PRIMO INCONTRO CONSULTORIO
Oggi ho sostenuto finalmente il primo incontro che avevo fissato con la Consulente.
Ho deciso di rivolgermi al Consultorio sotto vostro consiglio, perché non ho la possibilità economica nell'affrontare le spese di uno psicologo (ho 21 anni, sono uno studente universitario non lavoratore, e non voglio intromettere i miei genitori in questa situazione).
La Consulente ha specificato di non essere una psicologa, quindi ha premesso, prima del colloquio, che avrebbe analizzato il mio problema nel corso di un tot. di sedute per poi decidere se è necessario l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta (del Consultorio stesso) oppure no.
Ha specificato che questa scelta dipende dal percorso che farò con lei e dai risultati che avrò.
Il colloquio è stato piacevole e, nonostante l'imbarazzo iniziale, le ho raccontato tutto quello di cui volevo parlare.
Avrei voluto che il colloquio si incentrasse di più sui pensieri intrusivi (DOC) che mi appesantiscono la testa, ma ho notato come se la Consulente desse per scontato che questi pensieri fossero frutto di un DOC pur sapendo che le mie erano autodiagnosi.
Infatti ha voluto sapere che rapporto ho con i miei genitori e con la mia famiglia in generale.
Mi ha fissato il prossimo appuntamento tra 10 giorni e mi ha detto che in questi giorni devo lavorare sull'immagine che ho di me stesso confrontandola con l'immagine che i miei genitori hanno di me.
In effetti le ho raccontato che i pensieri intrusivi sono subentrati più tardi (novembre) rispetto al 'malessere' che provavo già da prima (giugno) e che era nato come una semplice mancanza di voglia di studiare. Ho aggiunto più volte che il mio desiderio è quello di tornare sereno come 8/9 mesi fa e lei ha interpretato questa situazione come se 'mi stesse crollando la terra sotto i piedi' dicendomi di lavorare, durante questi giorni di attesa per il prossimo colloquio, su altri aspetti della mia personalità, del mio essere, senza focalizzarsi sull'immagine di me di tempo fa, ma cogliere un 'nuovo' me e filtrare il bene che posso ricavare da questa situazione che sto vivendo facendone un'esperienza di vita che fortifica.
E' vero che è ancora presto per esaminare il mio caso, ma è possibile che non sia necessario l'aiuto di uno psicologo? Pongo questa domanda perché ho avuto l'impressione che la Consulente sia del parere che non sia necessario.
Cosa ne pensate del colloquio?
Ho deciso di rivolgermi al Consultorio sotto vostro consiglio, perché non ho la possibilità economica nell'affrontare le spese di uno psicologo (ho 21 anni, sono uno studente universitario non lavoratore, e non voglio intromettere i miei genitori in questa situazione).
La Consulente ha specificato di non essere una psicologa, quindi ha premesso, prima del colloquio, che avrebbe analizzato il mio problema nel corso di un tot. di sedute per poi decidere se è necessario l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta (del Consultorio stesso) oppure no.
Ha specificato che questa scelta dipende dal percorso che farò con lei e dai risultati che avrò.
Il colloquio è stato piacevole e, nonostante l'imbarazzo iniziale, le ho raccontato tutto quello di cui volevo parlare.
Avrei voluto che il colloquio si incentrasse di più sui pensieri intrusivi (DOC) che mi appesantiscono la testa, ma ho notato come se la Consulente desse per scontato che questi pensieri fossero frutto di un DOC pur sapendo che le mie erano autodiagnosi.
Infatti ha voluto sapere che rapporto ho con i miei genitori e con la mia famiglia in generale.
Mi ha fissato il prossimo appuntamento tra 10 giorni e mi ha detto che in questi giorni devo lavorare sull'immagine che ho di me stesso confrontandola con l'immagine che i miei genitori hanno di me.
In effetti le ho raccontato che i pensieri intrusivi sono subentrati più tardi (novembre) rispetto al 'malessere' che provavo già da prima (giugno) e che era nato come una semplice mancanza di voglia di studiare. Ho aggiunto più volte che il mio desiderio è quello di tornare sereno come 8/9 mesi fa e lei ha interpretato questa situazione come se 'mi stesse crollando la terra sotto i piedi' dicendomi di lavorare, durante questi giorni di attesa per il prossimo colloquio, su altri aspetti della mia personalità, del mio essere, senza focalizzarsi sull'immagine di me di tempo fa, ma cogliere un 'nuovo' me e filtrare il bene che posso ricavare da questa situazione che sto vivendo facendone un'esperienza di vita che fortifica.
