Consulto psicologico

Buonasera,
Nel 2015 mi sono ritrovata a dover frequentare una dottoressa psicologa per diversi mesi. I miei problemi erano di varia natura, prevalentemente mi riferii a lei per la fine dolorosa di una relazione e autolesionismo precendente all'episodio.
Ora a distanza di 3 anni sento la necessità di fare altra terapia psicologica, dovrei ritornare dalla vecchia dottoressa o per un risultato migliore cambiare dottore? Esiste una psicoterapia adeguata a certi problemi? Se sì io non so davvero a chi potermi rivolgere. Sono in crisi ho bisogno di aiuto, raramente lo chiedo.
Vi ringrazio
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Dr. Luca Borelli Psicologo, Psichiatra, Psicoterapeuta 32 2
Gentilissima signorina,
per poterla aiutare, è necessario che lei specifichi alcune cose:

- la psicologa a cui fa riferimento è una psicoterapeuta oppure solo una laureata in psicologia? (Questo lo può controllare da sola cercando sul sito dell'Ordine degli Psicologi della sua regione);

- Con quale criterio ha scelto proprio quella psicologa?;

- le sedute che lei ha fatto le sono state efficaci per farle elaborare il lutto, per il quale lei si era rivolta?;

- le sono stati prescritti dei farmaci? E - se sì - quali farmaci ha assunto e per quanto tempo?;

- quanti mesi è durata la terapia?;

- al momento pensa di avere superato tutti i problemi legati al lutto che ha subito a suo tempo?;

- di che natura erano e forse ancora sono i disturbi che lei definisce di "autolesionismo"?;

- complessivamente, quanto è durata la terapia (in mesi);

- di che natura sono, al momento, i suoi problemi?;

- ha fatto (o le sono stati prescritti) accertamenti diagnostici, come ad esempio radiografie, esami del sangue, eccetera, al fine di escludere una base organica per i suoi problemi?;

- per ultimo, può essere più specifica per quanto riguarda i disturbi che la assillano in questo momento, per poterci permettere di darle un consulto appropriato e specifico per lei?

Mi scuso per tutte le domande che le ho fatto, ma queste informazioni ci sono indispensabili per poterla aiutare efficacemente.

Grazie per l'attenzione, e scusi ancora per non aver potuto al momento darle un maggiore sostegno.

Tanti cari auguri e - la prego - mi tenga informato sui prossimi sviluppi.

Prof. Dott. Luca Borelli
Medico Chirurgo Psicologo Psicoterapeuta
Docente Universitario di Tecniche di Terapia

[#2]
Attivo dal 2016 al 2021
Ex utente
Buonasera,
La ringrazio per la cortese attenzione. E sì, mi rendo conto di essere stata vaga.
La dottoressa con cui mi sono vista 2 mesi, una volta per un'ora ogni due settimane, è laureata in psicologia. Non mi prescrisse ovviamente farmaci nè feci analisi perché non mi consultai prima col medico di famiglia. No tutt'ora non penso di aver superato questo "lutto". Non so la natura del mio autolesionismo, consiste nel tagliarmi superficialmente su polsi o gambe o interno coscia. Non capisco a cosa sono dovuti i miei problemi ora, da ignorante direi ansia.
E rabbia, tanta rabbia e tanta confusione. Per me é sempre stato difficile capirmi, negli ultimi anni ogni volta che non capisco cosa provo mi taglio e sto meglio.
E solo il suo messaggio mi ha fatto stare più calma e questo penso sia un chiaro segnalo che ho bisogno di aiuto.
[#3]
Dr. Luca Borelli Psicologo, Psichiatra, Psicoterapeuta 32 2
Gentile signorina,
dai due problemi principali che mi ha elencato, quello che mi preoccupa di più è l'autolesionismo, dal quale - come dice - prova sollievo.
Questo perché, mentre la elaborazione di un lutto può essere facilmente gestita da uno psicologo, purché psicoterapeuta, l'autolesionismo necessita (a mio parere) delle cure di un medico specialista in psichiatria.
(Ovviamente, se è anche abilitato alla psicoterapia è meglio).
Le suggerisco pertanto di cercare nella sua città un bravo Psichiatra che sia anche Psicoterapeuta. Per quanto riguarda l'indirizzo psicoterapico del professionista, trattandosi di un caso che potrebbe essere risolto in un tempo relativamente breve (purché si abbini la psicoterapia ad un indispensabile trattamento psicofarmacologico) il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta di tipo cognitivo-comportamentale, che - secondo me - più di ogni altro approccio permette di associare un trattamento farmacologico ad uno psicoterapico.
Ovviamente sarà necessaria per lei una forte motivazione al cambiamento, e sedute un po' più frequenti rispetto a prima (almeno una a settimana).
Lo cerchi al più presto e poi mi faccia sapere.
Cari saluti