddisfatto?

La conclusione del periodo universitario, che è limitato ad alcuni anni, può quindi fare emergere alcuni vissuti comprensibili, anche rispetto ai motivi che possono averla portata a lasciare il lavoro precedente per intraprendere un percorso differente nella sua vita. Da qui la domanda: che cosa mi ha spinto a cambiare e, alla fine, ho trovato quello che stavo cercando? Non è un caso che abbiamo definito emblematicamente questo suo momento “crisi esistenziale”.

Leggendo il suo racconto, mi sono chiesto se occupi un posto centrale l’idea di non essere capace di svolgerlo, come se non si sentisse all’altezza. Come lei dice, deve darsi il tempo di fare pratica, forse per questo sente importante il tirocinio e i riscontri positivi dei supervisori. Sente fondamentale confrontarsi con l’esperienza per imparare e acquisire sicurezza.

Sarebbe importante poter approfondire questi temi, capire se i vissuti di ansia, sfiducia, angoscia e paura, facciano parte della sua esperienza in generale o siano circoscritti soltanto a questo periodo. Ci sarebbero domande importanti da fare, riflessioni su cui soffermarci, tuttavia purtroppo non riusciamo a sviluppare online un discorso più approfondito.

Allora mi fermo qui, rinnovandole l’invito a incontrarci, per proseguire il nostro dialogo dal vivo. Provi a valutare l’opportunità di fare alcuni colloqui, in modo tale da poterci confrontare in uno spazio idoneo, avendo l’attenzione e il tempo necessari nonché la dovuta continuità. Mi faccia pure sapere.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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