Inadeguatezza e crisi generale
buonasera, mi chiamo matteo e ho 34 anni, gay, fidanzato. circa due mesi fa ho iniziato un lavoro a tempo indeterminato nel pubblico, che attendevo da ben 9 anni, e che tutti hanno considerato una benedizione (visti i tempi), tranne me. da un po di tempo, vari mesi, sto vivendo una situazione di stravolgimento totale dei miei vecchi progetti, e della mia vita in generale. come risultato vivo e percepisco ogni giorno una forte ansia, un senso di inadeguatezza totale e bassa autostima sul lavoro: sono passati 9 anni da quel concorso e le nozioni imparate all'università 10 anni fa sono in gran parte state dimenticate, sono poi circondato da colleghi coetanei molto bravi ed esperti e questo amplifica la mia percezione di inferiorità sul posto, inoltre nel corso degli anni ho preso una seconda laurea in un percorso sempre scientifico ma molto diverso dal primo, e più vicino alle mie inclinazioni. in questi ultimi 2 mesi non sono riuscito a vivere una giornata in pieno relax, neanche nei giorni di riposo (nei quali il mio cervello è bombardato da continui pensieri riguardo al lavoro, anche di notte), o quando sono in compagnia del mio ragazzo, che comunque resta molto assente nella mia vita per via di difficoltà sue personali. mi sto scoprendo una persona disordinata (prima ero perfettino e ordinato), ipoattivo (prima non riuscivo mai a stare fermo, ed ero sportivo), chiuso in me stesso e in casa, ed ho subìto un attacco di panico sul posto di lavoro risolto chiudendomi in bagno per non farmi vedere. in generale è come se fosse arrivato un terremoto che mi ha fatto crollare ogni mia certezza, credo, valore, desiderio. il risultato è che sto notando un attaccamento eccessivo nei confronti del mio ragazzo, quasi a considerarlo un salvagente, e me ne rendo conto poichè vivo un contrasto anomalo: come unica via d'uscita, malsana ovviamente, riesco a vedere solo l'annientamento di ogni cosa, il licenziamento dal lavoro, la fine della relazione...e quindi mi sono domandato: se chiedo più attenzioni al mio ragazzo allora perchè desidero non averlo mai conosciuto?? questo mi fa capire anche che vivo in una piena confusione, traducibile in stanchezza mentale e fisica, e un riposo notturno inadeguato. non trovo più gratificazione in nulla: prima adoravo leggere e molto, andare in palestra, viaggiare, muovermi, cucinare e sperimentare in cucina, ora se tento solo una di queste cose svanisce al primo colpo: acquisto un libro ma resta dimenticato sul comodino, mi abbono in palestra ma alla fine ho pagato a vuoto, vado a fare la spesa ma compro e cucino sempre quelle 4 cose rapidamente. mi è stato detto che alcune strategie possono essere: abbassare il mio livello di aspettativa dalla vita, non doversi sentire cioè sempre all'altezza di ogni situazione, in effetti ho molte responsabilità sul lavoro, e come detto sopra ho dimenticato molte cose, ed al momento questo senso di fatica continuo non mi spinge certo a riprendere in mano i libri; tenere un diario delle emozioni ma con una guida/regia dietro; instaurare un contatto con la natura: coltivare delle piante, fare passeggiate in un parco. possono essere utili? ho frequenti, seppure rapide, crisi di pianto che interpreto come un modo per scaricare l'ansia accumulata, e infine, ma non per ultimo, percepisco rabbia nei miei confronti: finalmente un lavoro fisso che molti mi invidierebbero, sono/siamo innamorati, e invece mi sento scivolare. immagino mi diciate di fare almeno un primo colloquio con uno psicoterapeuta, e a tal fine vi domando anche quale indirizzo sia più adeguato dato che sono a digiuno della materia. grazie
[#1]
Caro Matteo,
da quanto riferisce sembra quasi che il concretizzarsi della chiamata a ricoprire quel posto di lavoro, a molti anni dal superamento del relativo concorso, abbia avuto un effetto decisamente depressivo e confusivo sulla sua esistenza.
Quali altri progetti aveva fatto nel frattempo?
Pensava che non sarebbe mai stato chiamato?
