aiuto per ragazzina di 13 anni
Salve dottore,
Le descrivo in breve la situazione. Sono la mamma di una ragazzina di 13 anni e mezzo che da due mesi soffre di dolori addominali, ai fianchi e alla gamba, debolezza e nausea tanto da mancare a scuola per tre settimane.
Dopo varie analisi, nell'ultima visita il gastroenterologo ha parlato di una gastrite e ci ha dato la cura. Naturalmente mi sono informata e a quanto pare il disturbo è legato alla sfera emotiva , allo stress,insomma ad una serie di cose. Questa estate ci siamo trasferiti da una grande città ad una più piccola per lavoro e mia figlia non ha mai nascosto di non essere contenta del cambiamento soprattutto dovendo frequentare la terza media. Lasciare i suoi amici e la sua città è stato difficile e anche se non lo ha fatto pesare probabilmente ha represso qualcosa che ha dentro? Continua a sentire i suoi amici e con i nuovi pur avendo un buon rapporto, non li frequenta al di fuori della scuola, non ci tiene e non è interessata. È sempre stata socievole, solare, allegra e lo è ancora in alcuni momenti ma ha perso un po' di voglia, non le va di fare un granché, la sprono ad uscire con noi e lo fa anche se spesso non sta bene, ad invitare a casa qualche compagna ma non vuole. È tornata a scuola solo per gli invalsi obbligatori e lei ci sta bene, ma ora questo suo problema di gastrite è un ostacolo in più. Cosa posso fare per aiutarla? Quando insisto ad invitare a casa qualcuno, si arrabbia non vuole, di chiamare nemmeno, se qualcuna le chatta per chiederle come sta risponde volentieri ma finisce la. Mi rendo conto che è legata ai suoi vecchi amici ma questa è la nuova realtà, lei dice che ci ha provato e non ha alzato un muro ma io non la vedo serena, è brutto vederla a casa con le cuffie ad ascoltare musica o uscire solo con noi. Secondo lei è meglio che io le faccia capire che la gastrite è dovuta ad una condizione di malessere interiore? Che la metta difronte al problema? Più volte abbiamo affrontato il discorso dell'allontanamento, lei non nega che vorrebbe non essersi trasferita però dice che non sta male per questo e che la gastrite non c'entra nulla con la sua testa. Cosa posso fare? Mi aiuti a capire come comportarmi.
Le descrivo in breve la situazione. Sono la mamma di una ragazzina di 13 anni e mezzo che da due mesi soffre di dolori addominali, ai fianchi e alla gamba, debolezza e nausea tanto da mancare a scuola per tre settimane.
Dopo varie analisi, nell'ultima visita il gastroenterologo ha parlato di una gastrite e ci ha dato la cura. Naturalmente mi sono informata e a quanto pare il disturbo è legato alla sfera emotiva , allo stress,insomma ad una serie di cose. Questa estate ci siamo trasferiti da una grande città ad una più piccola per lavoro e mia figlia non ha mai nascosto di non essere contenta del cambiamento soprattutto dovendo frequentare la terza media. Lasciare i suoi amici e la sua città è stato difficile e anche se non lo ha fatto pesare probabilmente ha represso qualcosa che ha dentro? Continua a sentire i suoi amici e con i nuovi pur avendo un buon rapporto, non li frequenta al di fuori della scuola, non ci tiene e non è interessata. È sempre stata socievole, solare, allegra e lo è ancora in alcuni momenti ma ha perso un po' di voglia, non le va di fare un granché, la sprono ad uscire con noi e lo fa anche se spesso non sta bene, ad invitare a casa qualche compagna ma non vuole. È tornata a scuola solo per gli invalsi obbligatori e lei ci sta bene, ma ora questo suo problema di gastrite è un ostacolo in più. Cosa posso fare per aiutarla? Quando insisto ad invitare a casa qualcuno, si arrabbia non vuole, di chiamare nemmeno, se qualcuna le chatta per chiederle come sta risponde volentieri ma finisce la. Mi rendo conto che è legata ai suoi vecchi amici ma questa è la nuova realtà, lei dice che ci ha provato e non ha alzato un muro ma io non la vedo serena, è brutto vederla a casa con le cuffie ad ascoltare musica o uscire solo con noi. Secondo lei è meglio che io le faccia capire che la gastrite è dovuta ad una condizione di malessere interiore? Che la metta difronte al problema? Più volte abbiamo affrontato il discorso dell'allontanamento, lei non nega che vorrebbe non essersi trasferita però dice che non sta male per questo e che la gastrite non c'entra nulla con la sua testa. Cosa posso fare? Mi aiuti a capire come comportarmi.
