Come si impara ad amare se stessi?

Buongiorno, mi trovo in una situazione di stallo da qualche mese e non so come uscirne. Ho 25 anni e ho avuto una relazione per 9 anni (dai 14 ai 23). Ero molto innamorata di lui, ma il rapporto si è lentamente trasformato in un grande affetto, più materno che romantico. Per una serie di ragioni, mi ero sempre calata nei panni della sua salvatrice e un anno e mezzo fa ho deciso di lasciarlo per provare a vivere la mia vita. Questa svolta è stata molto liberatoria per me, ma mi è mancata la stabilità che avevo sempre trovato in lui. Inoltre, la spinta per compiere questa scelta è giunta dall'incontro con un altro uomo, che rappresentava tutto quello che il mio ex non era. Era maturo, intraprendente e si prendeva cura di me. Insomma, nel giro di poche settimane mi sono invaghita perdutamente, salvo poi scoprire che era fidanzato da anni con un'altra ragazza. La delusione è stata cocente, ma non è bastata ad allontanarmi. Mi dicevo che prima o poi l'avrebbe lasciata e che avrebbe capito il nostro grande amore. Ovviamente non è successo e io ho trascinato questo rapporto tra addii e riappacificazioni per più di un anno. Da lì, si sono verificate un altro paio di relazioni che sono finite tutte allo stesso modo: sono brava, bella, simpatica, ma nulla di più. Non scatta nient'altro nel partner, mentre io inizio ad innamorarmi. Inutile negare che a questo punto inizio a chiedermi se ci sia qualcosa nel mio modo di pormi che impedisce agli altri di legarsi a me.
Tutta questa premessa per spiegare come nell'ultimo anno e mezzo io sia scesa in una lunga spirale che mi porta a pensare di valere qualcosa solo se inserita in un contesto a due. Ho preferito una relazione tossica e alcuni altri brevi rapporti palesemente senza valore alla solitudine. Nei periodi in cui non esco con nessuno o non conosco nessuno tendo a mancare di stimoli e di voglia di fare. Come se il mio valore si misurasse solo e soltanto in relazione agli altri. In tutto ciò, sono razionalmente consapevole dei miei pregi e dei miei difetti, eppure ho bisogno di specchiarmi negli occhi altrui per volermi bene. Infine quindi vi chiedo: come si impara ad amare se stessi? Come ci si attribuisce un valore senza aspettare che sia un uomo a darcelo? Come si impara a desiderare una relazione perché ci migliori la vita e non perché la renda degna? Sono stanca di rendermi lucidamente conto di quanto io attenda costantemente gesti d'affetto da altri, delle ore in cui aspetto un segno da persone che non mi interessano nemmeno troppo, solo per poter pensare "mi cerca, allora valgo". Sono stufa di sentirmi così e vorrei davvero ricominciare a respirare aria fresca. Voglio vedermi e amarmi come so di meritare, anche seguendo un percorso terapeutico qualora necessario.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87

Gent.le Ragazza,
l'obiettivo terapeutico del tuo percorso lo hai individuato molto lucidamente ora non ti resta che fare un primo colloquio con uno psicoterapeuta, al termine del quale prova a chiederti
se ti sei sentita accettata, compresa empaticamente e non giudicata.

Se la risposta è affermativa allora ci sono le migliori premesse per avviare un processo di cambiamento attraverso la psicoterapia, intesa come percorso di crescita personale e non di cura della patologia.

Per approfondire: Amare se stessi

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it