Paura di morire costantemente?
Buongiorno gentili dottori, volevo chiedervi un consulto perché io così davvero non vivo più e questo mi sta facendo troppo male. Circa due settimane fa ho avuto una cervicale forte che mi ha portato a sentire rigidità della nuca per giorni e giorni e ora che ho non ho più nulla continuo a pensare comunque alla mia paura folle di un aneurisma cerebrale e alla mia paura sproporzionata della morte, al significato profondo che ha la vita e ogni quarto d'ora al massimo mi vengono le lacrime agli occhi al pensiero che potrei morire da un momento all'altro e perdere i miei cari, soprattutto mia mamma con cui ho legame veramente tanto forte che nella vita ha superato sempre ogni cosa. Ho sempre così tanta paura che spesso mi capita di pensare al fatto che io a 30 anni non ci arriverò mai. Ne ho 20 tutt' ora e davanti a me non vedo futuro e non riesco ad uscire. La mattina mi trovo da sola e per ore piango cercando di capire se sto davvero per morire o se è solo una mia sensazione. Ho paura e vivo sospesa nel dubbio che la mia non sia ipocondria ma che sia realtà e questo mi spaventa, mi preoccupa, mi fa male, mi provoca attacchi di panico, di pianto. Non voglio morire adesso, ma ho paura ogni secondo e questo mi stressa così tanto che sento la mia testa in tensione continua. Ho paura e vi scrivo con il cuore in mano le mie emozioni, cercando di aprirmi e poter parlare con qualcuno che mi possa aiutare. Spesso mi trovo ad ascoltare una determinata canzone e quella mi riporta ad un brutto periodo e questo mi fa sfogare con la paura della morte, ormai è un pensiero costante e fa male perché vivere nel dubbio tra paura e realtà è veramente brutto. Ormai ho paura e rinuncio ad ogni mia attività preferita. È imbarazzante parlarne, ma ho paura persino di darmi quei cinque minuti di piacere quando sono sola perché ho paura possa rompersi un aneurisma nella mia testa e che io possa morire. Ormai ogni cosa diventa una paura. Vorrei uscirne ma non ci riesco!
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Gentile ragazza,
Nel primo consulto in neurochirurgia ha ricevuto una risposta rassicurante sulla base del sintomo che aveva avvertito.
Ora, da qui le posso dire che:
1) in questo momento/periodo il suo timore è l’aneurisma
2) potrà ricevere molte rassicurazioni mediche specialistiche anche dal vivo, ma l’ansia non si cura con le rassicurazioni MA affidandosi ad un collega psicologo psicoterapeuta che la aiuti a gestire le sue paure e i suoi dolori
3) oggi la paura è quella di avere un aneurisma ma.....”domani”?. Quale altra paura potrà nascere che la induca a temere di morire?
4) e se fosse proprio l’ansia di poter morire la componente su cui occorrerebbe lavorare in terapia?
Ci rifletta. Lei sta soffrendo molto.
Non sto squalificando la sua ansia che, proprio come tale, è comprensibile.
Ma la invito caldamente a contattare un collega dal vivo!
Saluti
Nel primo consulto in neurochirurgia ha ricevuto una risposta rassicurante sulla base del sintomo che aveva avvertito.
Ora, da qui le posso dire che:
1) in questo momento/periodo il suo timore è l’aneurisma
2) potrà ricevere molte rassicurazioni mediche specialistiche anche dal vivo, ma l’ansia non si cura con le rassicurazioni MA affidandosi ad un collega psicologo psicoterapeuta che la aiuti a gestire le sue paure e i suoi dolori
3) oggi la paura è quella di avere un aneurisma ma.....”domani”?. Quale altra paura potrà nascere che la induca a temere di morire?
4) e se fosse proprio l’ansia di poter morire la componente su cui occorrerebbe lavorare in terapia?
Ci rifletta. Lei sta soffrendo molto.
Non sto squalificando la sua ansia che, proprio come tale, è comprensibile.
Ma la invito caldamente a contattare un collega dal vivo!
Saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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Utente
Gentile dottore, la ringrazio per la sua risposta che mi fa capire parecchie cose di me stessa, perché non è la prima volta che nella mia vita piomba l'ipocondria, anzi, ci sono stati anni in cui ogni mese avevo paura di una malattia diversa! È una cosa che mi portò ad avere attacchi di panico. Poi trovai un nel lavoro e tutto questo finì, fino ad appunto qualche settimana fa. Premetto che quel lavoro purtroppo non lo ho più, ma era per me un modo di sentirmi più forte e di distrarmi dalla vita ipocondriaca. Io preciso anche che non provo solo paura e timore verso me stessa, ma anche per gli altri. Ad esempio, quando la mattina i miei escono di casa ho paura che succeda qualcosa a loro, di non vederli più. Ultimamente ho parecchia paura della morte, di quello che può portare ad essa. I miei sintomi sono spariti, ma come mai continuo a credere sia un aneurisma? Per il semplice motivo che quando ci penso e mi concentro su questa cosa, sento quella sensazione di rigidità alla nuca, oppure il nodo in gola, oppure ancora il naso bloccato, come se faticassi a respirare. Ho paura di averne uno che molto presto mi toglierà la vita e ultimamente dormo con l'angoscia di non svegliarmi il giorno dopo. Io so bene che dovrei parlarne con uno psicologo uno specialista dal vivo, ma non potendo farlo al momento chiedevo qui, cercando un percorso da seguire per guarire dall'ansia senza ricorrere agli psicofarmaci e cercando di capire se la mia paura è reale o se è generata dalla mia mente, dubbio che mi tormenta da un po', ormai.
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“non è la prima volta che nella mia vita piomba l'ipocondria, anzi, ci sono stati anni in cui ogni mese avevo paura di una malattia diversa!“ (...) “Premetto che quel lavoro purtroppo non lo ho più, ma era per me un modo di sentirmi più forte e di distrarmi dalla vita ipocondriaca”.
• Da quanto scrive si può dedurre che la paura delle malattie è stata una costante nella sua vita e che “quel lavoro” la distraeva dai pensieri ossessivi sul proprio e altrui stato di salute. Il lavoro le è servito indubbiamente, ma non è terapia. Il lavoro ha “coperto” il sintomo dell’ansia, ma non è stato terapeutico. Altrimenti non esisterebbero psicoterapeuti e basterebbe mandare ogni ansioso a lavorare. Non crede?
“miei sintomi sono spariti, ma come mai continuo a credere sia un aneurisma? Per il semplice motivo che quando ci penso e mi concentro su questa cosa, sento quella sensazione di rigidità alla nuca, oppure il nodo in gola, oppure ancora il naso bloccato, come se faticassi a respirare.”. Perché continua a pensare all’aneurisma anche se non avverte sintomi?. La risposta se l’é data da sola: quando ci pensa si concentra sui sintomi. E i sintomi li avverte veramente perché sono sintomi neurovegetativi che una “mente ansiosa” provoca a livello somatico. Tutto ciò è sostenuto da: 1)attenzione selettiva (costante attenzione ai sintomi corporei che si autoalimentano),
2) rimuginio: lei sta lì costantemente a pensare timorosamente che in futuro possa accaderle qualcosa di terribile,
3) Ex consequentia reasoning: Processo di mantenimento di circoli viziosi ansiosi, secondo il quale, chi è in ansia considera l'emozione stessa come prova dell'esistenza del pericolo. "Se provo paura vuol dire che questa cosa è pericolosa". Quindi: il segnale di pericolo diventa il pericolo stesso.
4) Fusione pensiero-azione. È come se lei dicesse a se stessa: “se penso questo, probabilmente si verificherà”. Ma pensare all’aneurisma, non la condurrà ad avere l’aneurisma. Legga questo in proposito http://www.stateofmind.it/2011/11/fusione-pensiero-azione/
“Io so bene che dovrei parlarne con uno psicologo uno specialista dal vivo, ma non potendo farlo al momento chiedevo qui, cercando un percorso da seguire per guarire dall'ansia senza ricorrere agli psicofarmaci e cercando di capire se la mia paura è reale o se è generata dalla mia mente, dubbio che mi tormenta da un po', ormai.”. Se privatamente non può permettersi un percorso terapeutico, si rivolga al servizio pubblico della sua ASL dove, con il pagamento del ticket, potrà usufruire di prestazioni psicoterapiche. Non è detto che serviranno farmaci. Questo, semmai, verrà valutato durante la terapia.
Le sue ansie, proprio perché tali, sono frutto dei suoi pensieri. Ergo della sua mente.
• Da quanto scrive si può dedurre che la paura delle malattie è stata una costante nella sua vita e che “quel lavoro” la distraeva dai pensieri ossessivi sul proprio e altrui stato di salute. Il lavoro le è servito indubbiamente, ma non è terapia. Il lavoro ha “coperto” il sintomo dell’ansia, ma non è stato terapeutico. Altrimenti non esisterebbero psicoterapeuti e basterebbe mandare ogni ansioso a lavorare. Non crede?
