Difficoltà a interagire nel gruppo
Salve, ho 22 anni, e da quando sono piccola ho difficoltà ad interagire con più persone. Mi spiego meglio, se mi ritrovo da sola con un ragazzo riesco tranquillamente ad essere ironica a parlare a raccontarmi ecc... premetto che ho tanta autostima mi piaccio per come sono e non mi sento timida ho sempre avuto il coraggio di far il primo passo ad andare a parlare con una persona. Il problema è quando passa il tempo è come se mi spengo e se mi ritrovo in gruppo mi sento sempre esclusa e lascio parlare gli altri continuando in questo vortice che finisce per autoisolarmi. Questo mi ha portato ora a essere sola esco solo con una mia amica ma capisco che sarei molto più felice se riuscissi ad esprimermi ma quando mi ritrovo in questi gruppi (creati magari dalla scuola o dallo sport) mi chiudo mi irrigidisco e non mi viene mai in mente niente da dire. A differenza di quando sono sola con qualcuno che mi dicono in tanti che parlo tanto e riesco molto meglio a far ridere. Finisce anche che oltre all'amicizia che per me sarebbe una grande sfida riuscire ad essere naturale e non far la figura di quella che sta sempre zitta, quando mi piace qualcuno non riesco a flirtare ogni volta c'è sempre qualcun altra che riesce a far ridere molto meglio. Ho già fatto due sessioni di 2 mesi ciascuna da due diverse psicologhe ma non ha aiutato molto perché l'ho capito ma alla fine quando mi ritrovo nella situazione non riesco più a far nulla.
[#1]
Gentile ragazza,
chiarissimo il problema, ma vorrei capire meglio che cosa è emerso con le due psicologhe che hai visto.
In che modo è stato messo a fuoco il problema?
Quali soluzioni sono state proposte?
Intanto, hai messo a fuoco che cosa succede davvero quando sei in gruppo e che cosa ti blocca?
chiarissimo il problema, ma vorrei capire meglio che cosa è emerso con le due psicologhe che hai visto.
In che modo è stato messo a fuoco il problema?
Quali soluzioni sono state proposte?
Intanto, hai messo a fuoco che cosa succede davvero quando sei in gruppo e che cosa ti blocca?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Dalle precedenti consultazioni è emerso che mi sento sempre giudicata e questo non mi permette di aprirmi inoltre con gli altri tendo a dirmi nella testa che le altre persone sono migliori nel comunicare e che quindi è meglio che io stia zitta. Mi hanno fatto fare entrambe degli esercizi dal rispondere a delle domande sulla mia infanzia sia compiti pratici comw per esempio invece di immedesimarmi in una figura debole, concentrarmi sui miei pregi e iniziare a parlare delle mie passioni.
[#3]
Gentile Signorina,
vista la giovane età, verrebbe facile supporre che Lei appartenga ad una delle tante reti di giovani, dove è facile il conoscersi e dove è altrettanto "variegato" il modo di abbottonare nuovi contatti sociali . L'università, la mensa sociale, la palestra: così me li vorrei immaginare i suoi palcoscenici di quotidianità (mettendoli per questioni di facilità a confronto con i miei di qualche anno fa).
L'accesso a questi gruppi, facilitati dal mondo del click delle piattaforme virtuali è oggi sempre più possibile e immediato. Tuttavia, la frequentazione di questi nuovi scenari non è cosa così " semplice" perchè comporta ugualmente processi psichici impegnativi e di adattamento della nostra immagine di se' (per non usare termini a lei poco affini, il processo implica l'allestimento di molteplici facce di se' come dice E. Goffmann). L'immagine di base che abbiamo di noi stessi si rimodella dunque, ogni volta, a seconda della situazione e delle persone a cui ci esponiamo.
Il problema che ci porta non prescinde da tutto questo. Semmai si complica del fatto che lei si sente non competente sul piano del gruppo. Non è tanto il fatto di "esserci" in quel determinato contesto che la preoccupa, quanto il sentirsi non riconosciuta all'interno di esso. E allora c'e'da chiedersi prima di tutto cosa la spinge a farci parte e, quanto veramente Le interesse "approfittarsi"di questa appartenza.
Dalle sue parole avverto precisamente una maggiore inclinazione per le interazioni duali ( "se mi ritrovo da sola con un ragazzo riesco tranquillamente ad essere ironica a parlare a raccontarmi ecc...") che sono a mio avviso altrettante "abilita'"sociali, che vanno ad influenzare l 'immagine di se' nella sua valenza positiva o negativa.
