Rapporto fra genitori e fidanzato
Buongiorno,
scrivo per una questione che mi sta mettendo molto in difficoltà. Sto con il mio compagno da quattro anni e stiamo pensando di andare a vivere insieme. Le cose fra noi funzionano bene, e sono molto contenta. C'è però il problema dei miei genitori, che - sebbene siano stati formalmente sempre molto corretti nei confronti miei e suoi - evidentemente non lo sopportano. Innanzitutto odiano il fatto che abbia dieci anni più di me. E questo fa sì che partano già molto prevenuti nei suoi confronti (quando a suo tempo dissi a mia madre che ci eravamo messi insieme lei ha pianto e strillato come se le avessi detto che sono eroinomane...). In secondo luogo non lo capiscono, perché obiettivamente lui è una persona molto riservata e schiva, ed esula, come tipo, dagli schemi che loro hanno un po' in mente. Viene di fatto dall' "ambiente" e dal giro largo di frequentazioni della mia famiglia, ma fa un po' a sé. E' inoltre piuttosto orso e, avendo una famiglia alla quale è legato, ma che è molto invadente, è molto attento ai suoi spazi. Tutte queste caratteristiche fanno sì che i miei non lo amino affatto. Dicono che si fa i cavoli suoi, che è sfuggente, che non è attento nei miei riguardi. Il problema è che tutto questo lo dicono e non lo dicono, lo pensano, lo fanno capire, fanno battutine buttate là, dicendo che con me tanto non si può parlare perché io lo difendo sempre.
Ora, io non sono scema e i suoi difetti (anche grossi) li vedo benissimo. Però vedo anche i suoi pregi, che per me sono importanti. Non è affatto vero che con me non è attento, io mi sento amata e rispettata. Preferisco che non venga a prendermi con la macchina ogni santa volta che ci vediamo, ma che mi stimi, mi incoraggi nel lavoro, mi dica cose carine e non sia opprimente. Ma ogni volta che cerco di far capire queste cose alla mia famiglia trovo sempre un muro di gomma. Come a dire che sono un'idiota e non capisco niente. Lui è presente con la mia famiglia, viene alle occasioni, siamo usciti più volte con i miei genitori per spettacoli/teatri ecc. Però oggettivamente non hanno instaurato un vero rapporto. Lui ha stima dei miei per molti aspetti (che mi dice), per molti altri meno (un po' me lo dice, un po' lo intuisco); i miei con lui sono sempre cordialissimi, figurarsi, facendo poi di fatto ricadere solo su di me il loro malcontento. Si lamentano che non lo vedono mai e che lui non bazzichi per casa nostra (come fanno invece i fidanzati di molte figlie di amici, che si piazzano spesso pranzo/cena/colazione a casa dei "suoceri").
Insomma mi sento in difficoltà; paradossalmente preferirei che mi dicessero in faccia che lo odiano o anche che lo dicessero a lui. Come posso modificare il dialogo sbagliato che c'è in casa? Come posso spezzare questa situazione di cose non dette e antipatie palesi ma ben nascoste?
scrivo per una questione che mi sta mettendo molto in difficoltà. Sto con il mio compagno da quattro anni e stiamo pensando di andare a vivere insieme. Le cose fra noi funzionano bene, e sono molto contenta. C'è però il problema dei miei genitori, che - sebbene siano stati formalmente sempre molto corretti nei confronti miei e suoi - evidentemente non lo sopportano. Innanzitutto odiano il fatto che abbia dieci anni più di me. E questo fa sì che partano già molto prevenuti nei suoi confronti (quando a suo tempo dissi a mia madre che ci eravamo messi insieme lei ha pianto e strillato come se le avessi detto che sono eroinomane...). In secondo luogo non lo capiscono, perché obiettivamente lui è una persona molto riservata e schiva, ed esula, come tipo, dagli schemi che loro hanno un po' in mente. Viene di fatto dall' "ambiente" e dal giro largo di frequentazioni della mia famiglia, ma fa un po' a sé. E' inoltre piuttosto orso e, avendo una famiglia alla quale è legato, ma che è molto invadente, è molto attento ai suoi spazi. Tutte queste caratteristiche fanno sì che i miei non lo amino affatto. Dicono che si fa i cavoli suoi, che è sfuggente, che non è attento nei miei riguardi. Il problema è che tutto questo lo dicono e non lo dicono, lo pensano, lo fanno capire, fanno battutine buttate là, dicendo che con me tanto non si può parlare perché io lo difendo sempre.
