Cistite: possibile natura psicosomatica?
Gentilissimi dottori,
vi scrivo a seguito di una situazione che si protrae da circa otto mesi e che, ipotizzo, potrebbe essere legata ad altri disturbi che hanno caratterizzato la mia esperienza. Mi scuso di aver scritto molto, ma spero di poter fornire più informazioni possibili.
Secondo gli specialisti ai quali mi sono rivolta, sono un soggetto che tende a somatizzare: nel 2010 ho subito un intervento per una Tendosinovite di De Quevrain. I dolori, però, coinvolgevano diverse articolazioni, e un reumatologo, ha suggerito che si trattasse di iperlassità legamentosa. Il problema, quindi, era il carico di tensione che tendevo ad accumulare a causa dello stress e poteva essere arginato con una vita più attiva. Tutt'ora soffro di questo tipo di dolori in caso di mancanza di sonno o di periodi di stress.
Due anni fa, a settembre, a causa di una serie di eventi (la morte di un familiare, la fine di un rapporto di coppia, una sessione d'esami impegnativa) ho sentito crescere una sensazione di malessere che poteva alternare tra stati di apatia e di profonda disperazione. Tendevo ad abbuffarmi di cibi dolci e soffrivo di un'insolita fiacchezza. Due giorni prima di un esame universitario, ho avuto quello che il mio medico curante ha ipotizzato essere stato un attacco di panico e mi ha prescritto una terapia a base di Xanax (una pasticca al giorno per 10 giorni). Non ci sono stati altri episodi come il primo ( forti dolori al petto, giramento di testa, sensazione che il cuore si fermasse), ma con questa terapia sentivo solo di essere più stanca del solito. Così mi sono rivolta a una psichiatra, la quale mi ha detto che poteva trattarsi di un caso di depressione reattiva e mi ha prescritto una terapia a base di Cipralex 20mg/ml, che però ho preferito non seguire.
Arriviamo così al motivo principale per cui vi scrivo. Da giugno, a fronte di un rapporto duraturo con il mio attuale partner, ho scelto di assumere la pillola Lestronette.Quasi in contemporanea si sono susseguiti diversi casi di cistite, fino a oggi quasi uno al mese. Questa è la terapia datami dalla ginecologa e che seguo: al bisogno Monuril, ovuli di Meclon per la candida; fermenti lattici, uno al dì.
Ho consultato anche un urologo che, a parte un'insolito gonfiore del colon non ha riscontrato nulla di strano, ma, leggendo i risultati delle mie analisi ripetute per diversi mesi, ha notato che la presenza di escherichia coli era estremamente bassa, e ha ipotizzato la natura meccanica e psicologica dei miei disturbi, dicendomi di "rilassarmi".
A dicembre ho lasciato il lavoro, e a gennaio mi sono laureata con il massimo di voti. Ora però la sensazione di malessere sembra essere ritornata e, unita alla paura di avere altri episodi di cistite, inibisce il rapporto con il mio partner.
La cistite potrebbe essere ricondotta anche a problemi di natura psicologica oltre che batterica? La psicoterapia potrebbe aiutarmi a capire come affrontare la situazione?
Grazie in anticipo.
vi scrivo a seguito di una situazione che si protrae da circa otto mesi e che, ipotizzo, potrebbe essere legata ad altri disturbi che hanno caratterizzato la mia esperienza. Mi scuso di aver scritto molto, ma spero di poter fornire più informazioni possibili.
Secondo gli specialisti ai quali mi sono rivolta, sono un soggetto che tende a somatizzare: nel 2010 ho subito un intervento per una Tendosinovite di De Quevrain. I dolori, però, coinvolgevano diverse articolazioni, e un reumatologo, ha suggerito che si trattasse di iperlassità legamentosa. Il problema, quindi, era il carico di tensione che tendevo ad accumulare a causa dello stress e poteva essere arginato con una vita più attiva. Tutt'ora soffro di questo tipo di dolori in caso di mancanza di sonno o di periodi di stress.
