Quale indirizzo psicoterapico?
Buonasera, ho 33 anni, sono un ragazzo gay e sto vivendo un periodo di forte stress, con ansia, dimagrimento, sonno irregolare, pianto frequente, a volte dispepsia e incubi (infrequenti), difficoltà di concentrazione e stanchezza generale. vi riassumo il mio passato affettivo: ho avuto due importanti relazioni nella mia vita fin da quando avevo 19 anni: la prima è durata 2 anni, la seconda 11, terminata esattamente un anno fa e per la quale ancora avverto dei postumi. ho sempre dato importanza all'affettività, al sentimento. non sono un tipo smielato, nè mi piace esserlo, ma mi percepisco come una persona molto profonda, in contrasto con la mia famiglia che invece si è mostrata nei miei confronti anaffetiva, rigida e razionale. da circa 7 mesi ho iniziato un'altra relazione, che però mi sono reso conto non mi sta portando benessere e gioia, ma al contrario mi fa avvertire la sensazione di sentirmi incastrato. spiego meglio: nella vita di coppia ho notato che sono stato più spesso io l'elemento trainante, quello che mette il carbone nella locomotiva, dalle semplici scelte quotidiane a organizzazioni più complesse. nulla però faccio per puro amore, onestamente ho sempre detto ai miei partner che le mie aspettative in amore sono alte: "se ti dò tanto è perchè ti amo, ma in cambio voglio che tu faccia quasi altrettanto". non sono mai stato ipocrita per questo, né mi sento materialista. metto a disposizione tutto quello che ho: il poco tempo, le energie, i soldi, le speranze, ma se vedo che svengono sprecati sento il bisogno di sfondare i muri di casa! ho fatto questa doverosa premessa perchè la situazione attuale mi ha portato a vivere quei disturbi di cui alla prima riga, oppure ha slatentizzato qualcosa che rimaneva silente. l'attuale compagno lo definisco ironicamente un'anguilla, perchè vive con la testa per aria ogni singola cosa, e quando tento di portarlo a un minimo di concretezza mi sfugge come appunto un pesce in acqua. non rispetta gli appuntamenti, non comunica eventuali disdette, fa continue promesse che non mantiene ed è questo che in 7 mesi mi ha fatto emergere la consapevolezza che forse sarebbe necessario troncare il rapporto. la mia debolezza è sempre stata quella di salvarlo il rapporto, a tutti i costi, se esiste ancora l'amore. ed è qui la sensazione di incastro: sono molto attratto da lui, innamorato, ma penso anche che stavo meglio prima di conoscerlo (settembre). mi sento come se mi avesse "fregato": ora che i miei pensieri sono costatemente rivolti a lui (purtroppo ci vediamo molto poco), avverto la necessità di dover fare un grosso passo indietro che al momento mi richiederebbe energie che non ho. conosco bene il lutto da separazione che ho subìto un anno fa e so di non poterlo affrontare di nuovo adesso. è come se delegassi la mia felicità alla scelta del male minore: o lasciarlo (male maggiore) o rimanere cosi (male minore). ritengo di dover gestire meglio le mie emozioni, con un aiuto psicoter., chiedo a voi di che tipo?
[#1]
Gentile utente,
la premessa da cui Lei parte:
".."se ti dò tanto è perchè ti amo, ma in cambio voglio che tu faccia quasi altrettanto" non è sempre valida: ognuno dà quello che HA,
non "altrettanto".
Sembra però che questo ragazzo non abbia - oppure non utilizzi - alcuni elementi importanti per la coppia:
"..mi sfugge come appunto un pesce in acqua. non rispetta gli appuntamenti, non comunica eventuali disdette, fa continue promesse che non mantiene.." ed altro ancora.
Non saremo certo noi Psy a consigliarLe se lasciarlo o no,
ma una semplice domanda:
è proprio sicuro che "lasciarlo sia il male MAGGIORE"?
Anche il Suo corpo Le sta parlando.
Se poi ci chiede indicazioni su un percorso che La aiuti a gestire meglio le Sue emozioni,
rispondo che un percorso breve ad indirizzo psicodinamico potrebbe aiutarLa adeguatamente, ritengo.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
la premessa da cui Lei parte:
".."se ti dò tanto è perchè ti amo, ma in cambio voglio che tu faccia quasi altrettanto" non è sempre valida: ognuno dà quello che HA,
non "altrettanto".
Sembra però che questo ragazzo non abbia - oppure non utilizzi - alcuni elementi importanti per la coppia:
"..mi sfugge come appunto un pesce in acqua. non rispetta gli appuntamenti, non comunica eventuali disdette, fa continue promesse che non mantiene.." ed altro ancora.
Non saremo certo noi Psy a consigliarLe se lasciarlo o no,
ma una semplice domanda:
è proprio sicuro che "lasciarlo sia il male MAGGIORE"?
Anche il Suo corpo Le sta parlando.
Se poi ci chiede indicazioni su un percorso che La aiuti a gestire meglio le Sue emozioni,
rispondo che un percorso breve ad indirizzo psicodinamico potrebbe aiutarLa adeguatamente, ritengo.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Non è così semplice a spiegare in due parole. Ci sono differenze
che potrà approfondire leggendo:
"Cenni su una psicoterapia breve ad orientamento psicodinamico"
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2148-cenni-su-una-terapia-breve-ad-orientamento-psicodinamico.html
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 876 visite dal 16/04/2018.
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