Non riesco a fidarmi di lei

Gentili Dottori,

ho 31 anni (per privacy ho preferito specificare età e periodi con lievi alterazioni) e sono fidanzato con una donna da quasi un anno e mezzo.
Premetto che la mia fidanzata è di 6 anni più grande di me ed ha un lavoro stabile, mentre io sono ancora un lavoratore precario e da qualche mese non lavoro. Queste differenze le ho sempre percepite come un ostacolo nella nostra relazione, parlandone sempre in modo aperto e sincero con lei, tanto da cominciare la nostra relazione come una frequentazione meno impegnata, e dopo pochi mesi considerandoci fidanzati appunto. In particolare, ultimamente il fatto che non lavoro ha pesato parecchio su di me psicologicamente.
Abbiamo due caratteri diversi: io tendenzialmente introverso e poco aperto ai rapporti sociali, lei molto estroversa, sicura di se e amichevole. Accomuna entrambi il nostro carattere mite ed il modo di impostare il rapporto di coppia.

Nonostante ciò, la sfiducia iniziale che avevo verso questa ragazza non è migliorata nel tempo.
Sin da quando l'ho conosciuta, frequentando gli stessi amici, non ho mai percepito grande stima da parte sua nei miei confronti. Anche se tutte le volte che parlavamo da soli era rapita da quello che dicevo, ogni volta che eravamo in compagnia rideva di gusto a battute di qualsiasi tipo nei miei confronti, anche a quelle più imbarazzanti. Io anche se non ho alcun complesso sull'aspetto, ho delle insicurezze e un carattere permaloso che riconosco.
Ma nonostante abbia sempre parlato con lei di questo, lei nega sempre il fatto che ride di me con gli altri, dicendo che non so stare allo scherzo o cose simili.
Continuo a notare anche altre cose che vorrei fossero migliorate, come il contatto con gli occhi tra di noi ed il suo contatto fisico al di fuori dell'intimità. Mi bacia sempre volentieri, ma devo prendere spesso io l'iniziativa. Quando vuole essere affettuosa, facendo carezze o baciandomi la mano mi sembra che lo stia facendo con un gatto. Quando parla con me cerca sempre di avere un tono a tutti i costi dolce, e raramente la sento spontanea e che riesce a lasciarsi andare. Sembra quasi che si senta costretta a fare alcune cose.
E in più la cosa che mi fa andare in bestia è che con me mantiene un tono e quando parla con chiunque altro ne assume un altro.

Con lei mi sono aperto molto, ed è la mia prima storia importante. Lei mi vede come una persona speciale e mi dice di non essersi mai sentita amata da altri come da me. Ho provato più volte a lasciarla ma ogni volta mi convinco di esagerare. Lei in questi momenti è distrutta alla sola idea di perdermi.
In tutto questo io vivo la relazione con disagio e temo che continuando con questa “altalena” ci facciamo solo del male a vicenda. Sono disperato e non so cosa fare.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

sembra che alcuni Suoi modi di essere possano nuocere alla relazione:
"..ho delle insicurezze e un carattere permaloso che riconosco. Ma .., lei nega sempre il fatto che ride di me con gli altri.."

Se non riuscite a trovare un punto d'incontro,
prima che la relazione si distrugga, chiedete aiuto di persona ad una Psicoterapeuta di coppia.

Non si tratta di decidere chi ha torto o ragione,
bensì di individuare delle modalità meno disfunzionali per comunicare in coppia e in gruppo.

Saluti cari.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
grazie per la sua risposta,

ha centrato il punto, infatti io stesso ho già intrapreso un percorso psicoterapeutico.
Tra l'altro soffro di depressione dalla fine dell'adolescenza, e sono riuscito in questi anni a gestire questo disturbo attraverso una terapia psichiatrica che è durata quasi dieci anni, prendendo sempre psicofarmaci a basso dosaggio. Da circa 9 mesi sono riuscito ad interrompere gli psicofarmaci, anche se senza terapia di sgancio perché il medico era contrario, con risultati buoni sul piano fisico ma deludenti sul piano emotivo.

Con la psicoterapia sono alla terza seduta, e credo ci sia un ottima intesa con la terapista. Sto valutando anche la possibilità di un consulto vero e proprio con un nuovo psichiatra, che mi permetta stavolta di lavorare per obbiettivi con una terapia a breve termine, piuttosto che mandare avanti una terapia a lungo termine come faceva il vecchio psichiatra.
Lei pensa che un supporto farmacologico a breve termine possa essermi d'aiuto adesso?

Nel pomeriggio ho parlato anche con la mia ragazza leggendogli lo stesso messaggio che ho pubblicato qui, ed ho capito di aver descritto i comportamenti della mia ragazza in modo da discolparmi.

