Studentessa fuori sede depressa

Buonasera, ho 24 anni e sono una studentessa universitaria fuori sede. Ho cambiato città per la laurea specialistica da un anno. Fino all'anno scorso vivevo e studiavo a Roma, città in cui non ho avuto problemi ad ambientarmi: avevo degli hobby, degli amici e vivevo con mio fratello. Ho cambiato città per frequentare un'università a mio parere più prestigiosa perché ho molto a cuore gli studi e la mia futura carriera professionale e ciò ha indebolito le mie amicizie pregresse, vista la lontananza. La città in cui vivo oggi è Torino: quando mi sono trasferita non conoscevo nessuno. All'università non sono riuscita a socializzare perché sono una persona introversa e non mi piacciono i rapporti superficiali, non mi piaccio fisicamente e questa mia insicurezza si riflette nei miei gesti. In più i 'gruppi' di studio si erano già formati, essendo arrivata ad anno accademico già iniziato. Ho approfondito la conoscenza con un ragazzo che fa la mia stessa facoltà e che ha fatto la mia stessa scuola superiore: l ho rincontrato qua e per così dire mi sono aggrappata a lui, in un'amicizia esclusiva a lezione che in un certo senso non mi ha spinto a socializzare con altri. Lui però ha la sua cerchia, interessi diversi dai miei e non mi coinvolge. Molte volte gli ho proposto delle cose da fare insieme, come pranzare a casa mia, uscire ma lui ogni volta sembra avere impegni ( veri o fittizi) o comunque sembra poco interessato a me, nonostante sia l'unico a dimostrarmi attenzioni. È per questo che me ne sono invaghita ma lui non l ha capito (o fa finta di non capirlo). Ad ogni modo soffro, perché sa che io non ho amicizie qui e sto vivendo male la mia esperienza universitaria ma non mi aiuta. Sto pensando di troncare i rapporti perché lui mi piace, mentre da parte sua non so neppure se ci terrà a rimanere mio amico finiti gli studi. Io di mio sono una persona scherzosa e di compagnia, l'unico 'problema' è che ho interessi particolari. Ho imparato ad andare ai concerti/cinema da sola perché non voglio forzare le persone a fare cose per cui non provano interesse. Però soffro, perché i miei 24 anni volevo viverli con più spensieratezza. Quindi continuo a bere birra o gin da sola in camera e piango magari mentre ascolto canzoni che riflettono questo periodo buio. Mi è anche capitato di piangere in pubblico (in treno), senza un motivo preciso ma proprio perché vivo male questo periodo. Non so come uscirne, sto pensando di dare priorità allo studio, così prima finisco prima lascio la città. Ma non riesco a vivere un altro anno in solitudine con crisi di pianto. Non so come fare e chiedo aiuto.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve,

leggendo il suo racconto emergono aspetti importanti, che riguardano se stessa, le sue relazioni e le sue scelte di vita. In questa sede scelgo di darle due suggestioni evocate in me dalle sue parole e dalle loro complesse sfumature.

Il primo aspetto su cui vorrei soffermarmi è l'immagine di sé, che ci descrive. Si rappresenta come una persona introversa e non si piace fisicamente. Sembra suggerire che questa immagine di sé sia legata a un senso di insicurezza che interferisce nella sua vita.
La sua lettura è particolarmente preziosa. Mi fa pensare a una capacità di guardarsi dentro per capire se stessa.

Il secondo aspetto riguarda il suo desiderio di spensieratezza e di compagnia, nonostante le difficoltà che sente. Credo che questo aspetto vitale che comunica sia molto importante, esprime un suo desiderio di vivere la vita in modo pieno, senza chiudersi in se stessa.
E non dimentichiamoci che a Roma si era ambientata, capace di utilizzare le sue risorse.

Penso che questi due elementi di cui le sto parlando siano punti favorevoli, come fossero dei semi fertili che coltivati daranno buoni frutti. Valuterei che possa chiedere aiuto dal vivo, facendo un consulto e considerando la possibilità di fare un lavoro su se stessa, in modo da costruire un'immagine di sé più sicura e fiduciosa.

Immagino che non sia facile ambientarsi in una nuova città. Ha inoltre incontrato un ragazzo che le piace particolarmente, ma forse non ricambia come lei vorrebbe. Se fosse così, questo sarebbe triste e la potrebbe ferire.
Non posso sapere se effettivamente si sia semplicemente "aggrappata" a lui, come lei dice. Dalle sue parole, sembra anche molto interessata, e quindi possiamo chiederci se comunque il suo sentimento verso di lui sia autentico. Un sentimento di felicità, ma anche di dubbio purtroppo.
Chiarire con lui potrebbe essere importante, per quanto potrebbe anche fare male.

L'idea di concentrarsi sugli studi e andarsene da Torino è comprensibile. Mi chiedo se attraverso l'impegno assiduo riuscirebbe a non pensare e ad allontanarsi da una situazione difficile. Tuttavia penso, come le dicevo, che possa invece affrontarla diversamente, cercando di superare gli ostacoli, senza evitarli. So che non è facile, ma è un modo per cercare intorno a sé il senso di appartenenza che desidera e gli affetti che merita.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it