Non riesco più ad emozionarmi
Salve, sono un ragazzo di 18 anni ed ho bisogno di una consulenza.
È da un pò di tempo che non riesco più ad emozionarmi ascoltando canzoni, ho perso interesse verso le cose, faccio finta di stare bene ma in realtà non rido veramente da troppo...
Mi sento bloccato, il bello è che da piccolo ,invece, ho avuto il problema opposto: ero eccessivamente sensibile, mi emozionavo o commuovevo per un sacco di cose.
Non so a cosa sia dovuto questo mio cambio radicale, non ci sono stati eventi particolarmente traumatici che possano avermi spintonin questo stato.
È da un pò di tempo che non riesco più ad emozionarmi ascoltando canzoni, ho perso interesse verso le cose, faccio finta di stare bene ma in realtà non rido veramente da troppo...
Mi sento bloccato, il bello è che da piccolo ,invece, ho avuto il problema opposto: ero eccessivamente sensibile, mi emozionavo o commuovevo per un sacco di cose.
Non so a cosa sia dovuto questo mio cambio radicale, non ci sono stati eventi particolarmente traumatici che possano avermi spintonin questo stato.
[#1]
Salve a lei,
leggendo le sue parole, sembra dire di avere oggi un problema che sente importante, cioè una perdita di interesse verso le cose, a cui dà una specifica coloritura, parlando in modo emblematico di emozioni.
Ugualmente sembra dire che da piccolo ha avuto il "problema opposto", come se sentiva di essere molto sensibile, lei dice "eccessivamente".
Ho trovato importante che lei centrasse due aspetti legati al suo vissuto, definendoli entrambi problematici, come se li percepisse troppo estremi. Su questo sarebbe importante soffermarsi a riflettere, approfondendo la sua esperienza esistenziale e affettiva. Anche per snodare un interrogativo prezioso che lei si fa, circa i motivi di questo cambiamento che definisce molto grande, anzi "radicale": a che cosa è dovuto?
Le sembra di non trovare dei motivi validi, eppure definisce la sua sensibilità come "eccessiva" e "problematica". Questo forse potrebbe essere indicativo.
In questa sede mi sento di lasciarle una mia riflessione che riguarda due aspetti. Provo a dirglieli sinteticamente.
Da una parte, come cercavo di comunicarle, mi sono chiesto come mai valuta come eccessiva la sua sensibilità, che cosa ha comportato questo all'interno delle sue relazioni, se veniva giudicato in qualche modo, e come, per questo suo modo di essere.
Dall'altra parte, in linea generale, senz'altro è importante trovare un equilibrio, riuscire a vivere con le proprie emozioni potendo allo stesso tempo sentire di gestirle, come dire senza sentirsene travolti.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
leggendo le sue parole, sembra dire di avere oggi un problema che sente importante, cioè una perdita di interesse verso le cose, a cui dà una specifica coloritura, parlando in modo emblematico di emozioni.
Ugualmente sembra dire che da piccolo ha avuto il "problema opposto", come se sentiva di essere molto sensibile, lei dice "eccessivamente".
Ho trovato importante che lei centrasse due aspetti legati al suo vissuto, definendoli entrambi problematici, come se li percepisse troppo estremi. Su questo sarebbe importante soffermarsi a riflettere, approfondendo la sua esperienza esistenziale e affettiva. Anche per snodare un interrogativo prezioso che lei si fa, circa i motivi di questo cambiamento che definisce molto grande, anzi "radicale": a che cosa è dovuto?
Le sembra di non trovare dei motivi validi, eppure definisce la sua sensibilità come "eccessiva" e "problematica". Questo forse potrebbe essere indicativo.
In questa sede mi sento di lasciarle una mia riflessione che riguarda due aspetti. Provo a dirglieli sinteticamente.
Da una parte, come cercavo di comunicarle, mi sono chiesto come mai valuta come eccessiva la sua sensibilità, che cosa ha comportato questo all'interno delle sue relazioni, se veniva giudicato in qualche modo, e come, per questo suo modo di essere.
Dall'altra parte, in linea generale, senz'altro è importante trovare un equilibrio, riuscire a vivere con le proprie emozioni potendo allo stesso tempo sentire di gestirle, come dire senza sentirsene travolti.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
A quei tempi magari potevo ritenere problematica la mia eccessiva sensibilità, ma ora sinceramente vorrei quasi riaverla...
Non sono mai stato giudicato male per la mia eccessiva sensibilità da piccolo, al massimo per il mio atteggiamento chiuso è timido che però ho ormai superato.
Non so cosa fare sinceramente
Non sono mai stato giudicato male per la mia eccessiva sensibilità da piccolo, al massimo per il mio atteggiamento chiuso è timido che però ho ormai superato.
Non so cosa fare sinceramente
[#3]
Immagino che oggi la sensazione di essere bloccato possa farla stare male, ma il fatto che sente di volere cambiare questo stato di cose è un punto di partenza. Non dobbiamo sottovalutarlo, mi sembra un punto di partenza favorevole. Il suo desiderio di emozionarsi di nuovo mi sembra già il segno di una sua vitalità.
In questo momento non sa come fare per cambiare le cose, questo è comprensibile. Sente di non avere avuto dei "traumi" e non riesce a capire che cosa possa essere successo. A volte però non ci sono traumi eclatanti, possono esserci piuttosto situazioni anche quotidiane a cui non diamo peso, mentre in realtà magari potrebbero averlo. Situazioni che subiamo dall'esterno oppure anche vissuti interiori che ci condizionano e ci fanno "bloccare" senza che ce ne accorgiamo coscientemente.
E se è vero che sente di non sapere come fare per cambiare, è anche vero che chiedendo un consulto a noi, ha individuato lei per primo una possibile strada da intraprendere. Che ne pensa allora di poter proseguire dal vivo, consultando uno psicologo-psicoterapeuta di persona?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
In questo momento non sa come fare per cambiare le cose, questo è comprensibile. Sente di non avere avuto dei "traumi" e non riesce a capire che cosa possa essere successo. A volte però non ci sono traumi eclatanti, possono esserci piuttosto situazioni anche quotidiane a cui non diamo peso, mentre in realtà magari potrebbero averlo. Situazioni che subiamo dall'esterno oppure anche vissuti interiori che ci condizionano e ci fanno "bloccare" senza che ce ne accorgiamo coscientemente.
E se è vero che sente di non sapere come fare per cambiare, è anche vero che chiedendo un consulto a noi, ha individuato lei per primo una possibile strada da intraprendere. Che ne pensa allora di poter proseguire dal vivo, consultando uno psicologo-psicoterapeuta di persona?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 07/04/2018.
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