Alcolismo
il mio compagno che ha ora 58 anni, da tempo e'alcolista. E' in trattamento con farmaci mirati ma da quando lo conosco,cioe' circa sei anni, periodicamente ricade nel problema, anche dopo lunghi periodi di astinenza.
attualmente ho dovuto distaccarmi da lui in quanto non ero piu' in grado di reggere l'imprevisto della malattia, ossia l'ansia di vederlo arrivare ubriaco,con la volonta' mia di controllarlo....un disastro.
Lui ha accettato anche di iniziare un percorso con uno psicologo, e ho notato che dopo le sedute e' molto convinto sul fatto di guarire, ma la sua fragilita' viene spesso a galla.
Mi domando se,pur volendogli molto bene, il fatto di stargli vicino non possa implicare anche per me un danno psicologico, a causa dei suoi repentini cambiamenti di umore che mi creano malessere.
In sostanza,un alcolista va abbandonato a sé stesso pur di salvaguardare la propria integrita', o si puo' sperare, non di cambiarlo, ma che ce la possa fare con l'aiuto della medicina e della psicologia?
Oppure deve prevalere l'egoismo e quindi l'abbandono?
Non e' mia intenzione fare la crocerossina, voglio un uomo che mi faccia stare bene,e lui quando e' "sano" per me e' il top....
Grazie per l'attenzione...
attualmente ho dovuto distaccarmi da lui in quanto non ero piu' in grado di reggere l'imprevisto della malattia, ossia l'ansia di vederlo arrivare ubriaco,con la volonta' mia di controllarlo....un disastro.
Lui ha accettato anche di iniziare un percorso con uno psicologo, e ho notato che dopo le sedute e' molto convinto sul fatto di guarire, ma la sua fragilita' viene spesso a galla.
Mi domando se,pur volendogli molto bene, il fatto di stargli vicino non possa implicare anche per me un danno psicologico, a causa dei suoi repentini cambiamenti di umore che mi creano malessere.
In sostanza,un alcolista va abbandonato a sé stesso pur di salvaguardare la propria integrita', o si puo' sperare, non di cambiarlo, ma che ce la possa fare con l'aiuto della medicina e della psicologia?
Oppure deve prevalere l'egoismo e quindi l'abbandono?
Non e' mia intenzione fare la crocerossina, voglio un uomo che mi faccia stare bene,e lui quando e' "sano" per me e' il top....
Grazie per l'attenzione...
[#1]
Psicologo
Gentile Utente
immagino che condividere una relazione con una persona dipendente dall'alcool rappresenti un forte disagio per lei.
Quello che mi colpisce è che sembrerebbe per lei particolarmente disturbante quello che definisce come "l'imprevisto della malattia" ossia le recidive e l'impossibilità di tenere sotto controllo una persona che fondamentalmente non lo è quando è in preda all'alcool.
"Mi domando se,pur volendogli molto bene, il fatto di stargli vicino non possa implicare anche per me un danno psicologico"
Più che parlare di potenziali "danni psicologici" (che noi non possiamo prevedere), per comprendere meglio la sua problematica io le chiederei cosa la tiene legata a questa persona, cosa le da "nutrimento" affinchè lei stia bene con il suo partner, quali sono i suoi bisogni che vengono soddisfatti, in che modo questa relazione la arricchisce.
Quello che le ho appena chiesto spero le possa essere utile sottoforma di riflessione personale per poter vedere la sua posizione all'interno di questa storia che, per le condizioni che vive, rischia di logorarsi.
Per quanto riguarda la possibilità che il suo partner esca vittorioso dalla sua dipendenza è impossibile darle una previsione perchè non avremmo gli strumenti per poterlo dire online.
immagino che condividere una relazione con una persona dipendente dall'alcool rappresenti un forte disagio per lei.
Quello che mi colpisce è che sembrerebbe per lei particolarmente disturbante quello che definisce come "l'imprevisto della malattia" ossia le recidive e l'impossibilità di tenere sotto controllo una persona che fondamentalmente non lo è quando è in preda all'alcool.
"Mi domando se,pur volendogli molto bene, il fatto di stargli vicino non possa implicare anche per me un danno psicologico"
Più che parlare di potenziali "danni psicologici" (che noi non possiamo prevedere), per comprendere meglio la sua problematica io le chiederei cosa la tiene legata a questa persona, cosa le da "nutrimento" affinchè lei stia bene con il suo partner, quali sono i suoi bisogni che vengono soddisfatti, in che modo questa relazione la arricchisce.
Quello che le ho appena chiesto spero le possa essere utile sottoforma di riflessione personale per poter vedere la sua posizione all'interno di questa storia che, per le condizioni che vive, rischia di logorarsi.
Per quanto riguarda la possibilità che il suo partner esca vittorioso dalla sua dipendenza è impossibile darle una previsione perchè non avremmo gli strumenti per poterlo dire online.
[#2]
Gentile utente,
convivere con un proprio caro che soffre di una malattia cronica - quale l'alcoldipendenza - espone a certi rischi che non sto ad elencarLe considerato che sono ben discritti qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1156-il-cargiver-familiare-e-il-burden.html
Cosa ne pensa, dopo aver letto?
Naturalmente occorre difendersene,
pur mantenendo - se lo si desidera - quell'amore di coppia che caratterizza il legame.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
convivere con un proprio caro che soffre di una malattia cronica - quale l'alcoldipendenza - espone a certi rischi che non sto ad elencarLe considerato che sono ben discritti qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1156-il-cargiver-familiare-e-il-burden.html
Cosa ne pensa, dopo aver letto?
Naturalmente occorre difendersene,
pur mantenendo - se lo si desidera - quell'amore di coppia che caratterizza il legame.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.2k visite dal 09/04/2018.
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