E' vero che è ancora presto per esaminare il mio caso, ma è possibile che non sia necessario l'aiuto di uno psicologo? Pongo questa domanda perché ho avuto l'impressione che la Consulente sia del parere che non sia necessario.
Cosa ne pensate del colloquio?
[#1]
Gentile Utente,
sinceramente non so come sia organizzato il Consultorio ci si è rivolto; è probabile che sia stato fatto un primo colloquio per la raccolta anamnestica (che può fare anche l'infermiere).
Tuttavia, non capisco come mai non si sia presentata questa consulente (chi è? a quale titolo effettua questi colloqui con l'utenza?)
Inoltre, Lei scrive: "ho notato come se la Consulente desse per scontato che questi pensieri fossero frutto di un DOC pur sapendo che le mie erano autodiagnosi."
e poi
" ma è possibile che non sia necessario l'aiuto di uno psicologo? Pongo questa domanda perché ho avuto l'impressione che la Consulente sia del parere che non sia necessario."
Se (e sottolineo se) si tratta di un DOC parliamo di psicopatologia. Se non serve lo psicologo psicoterapeuta, a chi crede di doversi rivolgere?
Inoltre lo psicologo non si occupa solo di psicopatologia ma anche di altro (es sostegno). Sarei curiosa (professionalmente, intendo) di sapere di che cosa si occupa la consulente e con quali competenze professionali.
Cordiali saluti,
sinceramente non so come sia organizzato il Consultorio ci si è rivolto; è probabile che sia stato fatto un primo colloquio per la raccolta anamnestica (che può fare anche l'infermiere).
Tuttavia, non capisco come mai non si sia presentata questa consulente (chi è? a quale titolo effettua questi colloqui con l'utenza?)
Inoltre, Lei scrive: "ho notato come se la Consulente desse per scontato che questi pensieri fossero frutto di un DOC pur sapendo che le mie erano autodiagnosi."
e poi
" ma è possibile che non sia necessario l'aiuto di uno psicologo? Pongo questa domanda perché ho avuto l'impressione che la Consulente sia del parere che non sia necessario."
Se (e sottolineo se) si tratta di un DOC parliamo di psicopatologia. Se non serve lo psicologo psicoterapeuta, a chi crede di doversi rivolgere?
Inoltre lo psicologo non si occupa solo di psicopatologia ma anche di altro (es sostegno). Sarei curiosa (professionalmente, intendo) di sapere di che cosa si occupa la consulente e con quali competenze professionali.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
La Consulente si è presentata (con tanto di cognome) dicendo di essere iscritta all'albo dei Consulenti e di occuparsi di tematiche legate alla gestione delle emozioni.
Che la consulente pensi che non abbia bisogno di un aiuto psicologico è stata una mia sensazione (si vedrà con le prossime sedute), perché non ha approfondito sul (presunto) DOC.
Lei pensa che debba rivolgermi altrove?
Che la consulente pensi che non abbia bisogno di un aiuto psicologico è stata una mia sensazione (si vedrà con le prossime sedute), perché non ha approfondito sul (presunto) DOC.
Lei pensa che debba rivolgermi altrove?
[#3]
Gentile Utente,
non sto dicendo che la Consulente non Le ha detto nome e cognome o che non si sia presentata!
Ho chiesto a che titolo effettua un colloquio, anzi un primo colloquio, con l'Utenza e sono sinceramente interessata a sapere qual è l'albo dei Consulenti.
Consulenti di cosa?
Non sapevo esistesse un albo dei Consulenti che si occupano di gestione delle emozioni.
Inoltre, Lei scrive: "..quindi ha premesso, prima del colloquio, che avrebbe analizzato il mio problema nel corso di un tot. di sedute per poi decidere se è necessario l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta (del Consultorio stesso) oppure no."