Due anni fa, a settembre, a causa di una serie di eventi (la morte di un familiare, la fine di un rapporto di coppia, una sessione d'esami impegnativa) ho sentito crescere una sensazione di malessere che poteva alternare tra stati di apatia e di profonda disperazione. Tendevo ad abbuffarmi di cibi dolci e soffrivo di un'insolita fiacchezza. Due giorni prima di un esame universitario, ho avuto quello che il mio medico curante ha ipotizzato essere stato un attacco di panico e mi ha prescritto una terapia a base di Xanax (una pasticca al giorno per 10 giorni). Non ci sono stati altri episodi come il primo ( forti dolori al petto, giramento di testa, sensazione che il cuore si fermasse), ma con questa terapia sentivo solo di essere più stanca del solito. Così mi sono rivolta a una psichiatra, la quale mi ha detto che poteva trattarsi di un caso di depressione reattiva e mi ha prescritto una terapia a base di Cipralex 20mg/ml, che però ho preferito non seguire.
Arriviamo così al motivo principale per cui vi scrivo. Da giugno, a fronte di un rapporto duraturo con il mio attuale partner, ho scelto di assumere la pillola Lestronette.Quasi in contemporanea si sono susseguiti diversi casi di cistite, fino a oggi quasi uno al mese. Questa è la terapia datami dalla ginecologa e che seguo: al bisogno Monuril, ovuli di Meclon per la candida; fermenti lattici, uno al dì.
Ho consultato anche un urologo che, a parte un'insolito gonfiore del colon non ha riscontrato nulla di strano, ma, leggendo i risultati delle mie analisi ripetute per diversi mesi, ha notato che la presenza di escherichia coli era estremamente bassa, e ha ipotizzato la natura meccanica e psicologica dei miei disturbi, dicendomi di "rilassarmi".
A dicembre ho lasciato il lavoro, e a gennaio mi sono laureata con il massimo di voti. Ora però la sensazione di malessere sembra essere ritornata e, unita alla paura di avere altri episodi di cistite, inibisce il rapporto con il mio partner.
La cistite potrebbe essere ricondotta anche a problemi di natura psicologica oltre che batterica? La psicoterapia potrebbe aiutarmi a capire come affrontare la situazione?
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile utente,
Naturalmente non entro nei dattagli di tipo medico, che andranno eventualente "girati" in quell'area.
Rispetto alla Sua domanda:
"Cistite: possibile natura psicosomatica?"
la risposta la ha ricevuta dalla ginecologa che
"..ha ipotizzato la natura meccanica e psicologica dei miei disturbi, dicendomi di "rilassarmi". .."
Quale il meccanismo psico-fisiologico?
Se è tesa (o anche se ha poco desiderio) è poco lubrificata
e dunque l'atto della penetrazione risulta per tale motivo fastidioso.
Se è tesa anche l'ingresso della vagina risulta teso, e dunque ... come sopra.
Se il rapporto è risultato fastidioso, anche le aspettative per il futuro saranno negative, ... e quindi si crea un circolo vizioso
che poi va ad influire sul desiderio.
Come è il Suo rapporto con la sessualità?
Con il suo compagno?
Vedendola così brava a scuola, è forse perfezionista? E anche a letto?
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6456-il-perfezionismo-a-letto-e-disastroso.html
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Carissima,
i lutti che ha subito, reali e simbolici, sono indubbiamente stati dei momenti traumatici per la sua salute psicofisica.
La vescica è un organo veramente molto delicato, risente infatti di umori malumori, somatizzazioni varie ed anche di dinamiche di coppia.
È molto frequente la cistite post-coitale o da luna di miele, da trauma, da rapporti sessuali frequenti, da una incompatibilità sessuale con il partner, da abrasioni vaginali, da secchezza, ecc..
Immagino che le cause organiche, batteriche e meccaniche, siano state analizzate, rimangono, ma non per ultime, le cause psichiche e relazionali che sottendono questo sgradevolissimo disturbo.
i lutti che ha subito, reali e simbolici, sono indubbiamente stati dei momenti traumatici per la sua salute psicofisica.
La vescica è un organo veramente molto delicato, risente infatti di umori malumori, somatizzazioni varie ed anche di dinamiche di coppia.
È molto frequente la cistite post-coitale o da luna di miele, da trauma, da rapporti sessuali frequenti, da una incompatibilità sessuale con il partner, da abrasioni vaginali, da secchezza, ecc..
Immagino che le cause organiche, batteriche e meccaniche, siano state analizzate, rimangono, ma non per ultime, le cause psichiche e relazionali che sottendono questo sgradevolissimo disturbo.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.8k visite dal 28/02/2018.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.