Futuro, lavoro, disillusione
Buongiorno e grazie per chi mi risponderà. Ho 28 anni e sono laureata in psicologia. Sono iscritta all'albo e sto frequentando il secondo anno della scuola di specializzazione ad indirizzo psicodinamico. Sto svolgendo il tirocinio presso l'asl della mia provincia. Premetto che ho una grandissima passione per la psicologia e vorrei che un giorno la psicologia e la psicoterapia diventassero il mio lavoro, anche se non esclusivo, almeno il principale. Come voi tutti sapete però la vita di un aspirante psicoterapeuta non è facile, la strada non è diretta, non è detto che gli sforzi siano ripagati con un ritorno professionale ed economico adeguato. Ammetto che sto comunque avendo le mie prime timide ma molto incoraggianti soddisfazioni, i miei primi pazienti sono contenti di me e io sto sperimentando una sempre più sicurezza e consapevolezza all'interno del setting clinico. Fosse per me andrei avanti con una spinta e motivazione infinita, leggerei un migliaio di libri, parteciperei a seminari, cercherei sempre più situazioni diversificate all'interno del contesto di tirocinio per mettermi alla prova e conoscere nuove realtà. Mi sento bene a fare la psicologa e ad ogni piccola caduta e sbandamento in cui la mia inesperienza si fa sentire mi da lo stimolo per formarmi in maniera più approfondita. Da qualche giorno ho aperto partita iva per via di una collaborazione con un piccolo ente di formazione della zona con cui dovrei collaborare per uno sportello di ascolto.
Poi c'è l'altra faccia della medaglia, al di là della passione e degli sforzi che sto facendo per incominciare a muovere i primi passi nel mercato, c'è l'altra voce che parla nella mia testa. La voce che mi dice che tutti gli sforzi che sto facendo sono inutili perchè il campo della psicologia difficilmente mi farà arrivare alla fine del mese, la concorrenza è alta e rischio di venire schiacciata, al di là delle competenze e dell'impegno. Il mercato è saturo e non riuscirò mai ad emergere. Cerco di ripetermi che le competenze e l'impegno alla fine pagano, ma mi sento comunque come se cadessi in un buco nero. Ho paura di ritrovarmi fra 10 anni ad aver buttato via soldi e tempo per qualcosa che non avrà fruttato niente ed essere nello stesso tempo troppo vecchia per altri lavori. Forse sto vivendo in maniera drammatica lo scontro con la realtà dei fatti o forse lo sto vivendo in maniera troppo drammatica? Sono realista o disfattista?
Dopo domani ho una serata di presentazione dello sportello organizzata e l'unica cosa che riesco a fare è fissare il vuoto, E qui tornano i miei doppi binari, da una parte sono molto contenta di ciò che ho preparato per la serata, dall'altro sento il peso dell'inutilità e del disfattismo. Nonostante spesso la sensazione di sentirmi una fallita in partenza e diretta a 300/h verso un burrone vinca su tutto.
Poi c'è l'altra faccia della medaglia, al di là della passione e degli sforzi che sto facendo per incominciare a muovere i primi passi nel mercato, c'è l'altra voce che parla nella mia testa. La voce che mi dice che tutti gli sforzi che sto facendo sono inutili perchè il campo della psicologia difficilmente mi farà arrivare alla fine del mese, la concorrenza è alta e rischio di venire schiacciata, al di là delle competenze e dell'impegno. Il mercato è saturo e non riuscirò mai ad emergere. Cerco di ripetermi che le competenze e l'impegno alla fine pagano, ma mi sento comunque come se cadessi in un buco nero. Ho paura di ritrovarmi fra 10 anni ad aver buttato via soldi e tempo per qualcosa che non avrà fruttato niente ed essere nello stesso tempo troppo vecchia per altri lavori. Forse sto vivendo in maniera drammatica lo scontro con la realtà dei fatti o forse lo sto vivendo in maniera troppo drammatica? Sono realista o disfattista?
Dopo domani ho una serata di presentazione dello sportello organizzata e l'unica cosa che riesco a fare è fissare il vuoto, E qui tornano i miei doppi binari, da una parte sono molto contenta di ciò che ho preparato per la serata, dall'altro sento il peso dell'inutilità e del disfattismo. Nonostante spesso la sensazione di sentirmi una fallita in partenza e diretta a 300/h verso un burrone vinca su tutto.
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Gentile giovane Collega, certo che la strada è dura e richiede molta motivazione , molto studio e bisogna essere determinate e brave, ha provato ad informarsi con le farmacie ? qui nel Veneto la cosa comincia a funzionare.. il problema è appunto farsi conoscere.. forse conviene anche contattare pediatri e medici di base, potendo.. Ricchi non si diventa , ma ad un buon livello campare serenamente si può..funziona il passaparola.. Coraggio cerchi di fare squadra , se le è possibile.. Ci riscriva se crede.. niente disfattismo, ma occhi aperti e sguardi positivi..!
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Utente
Grazie della risposta. La vita dello psicoterapeuta in formazione non è per niente facile. La serata è andata abbastanza male per risposta dell'utenza, nonostante l'impegno e la pubblicità forse non del tutto efficace con il senno di poi. Spero che la fine del tunnel regali un po' di luce, per ora le uniche soddisfazioni mi vengono dal tirocinio, che, aihmè, non è retribuito. Ma mai demordere...
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.5k visite dal 05/03/2018.
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