Relazioni con bugiardo e dubbi su un'eventuale violenza psicologica

Salve sono una ragazza di 22 anni.Da circa 4 mesi mi sono lasciata con il mio fidanzato in quanto ha preso in giro me,la sua famiglia e i suoi amici dicendo che doveva laurearsi,ma non era nulla di vero. Premetto che ci conoscevamo da circa 1 anno e la nostra relazione è stata più ricca di bassi che di alti.Abbiamo fatto parecchi tira e molla all'inizio perché non lo vedevo per nulla interessato a me come persona,a ciò si aggiungevano le mie insicurezze ed è finita così. Dopo un po' lui si riavvicina dicendomi di aver sbagliato ed io gli do un'altra possibilità, cercando di andare più piano,ma con vani risultati.Infatti abbiamo avuto una brutta discussione in cui lui mi ha chiamata in malo modo e nemmeno lì la cosa è andata.Successivamente,cerca di nuovo di volersi avvicinare e dopo molte precisazioni e quant'altro e comunque un mio muro iniziale, in quanto ferita per i suoi atteggiamenti, ci ritroviamo e per circa 1 mese sempre andare abbastanza bene,lo vedevo più coinvolto e presente, anche se a volte ha mostrato segni di insofferenza.Prima che ci rimettessimo insieme avemmo un periodo in cui davvero non sapevo cosa fare.Entrava nel panico,perché nel frattempo aveva detto ad una mia amica di essere interessato ad un'altra ragazza,mentre a me diceva il contrario - o meglio dopo varie insistenze mi disse di essere sempre stato interessato lei,ma solo come bellezza fisica.Premetto che questa ragazza gli piaceva nel vero senso della parola,2 anni prima.Comunque, prima che ci rimettessimo insieme aveva detto più volte, pur di non scendere ad avere un confronto con me e la mia amica, di essere malato terminale e di stare male. Solo una volta, nel bel mezzo di un litigio mi disse che 'non si doveva laureare', ed io, non molto convinta di ciò che mi diceva in quando mi riempiva di bugie,decisi, senza non molta insistenza, di fargli delle domande, ma subito tornò alla sua versione,in cui doveva laurearsi quando si avvicinò la data di laurea,2 giorni prima io e lui salimmo e lì abbiamo avuto vari momenti intimi. Non sono mai stata convinta nell'avere un rapporto sessuale con lui,però, da una parte, il sentimento per lui e il perdono che alla fine avevo accettato mi hanno portato a condividere vari momenti.Un momento che abbiamo condiviso,ad esempio,è stato quello di un rapporto 'non completo': Che si,alla fine ho voluto anche io, ma perché lui insisteva nel voler fare qualcosa,infatti spesso abbiamo litigato per questo.Comunque, dopo vari litigi ed esitazioni, stanca perché non volevo che si arrabbiasse e perché volevo comunque soddisfarlo e alla fine perché forse mi sono ritenuta sempre una un po' ottusa e limitata in ambito di rapporti sessuali,ho ceduto e ho avuto non un rapporto completo.La cosa che davvero mi fa pensare é,questa può essere considerata una violenza psicologica?O semplicemente nella coppia cose del genere possono capitare?Sono inesperta a riguardo e anche a livello di fidanzamenti.lui può definirsi una persona con disturbo istrionico?
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

una scelta (di qualunque tipo, intendo, e non mi riferisco solo ad un rapporto sessuale con chicchessia) non si prende per paura, per non far arrabbiare qualcuno, per senso di colpa, per dovere, ecc...

Quindi, credo che tu debba ragionare in questi termini, riuscendo a diventare molto più assertiva e a districarti in queste situazioni.

Ma vorrei sottolineare che nella coppia (NEPPURE NELLE COPPIE SPOSATE!!!) non devono accadere cose del genere per costrizione, per non litigare, per appianare divergenze, ecc...

Quindi, in linea generale, non è normale avere un rapporto sessuale perchè ci si sente altrimenti ottuse in ambito sessuale.

Ma per "normale" intendo che una persona deve scegliere liberamente che cosa vuole e che con chi.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

a parte le etichette (la diagnosi si fanno sola di persona e con l'interessato)
Lei ha incontrato un emerito bugiardo:

... malato terminale..
... laurea ...
... interesse per altra ragazza...

Naturalmente reccontare falsità serve a coprire proprie carenze,
attirare l'attenzione,
essere più interessante,
ecc...

Non vedo il collegamento con la faccenda della sessualità.

Mi sembra una fortuna essersene ..liberata.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte. So che non esiste giusto o sbagliato,ma solo ciò che si sente. E nemmeno normale o patologico.
La diagnosi certo che va fatta di persona e non in queste condizioni. Però volevo sapere se queste 'forzature' siano sintomi di una violenza psicologica.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

nessuno è autorizzato a prendere qualcun altro a parolacce a seguito di un litigio, nè -come ho scritto sopra- ci si può sentire costrette ad avere rapporti sessuali (o altri comportamenti) per non far arrabbiare qualcuno.

Cordiali saluti,
[#5]
Utente
Utente
Ho capito, la ringrazio.
Ed è possibile mai che io mi senta legata a lui? Nonostante tutto questo? O sono succube di lui ?
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Certo che è possibile, è proprio questa la dinamica che mantiene la relazione problematica e disfunzionale in piedi.

Per questa ragione è davvero importante affidarsi direttamente ad uno psicologo psicoterapeuta per guardare questi meccanismi disfunzionali e soprattutto per modificare la situazione.

Cordiali saluti,
[#7]
Utente
Utente
Inizierò presto una psicoterapia.
Nel frattempo, la cosa che non capisco è perché io mi senta legata,pur essendo abbastanza consapevole dei suoi modi di fare. Ossia, sono sempre riuscita a cavarmela e capire le cose come stavamo,ma nonostante tutto mi sento legata. Credo che se dovevo assumere un vero ruolo di 'vittima' non me ne rendevo nemmeno conto, e invece, bene o male non ho avuto un ruolo così passivo,questo mi spaventa.
[#8]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

Gentile utente,

".. capire le cose come stavano,
ma nonostante tutto mi sento legata.."

CAPIRE e SENTIRE afferiscono a due nuclei differenti e per certi versi autonomi.
E dunque non è affatto raro che si "sappia" benissimo che un certa cosa non va,
ma ugualmente ci si "senta" portati a farla.

Questa dicotomia può essere analizzata e ricomposta attraverso un percorso psicoterapeutico, appunto.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#9]
Utente
Utente
La ringrazio.
Spero in bene
[#10]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Sperare non serve,
curarsi sì.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
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