Quello che Lei scrive qui si chiama DIAGNOSI ed è un lavoro che solo il medico o lo psicologo possono effettuare.
Nessun Consulente (iscritto ad un albo di cui personalmente non ho mai sentito parlare) può porre diagnosi.
Ha dei riferimenti di questo albo dei consulenti, per favore?
non sto dicendo che la Consulente non Le ha detto nome e cognome o che non si sia presentata!
Ho chiesto a che titolo effettua un colloquio, anzi un primo colloquio, con l'Utenza e sono sinceramente interessata a sapere qual è l'albo dei Consulenti.
Consulenti di cosa?
Non sapevo esistesse un albo dei Consulenti che si occupano di gestione delle emozioni.
Inoltre, Lei scrive: "..quindi ha premesso, prima del colloquio, che avrebbe analizzato il mio problema nel corso di un tot. di sedute per poi decidere se è necessario l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta (del Consultorio stesso) oppure no."
Quello che Lei scrive qui si chiama DIAGNOSI ed è un lavoro che solo il medico o lo psicologo possono effettuare.
Nessun Consulente (iscritto ad un albo di cui personalmente non ho mai sentito parlare) può porre diagnosi.
Ha dei riferimenti di questo albo dei consulenti, per favore?
[#4]
Ex utente
La Consulente non ha effettuato diagnosi. Il Consultorio di riferimento esegue questo tipo di percorso: 1) fissare appuntamento, 2) colloquio con consulente che aiuta a chiarire la problematica, 3) solo se necessario affidamento a psicologi interni o indirizzamento a strutture pubbliche/private. Non ricordo con esattezza se ha parlato di albo, ma sicuramente di occuparsi di gestione delle emozioni
[#5]
Gentile Utente,
se una persona si rivolge a chicchessia per CHIARIRE LA PROBLEMATICA, ovvero si definisce una problematica che riguarda la propria salute, le proprie relazioni, ecc... e successivamente si giunge ad un intervento (affidarsi allo psicologo), si sta effettuando una diagnosi, una valutazione.
Altrimenti, su quali basi ci si rivolge allo psicologo successivamente e solo se necessario? Chi valuterebbe solo se è necessario?
Anche l'insegnante di una scuola materna si occupa di emozioni e della loro gestione, anzi direi che chiunque può occuparsi della gestione delle emozioni: allenatori sportivi, insegnanti di danza, di yoga, ecc...
Non mi pare abbia molto senso questa "presentazione" del "Consulente"... ma ovviamente, non essendo io presente, non saprei dirLe di più.
Cordiali saluti,
se una persona si rivolge a chicchessia per CHIARIRE LA PROBLEMATICA, ovvero si definisce una problematica che riguarda la propria salute, le proprie relazioni, ecc... e successivamente si giunge ad un intervento (affidarsi allo psicologo), si sta effettuando una diagnosi, una valutazione.
Altrimenti, su quali basi ci si rivolge allo psicologo successivamente e solo se necessario? Chi valuterebbe solo se è necessario?
Anche l'insegnante di una scuola materna si occupa di emozioni e della loro gestione, anzi direi che chiunque può occuparsi della gestione delle emozioni: allenatori sportivi, insegnanti di danza, di yoga, ecc...
Non mi pare abbia molto senso questa "presentazione" del "Consulente"... ma ovviamente, non essendo io presente, non saprei dirLe di più.
Cordiali saluti,
[#6]
Ex utente
Al momento ho sostenuto UN solo colloquio, quindi ho scritto questo consulto sulla base di sensazioni/impressioni. Tuttavia, secondo Lei come si sarebbe dovuta presentare la Consulente se, per lei, quanto scritto, pare non aver molto senso?
Mi faccia capire, soprattutto se mi sto rivolgendo a persone sbagliate.
Al prossimo appuntamento le parlo di questa ‘nostra’ conversazione per chiarimento.
Mi faccia capire, soprattutto se mi sto rivolgendo a persone sbagliate.
Al prossimo appuntamento le parlo di questa ‘nostra’ conversazione per chiarimento.
[#7]
"secondo Lei come si sarebbe dovuta presentare la Consulente se, per lei, quanto scritto, pare non aver molto senso? "
Gentile Utente,
se la consulente non è nè medico nè psicologo ma è una "consulente", allora che si presenti da "consulente" che gestisce le emozioni... non so che dire!
