Non è amicizia

Buongiorno,
Nell'ultimo anno, mi sono domandata spesso se quelli che considero amici, lo siano veramente.
In particolare, c'è una persona che ho sempre considerato tale, siamo cresciute insieme. Negli anni ci sono stati periodi di discussioni e in cui non ci si sentiva. Lei riteneva che fossi io la responsabile, ed io, con un senso di colpa infinito, le davo ragione e mi sentivo colpevole.

Ripensandoci, non so di cosa fossi colpevole. In questi anni, sono stata in terapia per problemi di ansia e depressione e ho cominciato a guardare i rapporti da un altro punto di vista. Proprio in quel momento, ricominciai a sentire questa persona, la nostra amicizia sembrava migliorata. Ammetto che continuavo ad incolpare me per le discussioni passate e per le uscite mancate. Ma iniziamo a vederci di più, inizio ad uscire con il suo gruppo di amici ma, col tempo, qualcosa non mi quadra, e non mi sento integrata.

Spesso si vedono ed io non ci sono, perché nessuno mi chiama. Si vedono per le festività, ed io non ci sono per lo stesso motivo. Ma non è questo il punto, perché non posso obbligarli ad invitarmi. Lo sono le bugie dette da questa persona. Ma io continuavo a non dire nulla, mi sentivo anche in imbarazzo.

Le bugie aumentano. In un momento di mia difficoltà, chiedo aiuto a questa persona. Ero in terapia, ma chiesi aiuto anche a lei; per la prima volta avevo ammesso di essere in difficoltà (al di fuori della terapia intendo) e di aver bisogno di vicinanza. Ma lei non c'è, inventa bugie per evitarmi. Premetto che, quando le chiedevo aiuto (ovvero di farmi compagnia in un momento della giornata), precisavo che non doveva sentirsi obbligata e che avrei capito se non ne avesse avuto voglia, e dirmi quindi la verità.

Decido di parlarle a quel punto, lei sostiene di non aver mentito, anzi, mi tratta in maniera poco decorosa, si arrabbia e si mette sulla difensiva. Io prendo le distanze da questo rapporto poco sano, ma lei continua a scrivermi chiedendomi di mettere da parte questa vicenda. Dopo mesi, ammette di aver raccontato bugie e mi porge delle scuse che mi lasciano perplessa perché ammette di aver sbagliato ma per causa mia!

Si ricomincia a frequentarci, io non mi sento più uno zerbino nei suoi confronti e cambio approccio. Mi faccio sentire quando è lei a farsi sentire, ed evito di confidarmi perché non mi viene spontaneo. Finché lei riprende il solito distacco, in cui evita di cercarmi e avvisarmi. Mi sono trovata a scusarmi con le altre persone del gruppo per la mia assenza, perché non sapevo. Mentre gli altri davano per scontato che lei mi avvertisse!

Mi sembra evidente che ci siano dei problemi in questo rapporto, che sicuramente è esaurito. Non so se sia il caso ancora di chiarire o di lasciar correre. Mi trovo in una situazione in cui non so nemmeno cosa pensino gli altri del gruppo, e mi dispiacerebbe passare per maleducata, che se ne frega di loro. Ma in un gruppo in cui lei è considerata il capo branco, non so come comportarmi!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
immagino che alcune difficoltà derivino dal fatto che questa sua amica è il "capobranco" del gruppo, altrimenti non sarebbe molto chiaro perché lei abbia delle difficoltà ad essere contattata da altri membri del gruppo stesso.

Che tipo di rapporti ha instaurato con gli altri membri del gruppo? Vi lega il divertimento o anche qualche attività particolare?

Ad ogni modo, lei dice chiaramente che è il rapporto con questa persona a darle dei problemi; immagino ne abbia parlato in terapia.
La psicoterapia può fare molto in tutti i casi di difficili rapporti interpersonali.
Le segnalo ad es. un mio articolo al link
https://www.psicologi-italia.it/disturbi-e-terapie/psicoterapia-della-gestalt/articoli/MigliorarelerelazioniinterpersonaliconlaTerapiadellaGestalt.html

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Buonasera Dott.ssa, la ringrazio e mi scuso per essermi dilungata così tanto.

Con tutte le persone di questo gruppo non ho molto in comune, ci lega principalmente la spensieratezza, il trascorrere una serata. Ci conosciamo da anni, e con alcuni abbiamo condiviso dei periodi in adolescenza. Ma siamo molto diversi, e ammetto che non le trovo persone stimolanti, perché abbiamo interessi opposti, ma che non suscitano arricchimento o curiosità.

In terapia abbiamo affrontato questo argomento e sono riuscita a vivere il periodo di discussione con molta più serenità e lucidità. Non avevo grosse aspettative da questo rapporto e, in terapia, avevamo affrontato il tutto in relazione al periodo difficile che stavo attraversando. La grande delusione però, l'ho vissuta in un secondo momento, quando ho ricevuto le scuse da questa persona che si giustificava attribuendo a me la responsabilità e rinfacciandomi i momenti passati in cui, ad esempio, mi aveva ascoltata o aiutata!

Ho comunque avuto modo di parlare con un'altra persona del gruppo, ma non ho ottenuto granché. Penso che, se la situazione dovesse ripetersi, coglierò l'occasione per parlarne di fronte a tutti. Perché sono tutti convinti della sincerità di questa persona, ma molti di loro sono vittime delle prese in giro e delle sue bugie, e per me, che conosco molti dettagli, non è piacevole. Quindi vorrei almeno non passare per quella che non sono!
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Buonasera, mi ritrovo qui a scrivere, forse per provare a chiarirmi le idee.

Nei giorni passati, dopo aver chiesto un chiarimento ad una persona del gruppo, vengo contattata da questa mia amica. Mi scrive dicendo che non aveva proprio pensato di avvisarmi perché non era lei a leggere i post su fb in cui si organizzavano.

Il suo messaggio, ancora una volta, racchiude probabilmente ciò che pensa di me, cioè che io sia tonta. Per tanti motivi, dai più banali, in cui basta andare a leggere il post e accorgersi che rispondeva costantemente; ai meno banali, in cui non ricordava, o non si è accorta o in cui dice di essere troppo impegnata con il lavoro per poter usare il telefono.

Perché io, in questo messaggio, ci vedo ancora una volta un modo, da parte sua, di fare la persona che fintamente ci tiene. Palesemente non gliene importa nulla.

E qui, ancora, io non capisco perché continuo a rimanerci molto male.