Questo consulto l'ho chiesto dopo l'ennesima lite, liti che subito dopo mi rendo conto che avvengono sempre a causa dei pensieri sbagliati che ho per le mie forti insicurezze, ed è sempre la mia ragazza che mi fa ragionare, uscendo però lei da ogni lite sempre più provata.

Quindi mi sono reso conto che nella relazione sono io che devo fare chiarezza sui sentimenti che provo per lei, infatti lei sta veramente male quando succedono queste cose, mentre io mi sento come sempre disorientato.

Questa difficoltà di riconoscere i miei sentimenti purtroppo è presente ormai in tutte le sfere affettive della mia vita, ed episodi del genere accadono talvolta anche in famiglia e in genere con le persone che mi vogliono bene.

La mia ragazza è molto scossa adesso perché nella lite sono andato giù pesante offendendola con idee brutte su di lei, ed ha deciso stavolta lei di prendere una sana distanza da me e dai miei problemi. Abbiamo deciso insieme di continuare a sentirci prendendoci però più spazio per noi stessi, ed io stesso penso che sia la cosa migliore perché mi rendo conto che lei sta pagando il prezzo più caro in questo rapporto.

Grazie e buona serata.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

"..Questa difficoltà di riconoscere i miei sentimenti purtroppo è presente ormai in tutte le sfere affettive della mia vita,.."

La psicoterapia La aiuterà.

Riguardo al supporto farmacologico, sarà lo Psichiatra a fornirLe una risposta,
ma tenga conto che farmaci e psicoterapia abbinati danno risultati più certi e durevoli, soprattutto in patologie di media-lunga durata,
come potrà leggere qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html

Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
[#4]
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa,
ho letto l'articolo che parla dell'abbinamento farmaci psicoterapia e l'ho trovato molto utile grazie.

Per quanto riguarda lo psichiatra preferirei rivolgermi ad un privato perché il mio vecchio psichiatra, che lavora in una struttura pubblica, mi ha tenuto in cura per molti anni con un basso dosaggio e voleva continuare questa terapia finché non avrei avuto una stabilità nella mia vita maggiore, come un lavoro stabile e una relazione affettiva consolidata quale il matrimonio.

Ho ritenuto però questa scelta come ''a tempo indeterminato'' dato che queste prospettive non sono molto vicine in questo momento nella mia vita, e mi ha preoccupato non poco il dubbio di dover assumere i farmaci ancora per molti anni. Ho scelto quindi io stesso di interrompere la terapia, dato che lui non ha voluto darmi una terapia di sgancio.
Quindi anche se a modo mio ho cercato di dare una gradualità allo stacco, ma di fatto ho interrotto quasi bruscamente la terapia reagendo bene sul piano fisico e male su quello emotivo purtroppo.

In questi anni tra l'altro, quando ho cercato di parlare con questo psichiatra di consulti o terapie psicologiche a supporto è stato evasivo, e circa cinque anni fa avevo provato una terapia cognitivo comportamentale, ottenendo però risultati poco soddisfacenti perché a suo tempo l'ho abbandonata dopo una decina di sedute.

Adesso prima di trovare privatamente la psicoterapeuta che mi sta seguendo, ho fatto una ricerca nel pubblico constatando che nella mia città è molto difficile ottenere servizi psicologici o psicoterapeutici, quindi dopo aver chiesto in tre asl territoriali diverse senza sortire alcun effetto, mi sono rivolto a un privato.

Quindi in base a questa esperienza mi chiedo adesso se non sia il caso di rivolgermi a un privato anche per lo psichiatra? Anche se non ho idea dei costi.
Lei cosa mi suggerisce? Grazie e buona giornata.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Direi che in linea di massima anche nel pubblico si trovano ottimi Psichiatri.
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Utente
Utente
Dottoressa buongiorno, è stata molto gentile e la ringrazio di cuore.
Chi ha un disturbo simile al mio ha bisogno molto di confrontarsi, e qui su medicitalia è possibile grazie alla gentilezza di persone come lei.

Mi piacerebbe tenerla aggiornata sugli sviluppi del mio percorso, quindi se non appesantisco troppo questo consulto on line vorrei pubblicare in futuro qualche altro messaggio qui.

Grazie e buona giornata.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Grazie dell'apprezzamento.

La incoraggio ad utilizzare il canale "presenziale"
e a darcene ragguagli ogni tanto ,
se Le farà piacere.

Quando si segue un percorso psicoterapeutico è preferibile concentrarsi su quest'unico canale per evitare confusione.


Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
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Utente
Utente
Si, seguirò il suo consiglio e vi terrò aggiornati, grazie ancora.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Prego!

Saluti cordiali.