Ma il punto fondamentale è che per "chiarire la problematica" bisogna mettere a fuoco il problema e porre diagnosi, attività che solo il medico o lo psicologo possono fare.
Sinceramente, non so quali siano gli strumenti utilizzati dal consulente per chiarire la problematica o in base a quali elementi che emergeranno potrà indirizzarLa da uno psicologo, uno psicoterapeuta, altro...
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
se la consulente non è nè medico nè psicologo ma è una "consulente", allora che si presenti da "consulente" che gestisce le emozioni... non so che dire!
Ma il punto fondamentale è che per "chiarire la problematica" bisogna mettere a fuoco il problema e porre diagnosi, attività che solo il medico o lo psicologo possono fare.
Sinceramente, non so quali siano gli strumenti utilizzati dal consulente per chiarire la problematica o in base a quali elementi che emergeranno potrà indirizzarLa da uno psicologo, uno psicoterapeuta, altro...
Cordiali saluti,
[#8]
Ex utente
Quindi lei mi sta dicendo che il percorso che esegue il Consultorio a cui ho fatto riferimento è sbagliato? La prassi che ho esposto nelle precedenti risposte l’ho copiata pari passo dal sito web del Consultorio e inoltre sono cose che mi ha confermato la consulente stessa.
Al prossimo appuntamento sicuramente le parlerò della necessità da parte mia di essere visitato da uno psicologo.
tuttavia lei non mi ha fatto ancora capire come si sarebbe dovuta comportare la consulente. Vorrei che fosse più precisa riguardo il ruolo del consulente e la funzione del Consultorio. Al di là della sua opinione (sulla base di quanto scritto) riguardo la (presunta) poca professionalità della consulente.
Insomma lei mi consiglia di RIVOLGERMI ALTROVE ?
Al prossimo appuntamento sicuramente le parlerò della necessità da parte mia di essere visitato da uno psicologo.
tuttavia lei non mi ha fatto ancora capire come si sarebbe dovuta comportare la consulente. Vorrei che fosse più precisa riguardo il ruolo del consulente e la funzione del Consultorio. Al di là della sua opinione (sulla base di quanto scritto) riguardo la (presunta) poca professionalità della consulente.
Insomma lei mi consiglia di RIVOLGERMI ALTROVE ?
[#9]
Sto dicendo che, per comprendere gli step successivi e la problematica (=DIAGNOSI) è imprescindibile che sia lo psicologo o il medico a porla.
Le ho anche spiegato il perché.
Non so perchè non ci sia uno psicologo ad effettuare il PRIMO COLLOQUIO.
Il primo colloquio (che può consistere anche in più colloqui e ha proprio la finalità di giungere alla definizione del problema e a capire come procedere) è la parte più importante dell'intero processo.
Forse non ci sono fondi per pagare uno psicologo; come scrivevo sopra, in alcuni consultori la raccolta anamnestica viene fatta da un infermiere. Ma io non so dirLe come è organizzato quel consultorio specifico.
Lei scrive: "tuttavia lei non mi ha fatto ancora capire come si sarebbe dovuta comportare la consulente. Vorrei che fosse più precisa riguardo il ruolo del consulente e la funzione del Consultorio."
Ripeto che non solo non ero presente, non so che cosa abbia detto o fatto, non so come "si sarebbe dovuta comportare", nè posso conoscere il ruolo del consulente, dal momento che -come ho già scritto sotto- non ero a conoscenza dell'esistenza di questa figura, nè dell'albo dei consulenti che gestiscono emozioni.
Cordiali saluti,
Le ho anche spiegato il perché.
Non so perchè non ci sia uno psicologo ad effettuare il PRIMO COLLOQUIO.
Il primo colloquio (che può consistere anche in più colloqui e ha proprio la finalità di giungere alla definizione del problema e a capire come procedere) è la parte più importante dell'intero processo.
Forse non ci sono fondi per pagare uno psicologo; come scrivevo sopra, in alcuni consultori la raccolta anamnestica viene fatta da un infermiere. Ma io non so dirLe come è organizzato quel consultorio specifico.