Ora, io non sono scema e i suoi difetti (anche grossi) li vedo benissimo. Però vedo anche i suoi pregi, che per me sono importanti. Non è affatto vero che con me non è attento, io mi sento amata e rispettata. Preferisco che non venga a prendermi con la macchina ogni santa volta che ci vediamo, ma che mi stimi, mi incoraggi nel lavoro, mi dica cose carine e non sia opprimente. Ma ogni volta che cerco di far capire queste cose alla mia famiglia trovo sempre un muro di gomma. Come a dire che sono un'idiota e non capisco niente. Lui è presente con la mia famiglia, viene alle occasioni, siamo usciti più volte con i miei genitori per spettacoli/teatri ecc. Però oggettivamente non hanno instaurato un vero rapporto. Lui ha stima dei miei per molti aspetti (che mi dice), per molti altri meno (un po' me lo dice, un po' lo intuisco); i miei con lui sono sempre cordialissimi, figurarsi, facendo poi di fatto ricadere solo su di me il loro malcontento. Si lamentano che non lo vedono mai e che lui non bazzichi per casa nostra (come fanno invece i fidanzati di molte figlie di amici, che si piazzano spesso pranzo/cena/colazione a casa dei "suoceri").
Insomma mi sento in difficoltà; paradossalmente preferirei che mi dicessero in faccia che lo odiano o anche che lo dicessero a lui. Come posso modificare il dialogo sbagliato che c'è in casa? Come posso spezzare questa situazione di cose non dette e antipatie palesi ma ben nascoste?
[#1]
Cara Utente,
non penso che i suoi genitori "odino" il suo fidanzato, quanto che non accettino alcune sue caratteristiche che non corrispondono a quello che avrebbero desiderato per lei e per loro stessi.
Parrebbe infatti che si sentano "tagliati fuori" dal vostro rapporto:
"Si lamentano che non lo vedono mai e che lui non bazzichi per casa nostra (come fanno invece i fidanzati di molte figlie di amici, che si piazzano spesso pranzo/cena/colazione a casa dei "suoceri")"
e se lo odiassero lo vorrebbero vedere di meno, non certo di più: non crede?
Lei è figlia unica?
non penso che i suoi genitori "odino" il suo fidanzato, quanto che non accettino alcune sue caratteristiche che non corrispondono a quello che avrebbero desiderato per lei e per loro stessi.
Parrebbe infatti che si sentano "tagliati fuori" dal vostro rapporto:
"Si lamentano che non lo vedono mai e che lui non bazzichi per casa nostra (come fanno invece i fidanzati di molte figlie di amici, che si piazzano spesso pranzo/cena/colazione a casa dei "suoceri")"
e se lo odiassero lo vorrebbero vedere di meno, non certo di più: non crede?
Lei è figlia unica?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Buonasera,
grazie della risposta.
E' chiaro che non penso che odino lui come persona (forse anche, ma mi interessa relativamente); odiano il fatto che sia il mio compagno e che io passi molto tempo con lui (anche se non siamo certo una coppia sempre appiccicata, tutt'altro). Ed è altrettanto chiaro che si sentano esclusi dalla nostra vita (cosa che del resto è per loro inconcepibile, visto che sono stata sempre con loro a tempo pieno - con loro ho sempre avuto un buon rapporto - e mi sono pure fidanzata tardi). A parte il fatto che mi sembra naturale che loro siano in qualche modo esclusi dalla nostra vita di coppia (che appunto, è di coppia, e per di più io sono sempre stata riservatissima sui miei rapporti, anche di amicizia o di lavoro), il punto non è tanto questo, quanto il peso di una situazione di ipocrisia e "non detto" che mi stressa.
Non voglio che lo accettino, vorrei che fossero un po' più sinceri con me e anche un po' più oggettivi.
Comunque sì, purtroppo sono figlia unica.
grazie della risposta.
E' chiaro che non penso che odino lui come persona (forse anche, ma mi interessa relativamente); odiano il fatto che sia il mio compagno e che io passi molto tempo con lui (anche se non siamo certo una coppia sempre appiccicata, tutt'altro). Ed è altrettanto chiaro che si sentano esclusi dalla nostra vita (cosa che del resto è per loro inconcepibile, visto che sono stata sempre con loro a tempo pieno - con loro ho sempre avuto un buon rapporto - e mi sono pure fidanzata tardi). A parte il fatto che mi sembra naturale che loro siano in qualche modo esclusi dalla nostra vita di coppia (che appunto, è di coppia, e per di più io sono sempre stata riservatissima sui miei rapporti, anche di amicizia o di lavoro), il punto non è tanto questo, quanto il peso di una situazione di ipocrisia e "non detto" che mi stressa.
