Potrebbero sorgere problemi con la terapia di sostegno che sto seguendo
Buongiorno, sono uno studente universitario di milano. Ho deciso due mesi fa di andare dalla psicologa perché cominciavo ad avvertire insicurezza, agitazione e stress a causa della nuova vita che sto conducendo (in una grande città rispetto alla provincia, in un'università difficile e lontano dal gruppo di amici che era letteralmente la mia famiglia per motivi lunghi da spiegare in questa sede).
Sebbene il periodo di studio più duro sembra essere passato, stanno presentandosi alcuni problemi che potrebbero mettere in crisi l'equilibrio già precario che mi fa andare avanti in queste condizioni. Dovrò cambiare casa (abito da un genitore) e cercarmi una casa in affitto; avrò poche disponibilità economiche, per diversi motivi dovrò abbassare il mio stile di vita; dovrò cominciare a uscire più spesso di casa, anche se per carattere sono più casaligno e solitario e la vita di casa consente di non soffrire di solitudine.
Insomma, le cose stanno per complicarsi parecchio a breve. Ho paura che il sostegno psicologico settimanale che porto avanti non sia sufficiente a darmi la serenità necessaria per studiare con successo ed avere quel minimo di serenità. Per diverse ragioni, non intendo trasferirmi di nuovo in provincia, verso quella che era diventata la mia famiglia, anche se questo renderebbe più facile la vita e meno complesso il sistema.
Ho pensato che potrei chiedere alla psicologa di affiancare alla terapia l'utilizzo di un qualche psicofarmaco, in forma blanda chiaramente. Pensate che possa essere utile? Potrebbero sorgere problemi con la terapia di sostegno che sto seguendo? Potrei rischiare di abusare delle dosi del farmaco? Potrei rischiare di diventare dipendente, anche non in senso stretto?
Queste domande le porrò certamente anche alla psicologa, ma sarei curioso di sapere cosa ne pensiate voi!
Grazie mille
Sebbene il periodo di studio più duro sembra essere passato, stanno presentandosi alcuni problemi che potrebbero mettere in crisi l'equilibrio già precario che mi fa andare avanti in queste condizioni. Dovrò cambiare casa (abito da un genitore) e cercarmi una casa in affitto; avrò poche disponibilità economiche, per diversi motivi dovrò abbassare il mio stile di vita; dovrò cominciare a uscire più spesso di casa, anche se per carattere sono più casaligno e solitario e la vita di casa consente di non soffrire di solitudine.
Insomma, le cose stanno per complicarsi parecchio a breve. Ho paura che il sostegno psicologico settimanale che porto avanti non sia sufficiente a darmi la serenità necessaria per studiare con successo ed avere quel minimo di serenità. Per diverse ragioni, non intendo trasferirmi di nuovo in provincia, verso quella che era diventata la mia famiglia, anche se questo renderebbe più facile la vita e meno complesso il sistema.
Ho pensato che potrei chiedere alla psicologa di affiancare alla terapia l'utilizzo di un qualche psicofarmaco, in forma blanda chiaramente. Pensate che possa essere utile? Potrebbero sorgere problemi con la terapia di sostegno che sto seguendo? Potrei rischiare di abusare delle dosi del farmaco? Potrei rischiare di diventare dipendente, anche non in senso stretto?
Queste domande le porrò certamente anche alla psicologa, ma sarei curioso di sapere cosa ne pensiate voi!
Grazie mille
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Credo che l'ordine sia invertito: prima dovrebbe chiederlo nel "mondo reale", e poi qui a noi.
Il nostro parere, per evidenti motivi di distanza e mancanza d'informazioni, non può che essere un secondo parere.
Ad ogni modo, chiedere un parere alla psicologa può essere un'idea, ma tenga presente che generalmente gli psicologi non sono medici e quindi non possono prescrivere né raccomandare cure mediche. La figura più adatta a cui rivolgersi in questo caso è lo psichiatra.
Cordiali saluti
Il nostro parere, per evidenti motivi di distanza e mancanza d'informazioni, non può che essere un secondo parere.
Ad ogni modo, chiedere un parere alla psicologa può essere un'idea, ma tenga presente che generalmente gli psicologi non sono medici e quindi non possono prescrivere né raccomandare cure mediche. La figura più adatta a cui rivolgersi in questo caso è lo psichiatra.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 06/01/2009.
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