Lei scrive: "tuttavia lei non mi ha fatto ancora capire come si sarebbe dovuta comportare la consulente. Vorrei che fosse più precisa riguardo il ruolo del consulente e la funzione del Consultorio."
Ripeto che non solo non ero presente, non so che cosa abbia detto o fatto, non so come "si sarebbe dovuta comportare", nè posso conoscere il ruolo del consulente, dal momento che -come ho già scritto sotto- non ero a conoscenza dell'esistenza di questa figura, nè dell'albo dei consulenti che gestiscono emozioni.
Cordiali saluti,
[#10]
Ex utente
Mi rivolgo altrove?
comunque non so se posso inviarle in link del sito web di questo consultorio.
È un consultorio in cui ci sono psicologi psicoterapeuti, psichiatri etc (almeno da come mi ha detto la consulente). Questa struttura è mantenuta grazie anche al sostegno di offerte fatte da parte dei clienti e inoltre è in associazione con una Chiesa dell’ordine dei gesuiti che è nei pressi.
comunque non so se posso inviarle in link del sito web di questo consultorio.
È un consultorio in cui ci sono psicologi psicoterapeuti, psichiatri etc (almeno da come mi ha detto la consulente). Questa struttura è mantenuta grazie anche al sostegno di offerte fatte da parte dei clienti e inoltre è in associazione con una Chiesa dell’ordine dei gesuiti che è nei pressi.
[#11]
Gentile utente,
agli Psicologi la legge riconosce la competenza per effettuare una DIAGNOSI, alla quale segue una eventuale TERAPIA.
Facciamo un esempio.
Se Lei ha un dolore fisico e si reca dal medico,
MA per avervi accesso deve fare .. alcuni colloqui .. con un Consulente non meglio qualificato,
il quale poi DECIDERA' se è il caso che Lei possa incontrare il medico,
cosa ne penserebbe? E tale decisione: "se è il caso che Lei possa incontrare il medico", non è già di per sè una DIAGNOSI?
Sì, esistono i "Consulenti coniugali e familiari",
forse a questi si riferisce la suddetta;
per la legge sono compresi nelle "professioni NON regolamentate", in quanto non sono nè riconosciute nè regolamentate da nessun Albo Professionale previsto dalla legge italiana (Legge, 14/01/2013 n° 4, G.U. 26/01/2013, gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/01/26/13G00021/s).
La associazione da loro stessi fondata definisce così questa professione:
"Il consulente coniugale e familiare (chiamato anche consulente della coppia e della famiglia) è un professionista dell’area SOCIO-ASSISTENZIALE-EDUCATIVA, a cui coppie, singoli individui e famiglie in difficoltà possono rivolgersi per ritrovare dialogo e comprensione reciproca. Come accade per molte altre professioni, la consulenza familiare è ancora in attesa di una legge che la regolamenti a livello nazionale."
Certamente quando noi qui consigliamo di rivolgersi al Consultorio (ad utenti con ridotte possibilità economiche in quanto gratuito)
ci riferiamo ad una Struttura pubblica che lavori con professionisti (psicologi, medici, ginecologi, ecc.) iscritti regolarmente ai relativi Albi Professionali riconosciuti,
motivo per cui gli utenti sono tutelati dalla legge.
In altro caso non avremmo fatto tale invio.
Dalle numerose e precise risposte della Dott. Pileci
e da questa ulteriore
ora Lei possiede tutti gli elementi per decidere cosa fare.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#12]
Ex utente
Ok, capisco. In effetti il consultorio a cui sto facendo riferimento è coniugale e familiare.
Quindi mi conviene, al prossimo appuntamento, richiedere direttamente il consulto dello psicologo del consultorio, e quindi saltare lo ‘step’ della “””diagnosi””” (passatemi il termine) della consulente, OPPURE rivolgermi direttamente altrove presso ASL o strutture private?
Vorrei un consiglio
Quindi mi conviene, al prossimo appuntamento, richiedere direttamente il consulto dello psicologo del consultorio, e quindi saltare lo ‘step’ della “””diagnosi””” (passatemi il termine) della consulente, OPPURE rivolgermi direttamente altrove presso ASL o strutture private?
Vorrei un consiglio
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.8k visite dal 03/03/2018.
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