“miei sintomi sono spariti, ma come mai continuo a credere sia un aneurisma? Per il semplice motivo che quando ci penso e mi concentro su questa cosa, sento quella sensazione di rigidità alla nuca, oppure il nodo in gola, oppure ancora il naso bloccato, come se faticassi a respirare.”. Perché continua a pensare all’aneurisma anche se non avverte sintomi?. La risposta se l’é data da sola: quando ci pensa si concentra sui sintomi. E i sintomi li avverte veramente perché sono sintomi neurovegetativi che una “mente ansiosa” provoca a livello somatico. Tutto ciò è sostenuto da: 1)attenzione selettiva (costante attenzione ai sintomi corporei che si autoalimentano),
2) rimuginio: lei sta lì costantemente a pensare timorosamente che in futuro possa accaderle qualcosa di terribile,
3) Ex consequentia reasoning: Processo di mantenimento di circoli viziosi ansiosi, secondo il quale, chi è in ansia considera l'emozione stessa come prova dell'esistenza del pericolo. "Se provo paura vuol dire che questa cosa è pericolosa". Quindi: il segnale di pericolo diventa il pericolo stesso.
4) Fusione pensiero-azione. È come se lei dicesse a se stessa: “se penso questo, probabilmente si verificherà”. Ma pensare all’aneurisma, non la condurrà ad avere l’aneurisma. Legga questo in proposito http://www.stateofmind.it/2011/11/fusione-pensiero-azione/
“Io so bene che dovrei parlarne con uno psicologo uno specialista dal vivo, ma non potendo farlo al momento chiedevo qui, cercando un percorso da seguire per guarire dall'ansia senza ricorrere agli psicofarmaci e cercando di capire se la mia paura è reale o se è generata dalla mia mente, dubbio che mi tormenta da un po', ormai.”. Se privatamente non può permettersi un percorso terapeutico, si rivolga al servizio pubblico della sua ASL dove, con il pagamento del ticket, potrà usufruire di prestazioni psicoterapiche. Non è detto che serviranno farmaci. Questo, semmai, verrà valutato durante la terapia.
Le sue ansie, proprio perché tali, sono frutto dei suoi pensieri. Ergo della sua mente.
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Utente
Certo dottore, infatti sono più che d'accordo con le sue parole, cioè che un lavoro o una distrazione non sono mai cura definitiva o sostitutiva al problema, anche se ammetto che in quei mesi sono stata benissimo, appunto fino ad un mese fa. E so che comunque è solo la mia mente a provocare certi sintomi e che se ci penso non può venire automaticamente la patologia a cui penso, ma la mia mente può simulare i sintomi di cui io ho paura, come se pensassi ad un tumore. Esempio, due anni fa quando iniziai ad essere ipocondriaca e credo per vari episodi brutti accaduti nella mia vita, pensai di avere una leucemia. Il mio corpo al pensiero simulava i sintomi della malattia, lividi, macchie, stanchezza, dolori, mi ammalavo spesso, ma non avevo il tumore, però per una persona con i miei problemi psicologici, è come se fosse reale e si vive nel dubbio tra realtà e ipocondria, somatizzazione dei sintomi che ti fanno poi stare male. Il problema è che io non riesco a smettere di digitare in Internet i miei sintomi, facendomi auto diagnosi. Il fatto che io a 20 anni fumi anche troppo spesso, mi fa pensare che magari i miei vasi sanguigni si siano indeboliti e che siano andati a creare un aneurisma, anche se so di non averlo, comunque io vivo nel dubbio. Tutto comunque iniziò mentre guardai un telefilm dal quale mi sono suggestionata. Le spiego, un ragazzo fece un incidente in auto e al risveglio del coma, aveva degli aneurismi nella testa, finché morì perché l'operazione non era riuscita e da li ho creduto di avere questa cosa. Poi ero spaventata anche dal fatto che comunque non avevo mai sentito prima la testa rigida per giorni, al massimo un paio d'ore quando mi veniva mal di testa! Ma poi questi sintomi sono spariti e nonostante questo io continuo a vivere nella paura. Consulterò sicuramente uno psicologo, perché voglio uscirne davvero, ma ora vorrei solo pensare ad altro e non ci riesco ed è frustrante e più ci penso più vado in tensione, con conseguente sintomi alla testa che spesso mi fanno venire anche attacchi di pianto improvvisi. Vorrei uscire e distrarmi, ma ogni tentativo sembra inutile.
