Derealizzazione o paura di soffrirne

Salve.
Al seguito di un attacco di panico mi venne all'improvviso circa 10 giorni fa, il DOC relativo ai dubbi riguardo la mia identità di genere (nei precedenti consulti che ho pubblicato tempo fa ci sono tutte i dettagli) è completamente scomparso, ma al contempo ne è subentrato un altro ancora peggio.
Il DOC riguarda la paura di avvertire sensazioni di derealizzazione/depersonalizzazione e quindi di soffrire di un disturbo dissociativo.
Premetto che parlo di DOC, ma in realtà non sono ancora andato da uno psicologo e quindi le mie sono autodiagnosi (so che è sbagliatissimo farlo, so di non avere le competenze nell'effettuare una diagnosi -a me stesso tra l'altro- ma sono certo di soffrire di DOC).

La paura è nata, appunto, al seguito dell'attacco di panico che mi colpì 10 giorni fa. Ero a cena e avvertivo una sensazione di stordimento. Dopodiché, finito di mangiare, mi ero recato nella mia stanza per riposarmi e calmarmi, ma la sensazione di stordimento era persistente. In seguito ho avvertito delle sensazioni mai provate prima, mi sentivo al di fuori del mio corpo, guardavo la realtà in terza persona, mi sembrava di stare in un sogno e nel frattempo, anche con l'aiuto dei miei genitori, cercavo di rilassarmi prendendo una bocca d'aria fuori in terrazza. Per tutta la durata di queste sensazioni, avevo paura di morire, perché non sapevo cosa mi stesse accadendo, e mi sentivo agitato e irrequieto.
Dopo essermi calmato, ho cercato i sintomi su internet e ho associato il tutto ad un attacco di panico.

Quando mi sono informato sui sintomi della derealizzazione/depersonalizzazione è nata in me la paura di soffrire di questi sintomi anche nei giorni a venire. Infatti, ho trascorso una settimana in cui ero perennemente stordito, mi domandavo ripetutamente se quello che facevo era vero, ho cominciato a osservare i volti dei miei familiari in maniera diversa, li vedevo strani, finti. Inoltre il pensiero è stato fisso da quando aprivo gli occhi la mattina fino a quando non li chiudevo per dormire.

La paura di soffrire di derealizzazione/dep è durata una settimana, dopo la quale è subentrato di nuovo il DOC riguardo l'identità di genere.

Però sono due giorni che la paura di soffrire di derealizzazione/dep è ritornata (facendo svanire il doc riguardo la transessualità) al seguito di una conversazione con mia sorella nella quale si parlava di esistenza, universo e ipotesi. Ho avvertito una sensazione di vuoto, di disagio, di ansia che mi ha portato di nuovo ad avere sensazioni strane, come il sentirsi il volto leggero. E' strano a descrivere.

Quando dialogo con una persona mi domando "ma è vero tutto ciò? perché mi sento stordito? e se mi ritorna l'attacco di panico?"

Tuttavia quando non ci penso, mi sento meglio e non avverto queste sensazioni.
Vorrei chiedere il mio potrebbe essere un DOC e quindi 'paura di', oppure potrei soffrire realmente di derealizzazione?
Sabato ho il 1° incontro con la consulente che mi indirizzerà ad uno psicologo, nel caso.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, lei ci ha scritto già molte volte, addirittura esternando il timore che gli psicologi possano avere carenze formative tali da risultare inidonei a curarla. Ha scritto anche lamentando disturbi non diagnosticati da uno specialista, non provati direttamente da lei, ma cercati su Internet. A tutte le sue richieste è stata data ampia e competente risposta. A questo punto lei dice che non è ancora andato da uno psicologo. E' giunto il momento di fare il punto sul suo reale orientamento, per cui rivolga a sé stesso queste domande in aut/aut: 1) voglio guarire e sono disposto ad impegnarmi per farlo; 2) preferisco non guarire e non mettere a rischio i miei comodi, ancorché precari, equilibri; 1) credo che gli psicologi, se regolarmente iscritti all'albo, abbiano le competenze necessarie per fare una diagnosi e una terapia; 2) credo che gli psicologi, i medici e tutti quelli che hanno titolo per legge ad erogare terapie, non siano né capaci né efficaci; 1) voglio impegnarmi nel lavoro, nello studio, nelle relazioni tipiche di tutti quelli che hanno la mia età e mi eserciterò a conquistare queste cose con l'aiuto di uno specialista; 2) non mi importa di impegnarmi in una realizzazione personale, preferisco concentrare l'attenzione, mia e di tutti gli altri, sulle mie malattie, vere o presunte. Potrei aggiungere altre domande discriminanti dello stesso genere, ma queste bastano. Le rivolga a sé stesso, si risponda con sincerità, e scoprirà, come molti hanno scoperto, che siamo responsabili della nostra salute o malattia, felicità o infelicità, più di quanto non crediamo. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Dottoressa, in realtà provo imbarazzo a scrivere ripetutamente qui sopra e ricevere risposte 'dure'.
Ho scritto che sabato ho l'appuntamento la consulente del Consultorio e non vedo l'ora, quindi il mio desiderio è ritornare sereno. Non mi sembra vero di aver prenotato l'appuntamento, ma ce l'ho fatta, sono forte! Tuttavia avrei voluto ricevere nel frattempo una risposta sulla derealizzazione.