Non voglio che lo accettino, vorrei che fossero un po' più sinceri con me e anche un po' più oggettivi.
Comunque sì, purtroppo sono figlia unica.
[#3]
Riguardo al "non detto" può essere tranquillamente lei a mettere le carte in tavola e a imporre un discorso chiarificatore su quello che pensano, invece di osservare le loro parole e reazioni e farsi delle idee senza un confronto diretto.
Parli chiaro, faccia presente che ha notato e capito una serie di cose e che vuole che le dicano apertamente cosa vogliono, in modo tale da "negoziare" un accordo.
Se non riescono ad essere più espliciti sia lei a dare l'esempio.
Il fatto che sia figlia unica e che sia stata sempre molto unita ai suoi genitori non aiuta, ma dovranno farsi una ragione del fatto che la coppia siete lei e il suo fidanzato e che loro sono solo delle presenze "di contorno", da questo punto di vista.
Questo non toglie che potete cercare di andare incontro almeno in minima parte anche alle loro esigenze, se volete che non vi facciano la guerra o che comunque non ci sia più "nell'aria" lo scontento che lei sta percependo oggi: tengono a lei ed è per questo che la vorrebbero più vicina assieme al suo ragazzo, e se li accontentaste un po' di più potreste costruirvi un credito da spendere successivamente, quando e se vorrete prendere un po' più le distanze.
Ci pensi.
Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
Parli chiaro, faccia presente che ha notato e capito una serie di cose e che vuole che le dicano apertamente cosa vogliono, in modo tale da "negoziare" un accordo.
Se non riescono ad essere più espliciti sia lei a dare l'esempio.
Il fatto che sia figlia unica e che sia stata sempre molto unita ai suoi genitori non aiuta, ma dovranno farsi una ragione del fatto che la coppia siete lei e il suo fidanzato e che loro sono solo delle presenze "di contorno", da questo punto di vista.
Questo non toglie che potete cercare di andare incontro almeno in minima parte anche alle loro esigenze, se volete che non vi facciano la guerra o che comunque non ci sia più "nell'aria" lo scontento che lei sta percependo oggi: tengono a lei ed è per questo che la vorrebbero più vicina assieme al suo ragazzo, e se li accontentaste un po' di più potreste costruirvi un credito da spendere successivamente, quando e se vorrete prendere un po' più le distanze.
Ci pensi.
Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Gentile utente, nella mia pratica clinica ho imparato che i genitori (anche quelli peggiori) sono convinti di agire sempre per il bene del figlio...poi che a volte questo non sia vero è un altro conto...
Sicuramente i suoi genitori vedono la situazione dal loro punto di vista e lei è abbastanza grande, giustamente, per prendere le sue decisioni. Con una comunicazione efficace sono sicura che questo scoglio potrebbe essere aggirato e superato, ma bisogna uscire dai soliti "schemi" e quindi agire in modo differente da quello fatto fino ad ora.
cosa ha tentato di fare per superare e/o affrontare la situazione? bisogna partire da qui.
Le posso consigliare alcuni libri che trattano proprio la comunicazione con i genitori da cui potrebbe trarre spunto ma a volte serve un esperto che sappia trovare la strategia ideale a seconda dei casi.
Rimango a sua disposizione
Sicuramente i suoi genitori vedono la situazione dal loro punto di vista e lei è abbastanza grande, giustamente, per prendere le sue decisioni. Con una comunicazione efficace sono sicura che questo scoglio potrebbe essere aggirato e superato, ma bisogna uscire dai soliti "schemi" e quindi agire in modo differente da quello fatto fino ad ora.
cosa ha tentato di fare per superare e/o affrontare la situazione? bisogna partire da qui.
Le posso consigliare alcuni libri che trattano proprio la comunicazione con i genitori da cui potrebbe trarre spunto ma a volte serve un esperto che sappia trovare la strategia ideale a seconda dei casi.
Rimango a sua disposizione
Dr.ssa Chiara Illiano
Psicoterapeuta breve ad approccio strategico
www.chiarailliano.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.5k visite dal 10/03/2018.
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