Paura delle relazioni
Salve,
Ho chiesto consulti già altre volte e sto andando in terapia da una psicologa perché il solo pensiero di impegnarmi in una relazione mi crea ansia. Gli attacchi di panico sono iniziato 3 anni fa quando stavo frequentando un ragazzo. Le sensazioni che provavo e il malessere mi hanno portata a prendere la decisione di non vederlo più. Dopo un anno ho iniziato una relazione con un altro ragazzo, dall'inizio avevo dubbi e preoccupazioni e ovviamente avevo paura di legarmi, di non essere completamente libera. Dopo 9 mesi infatti l'ho tradito, la mia terapeuta dice che è stata una reazione dovuta a questa mia paura. Lei sostiene che ho paura del sesso maschile, ho paura che gli uomini possano farmi del male. É passato un anno ma il mio ex mi manca e non riesco a capire se sono innamorata, e anche se volessi ritornare con lui avrei paura di illuderlo, di non riuscire a gestire la relazione e di lasciarlo a causa della paura. La mia terapeuta mi ha detto che avrei bisogno di uno stabilizzante dell'umore per gestire meglio la relazione nel caso in cui decidessi di ritornare con il mio ex. Ma mi terrorizza l'idea di dover prendere un farmaco prescritto principalmente a chi è affetto da disturbo bipolare (ho paura delle malattie mentali) e non mi sembra una scelta sensata. Come posso superare questa mia paura? E come faccio a capire se sono realmente innamorata?
Ho chiesto consulti già altre volte e sto andando in terapia da una psicologa perché il solo pensiero di impegnarmi in una relazione mi crea ansia. Gli attacchi di panico sono iniziato 3 anni fa quando stavo frequentando un ragazzo. Le sensazioni che provavo e il malessere mi hanno portata a prendere la decisione di non vederlo più. Dopo un anno ho iniziato una relazione con un altro ragazzo, dall'inizio avevo dubbi e preoccupazioni e ovviamente avevo paura di legarmi, di non essere completamente libera. Dopo 9 mesi infatti l'ho tradito, la mia terapeuta dice che è stata una reazione dovuta a questa mia paura. Lei sostiene che ho paura del sesso maschile, ho paura che gli uomini possano farmi del male. É passato un anno ma il mio ex mi manca e non riesco a capire se sono innamorata, e anche se volessi ritornare con lui avrei paura di illuderlo, di non riuscire a gestire la relazione e di lasciarlo a causa della paura. La mia terapeuta mi ha detto che avrei bisogno di uno stabilizzante dell'umore per gestire meglio la relazione nel caso in cui decidessi di ritornare con il mio ex. Ma mi terrorizza l'idea di dover prendere un farmaco prescritto principalmente a chi è affetto da disturbo bipolare (ho paura delle malattie mentali) e non mi sembra una scelta sensata. Come posso superare questa mia paura? E come faccio a capire se sono realmente innamorata?
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Buongiorno,
Prima di risponderle vorrei sapere se sta utilizzando l’account di qualcun altro?
Lei scrive come se fosse una donna, ma dai dati risulta essere un uomo.
Per noi clinici è importante correlare la sua identità alla sua storia clinica, visibile soltanto a noi.
Prima di risponderle vorrei sapere se sta utilizzando l’account di qualcun altro?
Lei scrive come se fosse una donna, ma dai dati risulta essere un uomo.
Per noi clinici è importante correlare la sua identità alla sua storia clinica, visibile soltanto a noi.
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Gentile ragazza, nell'accingermi a risponderle ho letto tutte le sue richieste precedenti, com'è mia abitudine. Ha intanto risolto i problemi fisici di cui parlava? Glielo chiedo perché molti sintomi psicologici vengono accentuati e a volte perfino creati da situazioni fisiche. Venendo alle sue domande, la inviterei a riflettere sulle sue stesse parole: "prendere un farmaco prescritto principalmente a chi è affetto da disturbo bipolare (ho paura delle malattie mentali) non mi sembra una scelta sensata". Cara utente, lei ha consultato uno psicologo, un medico di base e anche un neuropsichiatra, come si evince dal fatto che ha già assunto lo Zoloft. Perché vuole fare da sé un'analisi dei sintomi, dei farmaci e dell'opportunità di una prescrizione? Quali competenze ha al riguardo? Non pensa che può solo confondersi e farsi del male, sostituendo a specifiche competenze la lettura di un bugiardino o la consultazione di dottor Internet? Rifletta ad altri campi, in cui immagino che lei non si sostituisca all'esperto: quando fa riparare il motore dell'auto, per esempio, o quando va dal parrucchiere. E vuole invece ritenersi competente in campi tanto più complessi come la Medicina e la Psicologia? Le informazioni fornite dallo specialista al paziente sono dei facilitatori del processo di cura, non delle lezioni che possano sostituire anni di studio e di esperienza. Gran parte delle sue ansie potrebbero risolversi, se lei, dopo aver scelto un professionista, si affidasse serenamente al suo giudizio e alle sue prescrizioni. Veniamo alla sua seconda domanda: "come faccio a capire se sono realmente innamorata?". Qui la certezza non gliela può dare nessuno. Può naturalmente leggere dei bei libri, dal classico "Innamoramento e amore" di Francesco Alberoni fino al recente "Il cervello in amore" di Grazia Attili, psicologa, che tratteggia il fenomeno dell'innamoramento in termini di neuroscienze ma sa mantenere leggera e divertente l'esposizione. Però la vera risposta la può trovare solo in sé stessa: quanto le manca la persona di cui pensa di essere innamorata? Quanto è viva l'emozione di ogni incontro? Quale che sia la risposta a queste e a consimili domande, la inviterei a formulare la domanda in un altro modo ancora: "desidero davvero legarmi in una relazione adulta e stabile?" L'innamoramento, cara utente, è come un colpo d'acceleratore impresso ad una motocicletta: utile per partire, può portarci nella direzione giusta come a cadere dopo pochi metri. Al momento irrazionale dell'innamoramento devono seguire la scelta razionale e la volontà di costruire un rapporto. Con molti auguri.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.7k visite dal 13/04/2018.
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