Per alcuni psicologi, il gruppo si forma già nella diade.
Invece, una valutazione più ordine clinico sarebbe a mio avviso auspicabile in merito alle emozioni negative che alimentano la frequentazione dei Suoi gruppi sociali per andare ad capire meglio i disagi di natura personale che l'affliggono (mi ritrovo in gruppo mi sento sempre esclusa e lascio parlare gli altri continuando in questo vortice che finisce per autoisolarmi). Utile sarebbe appurare, per esempio, se tali sensazioni vengono suscitate in contesti particolari , in presenza di persone specifiche e quali reazioni psicofisiche le provocano esattamente.
Per Lei sarebbe< una grande sfida riuscire ad essere naturale e non far la figura di quella che sta sempre zitta>. Su questo punto particolare, mi sento di suggerirLe di vagliare di nuovo la possibilità di un ciclo colloqui di consulenza centrati sul sostegno della Sua autostima, e aventi l'obiettivo generale di una prospettiva di vita ( in un futuro non lontano) pienamente serena e libera di fare scelte consapevoli per se stessa.
Un cordiale saluto e l'augurio di una vita piena soddisfazioni personali e sociali
Dr.ssa Alessandra Varotto
vista la giovane età, verrebbe facile supporre che Lei appartenga ad una delle tante reti di giovani, dove è facile il conoscersi e dove è altrettanto "variegato" il modo di abbottonare nuovi contatti sociali . L'università, la mensa sociale, la palestra: così me li vorrei immaginare i suoi palcoscenici di quotidianità (mettendoli per questioni di facilità a confronto con i miei di qualche anno fa).
L'accesso a questi gruppi, facilitati dal mondo del click delle piattaforme virtuali è oggi sempre più possibile e immediato. Tuttavia, la frequentazione di questi nuovi scenari non è cosa così " semplice" perchè comporta ugualmente processi psichici impegnativi e di adattamento della nostra immagine di se' (per non usare termini a lei poco affini, il processo implica l'allestimento di molteplici facce di se' come dice E. Goffmann). L'immagine di base che abbiamo di noi stessi si rimodella dunque, ogni volta, a seconda della situazione e delle persone a cui ci esponiamo.
Il problema che ci porta non prescinde da tutto questo. Semmai si complica del fatto che lei si sente non competente sul piano del gruppo. Non è tanto il fatto di "esserci" in quel determinato contesto che la preoccupa, quanto il sentirsi non riconosciuta all'interno di esso. E allora c'e'da chiedersi prima di tutto cosa la spinge a farci parte e, quanto veramente Le interesse "approfittarsi"di questa appartenza.
Dalle sue parole avverto precisamente una maggiore inclinazione per le interazioni duali ( "se mi ritrovo da sola con un ragazzo riesco tranquillamente ad essere ironica a parlare a raccontarmi ecc...") che sono a mio avviso altrettante "abilita'"sociali, che vanno ad influenzare l 'immagine di se' nella sua valenza positiva o negativa.
Per alcuni psicologi, il gruppo si forma già nella diade.
Invece, una valutazione più ordine clinico sarebbe a mio avviso auspicabile in merito alle emozioni negative che alimentano la frequentazione dei Suoi gruppi sociali per andare ad capire meglio i disagi di natura personale che l'affliggono (mi ritrovo in gruppo mi sento sempre esclusa e lascio parlare gli altri continuando in questo vortice che finisce per autoisolarmi). Utile sarebbe appurare, per esempio, se tali sensazioni vengono suscitate in contesti particolari , in presenza di persone specifiche e quali reazioni psicofisiche le provocano esattamente.
Per Lei sarebbe< una grande sfida riuscire ad essere naturale e non far la figura di quella che sta sempre zitta>. Su questo punto particolare, mi sento di suggerirLe di vagliare di nuovo la possibilità di un ciclo colloqui di consulenza centrati sul sostegno della Sua autostima, e aventi l'obiettivo generale di una prospettiva di vita ( in un futuro non lontano) pienamente serena e libera di fare scelte consapevoli per se stessa.
Un cordiale saluto e l'augurio di una vita piena soddisfazioni personali e sociali
Dr.ssa Alessandra Varotto
Dr.ssa Alessandra VAROTTO
psicologa clinico dinamica indirizzo comunità
Iscritta all'albo Regione Veneto n.7550
www.studiovarotto.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 11.7k visite dal 12/03/2018.
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