Se la sua vita aveva preso una diversa direzione ed è stata stravolta da quella che per altri sarebbe sicuramente un'opportunità (ma non siamo tutti uguali e non si deve incolpare per la reazione che sta avendo) è comprensibile che non sappia più dove sbattere la testa, anche considerando che le altre persone pensano e dicono che è fortunato ad avere questo lavoro.
La sua fantasia circa il "chiudere con tutto" (lavoro, relazione, ...) può rappresentare un desiderio depressivo di annientamento e l'attacco di panico che ha avuto indica che sta vivendo una tensione insostenible, che cerca uno sfogo e lo trova in questo tipo di attacco.
La scelta migliore è sicuramente quella di intraprendere un percorso psicologico per far valutare la sua situazione nel complesso e lavorare di conseguenza su di lei, non escludendo l'ipotesi che in precedenza possa essere stato presente uno stato ansioso e/o depressivo "sotto soglia" e quindi non rilevato, che è emerso in tutta la sua intensità dopo i recenti cambiamenti.
Personalmente le consiglio una psicoterapia di stampo psicodinamico/psicoanalitico, che le consenta di approfondire adeguatamente le cause del suo malessere (presumibilmente non recenti), e di lasciar perdere i suggerimenti che ha ricevuto:
"abbassare il mio livello di aspettativa dalla vita (...); tenere un diario delle emozioni ma con una guida/regia dietro; instaurare un contatto con la natura: coltivare delle piante, fare passeggiate in un parco".
Si tratta di obiettivi in parte irraggiungibili senza un lavoro adeguato (cambiare le aspettative su di sè e sul suo futuro) e in parte di esercizi inefficaci, se non inseriti in un contesto terapeutico più ampio.
Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
da quanto riferisce sembra quasi che il concretizzarsi della chiamata a ricoprire quel posto di lavoro, a molti anni dal superamento del relativo concorso, abbia avuto un effetto decisamente depressivo e confusivo sulla sua esistenza.
Quali altri progetti aveva fatto nel frattempo?
Pensava che non sarebbe mai stato chiamato?
Se la sua vita aveva preso una diversa direzione ed è stata stravolta da quella che per altri sarebbe sicuramente un'opportunità (ma non siamo tutti uguali e non si deve incolpare per la reazione che sta avendo) è comprensibile che non sappia più dove sbattere la testa, anche considerando che le altre persone pensano e dicono che è fortunato ad avere questo lavoro.
La sua fantasia circa il "chiudere con tutto" (lavoro, relazione, ...) può rappresentare un desiderio depressivo di annientamento e l'attacco di panico che ha avuto indica che sta vivendo una tensione insostenible, che cerca uno sfogo e lo trova in questo tipo di attacco.
La scelta migliore è sicuramente quella di intraprendere un percorso psicologico per far valutare la sua situazione nel complesso e lavorare di conseguenza su di lei, non escludendo l'ipotesi che in precedenza possa essere stato presente uno stato ansioso e/o depressivo "sotto soglia" e quindi non rilevato, che è emerso in tutta la sua intensità dopo i recenti cambiamenti.
Personalmente le consiglio una psicoterapia di stampo psicodinamico/psicoanalitico, che le consenta di approfondire adeguatamente le cause del suo malessere (presumibilmente non recenti), e di lasciar perdere i suggerimenti che ha ricevuto:
"abbassare il mio livello di aspettativa dalla vita (...); tenere un diario delle emozioni ma con una guida/regia dietro; instaurare un contatto con la natura: coltivare delle piante, fare passeggiate in un parco".
Si tratta di obiettivi in parte irraggiungibili senza un lavoro adeguato (cambiare le aspettative su di sè e sul suo futuro) e in parte di esercizi inefficaci, se non inseriti in un contesto terapeutico più ampio.
Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
la ringrazio dott.ssa. Sì effettivamente avevo progetti completamente diversi, proprio perchè non mi aspettavo di ricevere la chiamata a lavoro: i vari governi hanno prorogato di anno in anno le graduatorie dei concorsi, per via del blocco del turnover e questo è stato l'ultimo anno. pensi, sono stato chiamato a dicembre, a pochi giorni dalla scadenza (anche se poco dopo è stata ulteriormente prorogata di un anno). quel lavoro era stato dimenticato dalla mia mente, che invece aveva investito tante speranze negli anni precedenti, soprattutto subito dopo la vincita del concorso cioè 9 anni or sono. ma nel frattempo i miei progetti sono cambiati, e quindi quando è arrivata la chiamata mi sono sentito così: "non mi va di andare lì, non mi piace affatto, non è più nei miei interessi, ma devo accettare per forza perchè CHIUNQUE mi considererebbe un idiota, uno sprovveduto. avere un posto fisso nel settore pubblico non è nel mio interesse, eppure tutte le persone che mi circondano credono che io abbia vinto la lotteria. grazie anche per il suggerimento sull'indirizzo specialistico dello psicologo. cordiali saluti
[#4]
Ex utente
un cambiamento radicale della mia vita: allontanamento da roma, destinazione milano o forse estero. mi sento quindi "inchiodato" nella città in cui vivo che non amo più, inchiodato in questo lavoro che ho mistificato solo perchè è pubblico ma che mi sta togliendo la vita. in poche parole mi sento costretto a dare retta al cervello quando il cuore sta impazzendo perchè vuole l'esatto opposto.
[#5]
Gentile utente,
e se fosse considerare questo traguardo lavorativo una tappa intermedia che
forse
Le permetterà di riacchiappare i Suoi sogni?
In tali situazioni può accadere che ci si aggrappi all'altro a mo' di ciambella di salvataggio;
e ciò è possibile nelle relazioni "stabili",
anche perchè è reciproco..
Per quanto riguarda un aiuto psicologico,
certamente utile,
può anche consultare questo sito e gli esperti della zona che vi collaborano (in modo volontario e gratuito),
leggerne le risposte o le News,
ed eventualmente contattarli.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#6]
Gentile Matteo,
Innanzitutto Lei non è un sintomo o un disturbo (dice "mi sto scoprendo una persona disordinata, ipoattivo, chiuso in me stesso) ma è una persona che in questo periodo della vita sta soffrendo.
E aggiungerei che le ragioni ci stanno tutte infatti sta mettendo in discussione la sua relazione sentimentale e il suo lavoro.
Sa, si sta male quando ci si interroga sulle cose che contano veramente e l'ansia, il panico, l'umore a terra sono espressioni diverse di un disagio interiore.
Se provasse a pensare, ribaltando totalmente la prospettiva che questo momento, seppur delicato possa esserle utile per capire chi vuole essere, che lavoro vuole fare e quali caratteristiche debba avere la persona che sta al suo fianco?
Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta. Su Medicitalia può contattare un professionista decidendo in base alle Sue esigenze.
Cordialmente
Caterina Guzzo
Innanzitutto Lei non è un sintomo o un disturbo (dice "mi sto scoprendo una persona disordinata, ipoattivo, chiuso in me stesso) ma è una persona che in questo periodo della vita sta soffrendo.
E aggiungerei che le ragioni ci stanno tutte infatti sta mettendo in discussione la sua relazione sentimentale e il suo lavoro.
Sa, si sta male quando ci si interroga sulle cose che contano veramente e l'ansia, il panico, l'umore a terra sono espressioni diverse di un disagio interiore.
Se provasse a pensare, ribaltando totalmente la prospettiva che questo momento, seppur delicato possa esserle utile per capire chi vuole essere, che lavoro vuole fare e quali caratteristiche debba avere la persona che sta al suo fianco?
Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta. Su Medicitalia può contattare un professionista decidendo in base alle Sue esigenze.
Cordialmente
Caterina Guzzo
Dr.ssa caterina guzzo
[#7]
Al di là di quello che possono pensare altre persone circa il fatto di lasciare un impiego pubblico, ciò che conta è quello che ne pensa lei.
Se sente che la situazione attuale le sta addirittura "togliendo la vita" deve fare qualcosa e la prima cosa da fare è chiedere aiuto per capire se soffre di un disturbo e curarlo se così fosse.
E' molto importante chiarirsi le idee sulla scelta da compiere solo dopo aver sgombrato il campo dal malessere psicologico che può portarla a fare scelte sbagliate, inseguendo il legittimo desiderio di stare meglio.
Se sente che la situazione attuale le sta addirittura "togliendo la vita" deve fare qualcosa e la prima cosa da fare è chiedere aiuto per capire se soffre di un disturbo e curarlo se così fosse.
E' molto importante chiarirsi le idee sulla scelta da compiere solo dopo aver sgombrato il campo dal malessere psicologico che può portarla a fare scelte sbagliate, inseguendo il legittimo desiderio di stare meglio.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.1k visite dal 02/03/2018.
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