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Comprendo benissimo quanto impossibile, frustrante e doloroso sia non pensare ad altro. È come se io adesso le dicessi: per 5 minuti non pensare all’orso bianco. Lei penserebbe solo all’orso bianco. Proprio per questo le occorre uno psicologo che sia anche psicoterapeuta. Se perfezionato/a in terapia cognitivo comportamentale oppure breve strategica, sarebbe certamente meglio. Entrambi gli approcci specialistici che le ho mensionato sono scientificamente riconosciuti come i più validi e attendibili nella terapia di malesseri ansiosi.
Le auguro di risolvere presto il suo disagio!
Cordiali saluti
Le auguro di risolvere presto il suo disagio!
Cordiali saluti
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Utente
La ringrazio dottore, seguirò i consigli che mi ha dato in questo consulto e cercherò la soluzione migliore al mio problema. Spero vivamente di uscirne, perché vivere con il dubbio che una cosa sia reale oppure frutto della mia mente, porta parecchio stress e mi causa molta ansia, problema che io stessa punto a risolvere. Questa situazione nella mia vita crea disagio e ho paura di essere di peso a chi mi sta attorno, perché sono tra la costante paura e il costante dubbio di cercare rassicurazioni, che però, come lei dice, non bastano. Non credo che alla mia età si debba vivere pensando sempre alla morte. Lo so da me stessa, eppure continuo a pensarci irremovibile ed è snervante, quasi assurdo. Io non credo che se avessi avuto qualcosa di grave i miei sintomi sarebbero scomparsi, quindi perché andare avanti a preoccuparsi? Spesso mi chiedo se questa cosa me la porterò dietro per tutta la vita.
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“Spesso mi chiedo se questa cosa me la porterò dietro per tutta la vita“
Se vuole saperlo, la terapia cognitivo comportamentale per esempio, presenta bassissimi rischi di ricaduta a medio lungo termine. Quindi abbastanza verosimilmente non si porterà il suo malessere per tutta la vita ;)
Se vuole saperlo, la terapia cognitivo comportamentale per esempio, presenta bassissimi rischi di ricaduta a medio lungo termine. Quindi abbastanza verosimilmente non si porterà il suo malessere per tutta la vita ;)
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Utente
Buon giorno dottore, scusi se mi trovo ancora qui a disturbarla, ma stamattina ho fatto un incubo orribile. A parte delle cose brutte che ho sognato, tra queste c'era io che dicevo a mia madre di fare un esame del sangue perché sospettavo che avesse un tumore, mi sono alzata con la tachicardia. Secondo lei che cosa può significare fare incubi simili? Può essere che venga dalla paura del mio subconscio di morire o perdere persone per me importanti?
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Utente
Buon giorno dottore, scusi se torno a disturbarla con le mie paure, ma questa ansia mi sta facendo veramente stare malissimo! Non in senso di sintomi fisici perché non ne ho più fortunatamente. Si tratta sempre di incubi del mattino che mi fanno vivere con l'angoscia! Ho sognato che io e mio papà stavamo aspettando qualcuno su una panchina e mia mamma mi chiama dicendomi che aveva mal di testa, così le ho portato delle pastiglie. Poi il sogno è sfociato in qualcosa di veramente strano, io e mio papà continuavamo ad aspettare sedendo sulla panchina, mentre mia madre è venuta a prenderci in ambulanza, ma questa era vuota e parcheggiata. Io ho letto che questi sogni significano presagi di morte violenta o un lutto in famiglia e ho paura perché già più volte ho fatto sogni che si sono rivelati veri o sono accaduti eventi brutti ed inaspettati, come quando sognai del sangue nero sulla strada ed il giorno dopo morì il mio gatto investito. O come quando ho sognato un incidente aereo e il giorno dopo due aerei militari hanno abbattuto la barriera del suono. Insomma dottore, sono preoccupata per i miei incubi, vivo con l'angoscia ormai! Dimenticavo, questa paura della morte è venuta nella mia vita quando una notte ho sognato una cosa. Una signora anziana che teneva un cartello dal dottore con una data di morte. Data che io non ricordo.
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Pensi a concentrarsi a contattare uno specialista psicoterapeuta piuttosto che rimuginare su ciò che sogna. Ora la cosa importante è che lei curi la sua ansia senza pensare a coincidenze.
Oggi saranno morti molti gatti e magari qualche aereo ha avuto un incidente (come accade ogni giorno) ma lei non lo ha sognato. Ci siamo?
È ora di contattare un collega
Oggi saranno morti molti gatti e magari qualche aereo ha avuto un incidente (come accade ogni giorno) ma lei non lo ha sognato. Ci siamo?
È ora di contattare un collega
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 66.7k visite dal 15/04/2018.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.