mi sento in colpa nei confronti di mio padre....

Quando ero molto piccola, 3 anni circa, il mio papà si prese una brutta malattia. Purtroppo era una malattia, che tutt'ora ha, incurabile, invalidante e autoimmune. All'epoca era poco conosciuta, ad oggi un pò di più e per fortuna grazie ad una cura sperimentale, ha tutto sotto controllo e quindi si può dire che sta "bene". Lui stesso lo dice, si sente bene. Non si è mai e dico mai lamentato ed ha sempre cercato di fare tutto senza mai limitarsi in niente, ha una gran forza.
Nonostante i miei genitori non mi abbiano mai fatto mancare nulla (e soprattutto mi hanno fatto vivere una vita normalissima), le attenzioni, l'affetto, l'amore, la famiglia (cugini, zii, nonna ecc) io, ipersensibile, molto probabilmente percepivo tutta l'ansia che inevitabilmente si respirava in quel periodo (considerato il fatto che per molto tempo non si trovava una cura adatta e lui peggiorava sempre di più) ed ho sviluppato alle elementari, una malattia psicosomatica che nel susseguirsi degli anni si è intensificata sempre di più, credo anche supportata da altri avvenimenti che mi hanno trasmesso ansia (ovviamente diagnosticata e tutt'oggi riconfermata, ma con l'aggiunta purtroppo anche di altri sintomi psicosomatici, insonnia, gastrite ecc).
Fondamentalmente, molto probabilmente, non mi è mai stato spiegato con chiarezza quello che stava accadendo, perchè tuttavia ero molto piccola e c'erano anche mio fratello e mia sorella e sicuramente per mia mamma tra lavoro, casa, tre figli e la malattia di mio padre non deve esser stato facile gestire tutto, figuriamoci notare "tra le righe" (perchè ovviamente non lo davo a vedere, pur andando ancora alle elementari) che ero in ansia. (non mi lamentavo quasi mai dei sintomi che avevo, ovviamente quando si intensificavano loro se ne accorgevano ed infatti mi fecero fare tutti gli accertamenti clinici, diversamente invece, cosa che ho notato, dagli ultimi due anni che mi lamento spessissimo, soprattutto con mia mamma, dei sintomi che ho).
Con mio padre purtroppo, invece, mi faccio spesso influenzare dal fatto che ha questa malattia e cerco sempre di compiacerlo e di fare quello che a lui fa piacere, ma spesso mi sento come in gabbia, mentre con mamma mi sento più "libera" di parlare, ma mi sembra di tradire mio padre quando passo ore e ore a parlare con lei, ridere e scherzare, cosa che con lui non avviene spesso.
Purtroppo mi sento molto in colpa nei suoi confronti e non so come comportarmi.... Non voglio allontanarmi da lui, perchè ci tengo, gli voglio un mondo di bene, ma noto che meno le sento e più bene sto.... sono una cattiva figlia\persona?
p.s anche se su un'altro argomento, ho scritto già qualche mese fa, ed ho seguito il consiglio che mi è stato dato di iniziare un percorso psicoterapico per comprendere ed affrontare queste mie insicurezze e lo inizierò tra un paio di settimane (ho già preso appuntamento)...Ma oggi mi sento particolarmente triste.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

il senso di colpa è certamente un'emozione utile, ma nei contesti GIUSTI.
Mi spiego meglio. Se io sono responsabile di un evento che danneggia qualcuno o qualcosa, è ovvio che mi sento in colpa e ci sta.

Ma se io non c'entro nulla, che motivo ho di sentirmi in colpa?
Ora, se Lei si sente in colpa, questa emozione è incongrua.

Capisco che si tratta del papà, ma Lei non può NON costruirsi una vita perchè patisce questa condizione.

Secondo Lei c'è un vantaggio nel Suo comportamento? Se sì, quale?

Come pensa che viva il papà questo Suo sentirsi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentilissima dottoressa, innanzitutto la ringrazio per la risposta che mi ha dato. Ho riflettuto sulla sua domanda e posso dirle che il mio sentirmi in colpa è più legato al fatto che ho un rapporto più "profondo" con mia madre rispetto a quello con mio padre... Secondo lei è un problema? Io voglio tanto bene a mio padre, ma mi rendo conto di sentirmi più coinvolta da mia madre e non ne capisco il motivo.... Appunto, come scritto nel consulto, il mio senso di colpa è dato proprio da questo... Mio padre credo si sia reso conto che mi trovo di più a parlare con mia mamma, è molto intelligente e non credo che lo interpreti in malo modo. Tuttavia sono dispiaciuta, perché mi piacerebbe maturare con lui lo stesso rapporto che ho con mia madre (anche perché capitano giorni che non parlo proprio con lui), ed il mezzo (sicuramente sbagliato, lo riconosco) che utilizzo ed utilizzavo è/era quello di compiacerlo. Devo riuscire a capire come smettere di farlo... Lo faccio da quando ero piccola, perché vivevo con l'ansia che da un momento all'altro ci avrebbe lasciati per via della sua malattia (visto che purtroppo per diversi anni non si trovava una cura... Dunque fino a quando sono andata alle medie, ero sempre in stato di allerta) e quindi da lì ho iniziato a fare o dire cose che sapevo che lo rendevano felice... Ovviamente ciò ha comportato che ad oggi ce l'ho un pò con lui perché alcune scelte di vita che ho fatto, le ho fatte per compiacerlo...
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