Perché nessuno mi considera o mi ritiene utile alla veneranda età di quasi 34 anni
Gentilissimi medici, sono una ragazza di quasi 34 anni e da più di 8 anni vivo in uno stato di isolamento perenne NON DESIDERATO.
Vorrei precisare che nei mesi di Novembre/Dicembre 2017 ho fatto diverse sedute da una psicoterapeuta del "Centro Salute Mentale" della mia città, ma ho lasciato perdere tutto in quanto la dottoressa sbadigliava spesso quando le parlavo della mia sofferenza, o mi chiedeva di ripeterle le cose perché non sembrava interessata a seguirmi.
Io non so cosa faccio di errato per discostare le persone da me, per essere emarginata.
Mi ritengo una persona dolce, disponibile, che ha voglia di lavorare e venire incontro al prossimo.
Cerco di sorridere, di partecipare, di confrontarmi, ma puntualmente fallisco nei miei propositi.
Non sono certo una modella, ma mi impegno per avere un'immagine abbastanza presentabile.
Non riesco a essere amata e stimata, come lo sono tantissime altre persone che vedo o che conosco.
Avere un fidanzato non so neanche che significhi.
Ogni volta che ho cercato di dimostrare interesse, anche solo amichevole, a un individuo del sesso opposto, sono stata allontanata.
Tutte le amiche che ho avuto mi volevano solo come rimpiazzo e quando l'ho fatto loro notare mi hanno abbandonato.
Non capisco che faccio di SBAGLIATO per vedere la gente così insofferente nei miei confronti.
CERCO DI SOCIALIZZARE, CERCO DI FARMI VOLER BENE, CERCO DI FARMI CONOSCERE.
La gente mi tratta quasi come se avessi costantemente un odore sgradevole.
Questa situazione mi sta logorando piano piano, mi sta uccidendo.
Sento che la mia frustrazione crescerà sempre di più, e mi ritroverò sola, malata (ho il diabete mellito insulino-dipendente) e piena di rabbia a quasi 40 anni.
Ho anche pensato al suicidio, ma ho paura di non riuscire nel mio intento.
Vorrei precisare che nei mesi di Novembre/Dicembre 2017 ho fatto diverse sedute da una psicoterapeuta del "Centro Salute Mentale" della mia città, ma ho lasciato perdere tutto in quanto la dottoressa sbadigliava spesso quando le parlavo della mia sofferenza, o mi chiedeva di ripeterle le cose perché non sembrava interessata a seguirmi.
Io non so cosa faccio di errato per discostare le persone da me, per essere emarginata.
Mi ritengo una persona dolce, disponibile, che ha voglia di lavorare e venire incontro al prossimo.
Cerco di sorridere, di partecipare, di confrontarmi, ma puntualmente fallisco nei miei propositi.
Non sono certo una modella, ma mi impegno per avere un'immagine abbastanza presentabile.
Non riesco a essere amata e stimata, come lo sono tantissime altre persone che vedo o che conosco.
Avere un fidanzato non so neanche che significhi.
Ogni volta che ho cercato di dimostrare interesse, anche solo amichevole, a un individuo del sesso opposto, sono stata allontanata.
Tutte le amiche che ho avuto mi volevano solo come rimpiazzo e quando l'ho fatto loro notare mi hanno abbandonato.
Non capisco che faccio di SBAGLIATO per vedere la gente così insofferente nei miei confronti.
CERCO DI SOCIALIZZARE, CERCO DI FARMI VOLER BENE, CERCO DI FARMI CONOSCERE.
La gente mi tratta quasi come se avessi costantemente un odore sgradevole.
Questa situazione mi sta logorando piano piano, mi sta uccidendo.
Sento che la mia frustrazione crescerà sempre di più, e mi ritroverò sola, malata (ho il diabete mellito insulino-dipendente) e piena di rabbia a quasi 40 anni.
Ho anche pensato al suicidio, ma ho paura di non riuscire nel mio intento.
[#1]
Gentile Utente,
mi dispiace molto per la profonda sofferenza che vive e per le soluzioni cui sta pensando, ma prima di pensare a gesti piuttosto drastici, vale la pena cercare di modificare qualcosa, comprendendo prima che cosa sembra non funzionare.
