Elaborazione del dolore
Salve, sono un ragazzo di 20 anni e sto avendo dei problemi nel gestire emotivamente il dolore di un “amore non corrisposto”, per semplificare. Sono un tipo insicuro, sensibile ed è per questo difficilmente mi apro, fido e di confidenza alle persone che conosco, per paura di soffrire e sentire il dolore. Ho conosciuto una persona con la quale ho avuto un rapporto sincero, spontaneo e intimo dove si parlava anche di cose personali, quelle paure e ansie che raramente confidiamo alic conoscenti. Purtroppo questa complicità o non so come definirla, non ha portato a una relazione che lei ha però intrapreso due mesi dopo con un altro. Dopo il rifiuto ho avuto reazioni emotivamente forti, le ho pianto davanti in pratica e questo episodio, unito a altri dello stesso tipo, ha portato lei ad allontanarmi definitivamente, causando in me un grande dolore. Successivamente la sua relazione con l’altro ha minato ulteriormente la mia sicurezza e provocato altra sofferenza.
Sto facendo fatica a elaborare il dolore, cerco di non pensarci ma quando succede scoppio in pianto isterico o situazioni d’ansia. Sono passati 3 mesi ormai e la depressione è passata ma il ricordo del dolore e della situazione attuale fa ancora molto male. Non so se sto reagendo bene, piangendo in pratica una volta al giorno da un mese a questa parte. Dovrei lasciarmi tutto alle spalle e andare avanti ma ancora non ce la faccio completamente, alternando momenti di svago a sofferenza. Piangere ogni giorno, se il dolore persiste anche se spero diminuirà, è una reazione sana?
Sto facendo fatica a elaborare il dolore, cerco di non pensarci ma quando succede scoppio in pianto isterico o situazioni d’ansia. Sono passati 3 mesi ormai e la depressione è passata ma il ricordo del dolore e della situazione attuale fa ancora molto male. Non so se sto reagendo bene, piangendo in pratica una volta al giorno da un mese a questa parte. Dovrei lasciarmi tutto alle spalle e andare avanti ma ancora non ce la faccio completamente, alternando momenti di svago a sofferenza. Piangere ogni giorno, se il dolore persiste anche se spero diminuirà, è una reazione sana?
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Gentile utente,
Lei ci dice che il "lutto" - l'allontanamento della persona amata - risale a circa tre mesi fa e ci chiede se è "normale" piangere ogni giorno.
Quando si è addolorati piangere rappresenta una manifestazione consona. Forse Lei si fa problemi perchè - in quanto maschio - non Le sembra giusto piangere?
Piangere permette di espellere una parte del dolore; si figuri che la composizione delle lacrime ... da cipolla è del tutto differente da quella della lacrime di dolore. Per forza, contengono il dolore...
L'altro punto è nella frase:
"..Dovrei lasciarmi tutto alle spalle e andare avanti.."
ma il lutto ha bisogno di tempo, di più di tre mesi talvolta;
in questa fase è anche opportuno chiedersi se qualcuno dei propri comportamenti ha danneggiato la relazione, come potrà anche leggere qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html
Al momento sta "alternando momenti di svago a sofferenza",
tutto OK.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Salve dottoressa la ringrazio innanzitutto per la repentina risposta. Non penso che sia innaturale piangere in quanto maschio, ho una mentalità aperta rispetto a questo, ma sono preoccupato perché ho passato un mese depresso senza e quello successivo a piangere ogni giorno, la mia era una semplice preoccupazione in quanto sono insicuro nel gestire questo tipo di dolore, essendo tra le prime volte.
Per quanto riguarda la relazione, la chiusura del rapporto è dovuta al fatto che non abbia accettato il rifiuto e abbia continuato a volere una relazione con lei, in quanto mi sentivo bisognoso di una relazione del genere, e non ho rispettato le sue difficoltà che avevano portato a rifiutare una relazione. Lei era appena uscita da un ex che aveva minacciato di stalking e questo ha portato, secondo lei, a chiudere dirmi di no. Il non aver capito la situazione dopo il rifiuto e aver continuato in una cosa che lei non voleva ha portato alla chiusura, dolorosa anche nei modi, del rapporto. Anni
Per quanto riguarda la relazione, la chiusura del rapporto è dovuta al fatto che non abbia accettato il rifiuto e abbia continuato a volere una relazione con lei, in quanto mi sentivo bisognoso di una relazione del genere, e non ho rispettato le sue difficoltà che avevano portato a rifiutare una relazione. Lei era appena uscita da un ex che aveva minacciato di stalking e questo ha portato, secondo lei, a chiudere dirmi di no. Il non aver capito la situazione dopo il rifiuto e aver continuato in una cosa che lei non voleva ha portato alla chiusura, dolorosa anche nei modi, del rapporto. Anni
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Utente
Il fatto è che io continuo a pensarci, a voler chiarire e confrontarmi. L’impossibilità di farlo mi impedisce di accettare la fine di un rapporto così bello e intimo per un errore, per quanto grave possa essere considerato da lei. Sento di non riuscire andare avanti senza un vero e proprio chiarimento
[#5]
La difficoltà a chiudere ci sarebbe probabilmente anche dopo il chiarimento auspicato.
Non si "fissi" su quello, dunque.
"..Sento di non riuscire andare avanti senza un vero e proprio chiarimento.." :
più Lei si fissa su ciò, e più rimarrà immobile, anzichè "andare avanti" come Lei stesso auspica.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 841 visite dal 21/04/2018.
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