[#1]
Gentile utente,
non si può pretendere, o pensare, che una tredicenne possieda tutta la lucidità che nemmeno noi stessi adulti talvolta non abbiamo quando gli eventi riguardano noi.
Lavori sul benessere di sua figlia, senza forzarne una consapevolezza fuori età o fuori periodo.
Le lasci il tempo dell'adattamento, ben differente dala rassegnazione.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta dottoressa, quindi se non ho capito male non devo farle capire che il suo stato di salute è collegato al suo stato d'animo. Non devo nemmeno forzarla a coltivare le amicizie o ad uscire? Mi sarebbe di grande aiuto se potesse essere più esplicita.
Grazie ancora
Cordiali saluti
Grazie ancora
Cordiali saluti
[#3]
Gentile mamma,
consigli generali corrono il rischio di essere generici.
Ci proviamo:
"Primum non nocere" dicevano i nostri antenati, evitare cioè di fare o dire cose che possano nuocere:
innescare derive ipocondriache,
farla sentire "diversa",
forzarla ad accettare "la sua nuova realtà"..
Dietro le Sue parole sente urgere una specie di senso di colpa, sbaglio?
Come se faticasse ad accettare
il dolore della figlia causato da un trasferimento per motivi degli adulti;
e cercasse LEI le soluzioni "per" (e non "con") la ragazza.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
consigli generali corrono il rischio di essere generici.
Ci proviamo:
"Primum non nocere" dicevano i nostri antenati, evitare cioè di fare o dire cose che possano nuocere:
innescare derive ipocondriache,
farla sentire "diversa",
forzarla ad accettare "la sua nuova realtà"..
Dietro le Sue parole sente urgere una specie di senso di colpa, sbaglio?
Come se faticasse ad accettare
il dolore della figlia causato da un trasferimento per motivi degli adulti;
e cercasse LEI le soluzioni "per" (e non "con") la ragazza.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
[#4]
Utente
Gen.ma dottoressa,
Ha pienamente ragione quando dice che ci sentiamo in colpa pur non dovendo vista la necessità lavorativa,perché è successo tutto in una fase molto delicata per lei ossia l'adolescenza. Preciso che non scelgo per lei ma le offro degli spunti, delle possibilità, la aiuto a capire cosa vuole cosa le piacerebbe fare perché so che stare a guardare mentre si annoia in questa fase di apatia totale e di abbandono non è positivo per nessuno.
Il problema vero è che vorrei evitare di farle prendere delle medicine a causa di questa gastrite e spero di risolvere diversamente ma lei non considera minimamente che possa essere dipeso da l suo stato d'animo anzi nega. Credo ,mi corregga se sbaglio,che fino a quando non capirà di dover reagire, andare avanti anche per la sua salute, le medicine serviranno a ben poco.
La ringrazio ancora per l'attenzione.
Cordiali saluti
Ha pienamente ragione quando dice che ci sentiamo in colpa pur non dovendo vista la necessità lavorativa,perché è successo tutto in una fase molto delicata per lei ossia l'adolescenza. Preciso che non scelgo per lei ma le offro degli spunti, delle possibilità, la aiuto a capire cosa vuole cosa le piacerebbe fare perché so che stare a guardare mentre si annoia in questa fase di apatia totale e di abbandono non è positivo per nessuno.
Il problema vero è che vorrei evitare di farle prendere delle medicine a causa di questa gastrite e spero di risolvere diversamente ma lei non considera minimamente che possa essere dipeso da l suo stato d'animo anzi nega. Credo ,mi corregga se sbaglio,che fino a quando non capirà di dover reagire, andare avanti anche per la sua salute, le medicine serviranno a ben poco.
La ringrazio ancora per l'attenzione.
Cordiali saluti
[#5]
A dire il vero
io credo che anche i farmaci possano servire.
Certamente la consapevolezza amplifica e completa l'azione,
ma non sempre se na ha la forza o la possibilità
Fate delle cose insieme, organizzate delle occasioni gioiose, Lei verrrò magari malvolentieri ma poi si sentirà meglio.
io credo che anche i farmaci possano servire.
Certamente la consapevolezza amplifica e completa l'azione,
ma non sempre se na ha la forza o la possibilità
Fate delle cose insieme, organizzate delle occasioni gioiose, Lei verrrò magari malvolentieri ma poi si sentirà meglio.
[#6]
Utente
Infatti insieme a noi esce e cerco di farle fare qualcosa che le.possa piacere, probabilmente per il resto ha i suoi tempi e aspetterò. Vedo che lei è più vicina di quanto pensassi, noi ci siamo trasferiti a Trento e lei conosce bene questa realtà e puó capire quanto sia diversa dal centro Italia.
La ringrazio davvero
Buona serata
La ringrazio davvero
Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.1k visite dal 13/04/2018.
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