Intanto, mi dispiace anche che non si sia trovata con la Collega. Quante sedute ha fatto? In qualche modo si è giunti alla formulazione di una ipotesi su che cosa potrebbe accadere nelle Sue relazioni?
Posso chiederLe qualcosa di più sulla Sua famiglia?
E' figlia unica?
Lei, nel frattempo, che spiegazioni si dà?
mi dispiace molto per la profonda sofferenza che vive e per le soluzioni cui sta pensando, ma prima di pensare a gesti piuttosto drastici, vale la pena cercare di modificare qualcosa, comprendendo prima che cosa sembra non funzionare.
Intanto, mi dispiace anche che non si sia trovata con la Collega. Quante sedute ha fatto? In qualche modo si è giunti alla formulazione di una ipotesi su che cosa potrebbe accadere nelle Sue relazioni?
Posso chiederLe qualcosa di più sulla Sua famiglia?
E' figlia unica?
Lei, nel frattempo, che spiegazioni si dà?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Gentilissima Dottoressa Pileci, innanzitutto la volevo ringraziare per la sua risposta.
Con la sua Collega ho fatto 6 sedute.
Abbiamo cominciato a discutere di cose molto leggere, lei mi ha detto di cominciare a parlarle di quante persone mi sono innamorata, e di come mi sentivo quando qualcuno mi rifiutava.
Poi io ho iniziato a raccontarle dei miei problemi familiari, di come venivo trattata malissimo dai miei genitori e da mia sorella.
Da là ho notato i suoi sbadigli e la sua disattenzione...
Con mio madre e mia madre non ho mai avuto un bel rapporto.
Mia mamma mi ha rinfacciato sin da piccola che sono nata per rovinarle la vita, che mia sorella minore era più bella e intelligente di me. Mi ha sempre fatto sentire peggiore di chiunque vedesse attorno a me.
Mio padre si è dimostrato d'accordo con lei ogni volta.
Mia sorella è cresciuta con l'autostima alta, si è fatta una vita, ora vive da sola con il suo fidanzato e mi ha detto che non vuole avere niente a che fare con me.
Anche dai miei genitori ho sempre cercato amore, affetto, comprensione.
Cose che non sono mai arrivate, perché loro mi hanno costantemente fatto sentire PICCOLA, STUPIDA e INUTILE.
Gli abbracci, le carezze, i baci, le parole dolci per me non ci sono mai state.
Non so veramente cosa significhino.
Io non riesco a darmi nessuna spiegazione sulla vita orrenda che vivo.
Le posso solo dire che sono stanca di vedere la gente più felice di me.
VORREI SOLO SPARIRE.
Con la sua Collega ho fatto 6 sedute.
Abbiamo cominciato a discutere di cose molto leggere, lei mi ha detto di cominciare a parlarle di quante persone mi sono innamorata, e di come mi sentivo quando qualcuno mi rifiutava.
Poi io ho iniziato a raccontarle dei miei problemi familiari, di come venivo trattata malissimo dai miei genitori e da mia sorella.
Da là ho notato i suoi sbadigli e la sua disattenzione...
Con mio madre e mia madre non ho mai avuto un bel rapporto.
Mia mamma mi ha rinfacciato sin da piccola che sono nata per rovinarle la vita, che mia sorella minore era più bella e intelligente di me. Mi ha sempre fatto sentire peggiore di chiunque vedesse attorno a me.
Mio padre si è dimostrato d'accordo con lei ogni volta.
Mia sorella è cresciuta con l'autostima alta, si è fatta una vita, ora vive da sola con il suo fidanzato e mi ha detto che non vuole avere niente a che fare con me.
Anche dai miei genitori ho sempre cercato amore, affetto, comprensione.
Cose che non sono mai arrivate, perché loro mi hanno costantemente fatto sentire PICCOLA, STUPIDA e INUTILE.
Gli abbracci, le carezze, i baci, le parole dolci per me non ci sono mai state.
Non so veramente cosa significhino.
Io non riesco a darmi nessuna spiegazione sulla vita orrenda che vivo.
Le posso solo dire che sono stanca di vedere la gente più felice di me.
VORREI SOLO SPARIRE.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 14.7k visite dal 06/03/2018.
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