Non ne posso più. I pensieri ossessivi mi stanno distruggendo...

Mi ero ripromessa di non chiedere più un consulto, poiché avevo già postato qualcosa attinente al mio problema. Stavo provando a farmi seguire da uno psicologo, ma lo vedevo molto incapace per la problematica che ho attualmente. Per non parlare della premura che aveva nel farmi assumere farmaci. Il Doc "da relazione" non mi da tregua. I pensieri centranti la mia relazione, i miei sentimenti si fanno sempre più insistenti. E' come se vivessi in continuo allarmismo. E' come se qualsiasi ragazzo che vedo per strada o che conosco, è sempre soggetto a compulsioni e test mentali. Non ne posso più. Non so come riuscire a far tacere questi pensieri angoscianti. Più vado avanti e più mi rendo conto che si fanno sempre più complessi. Eppure, amo il mio ragazzo. E' l'uomo della mia vita. Piango al pensiero di perderlo e avere qualcun altro accanto a me. Ma non basta. Attualmente nella testa ronzano filmini mentali di questo tipo: è come se immaginassi di conoscere qualcuno, conoscerlo in fondo, conoscere i suoi interessi, la sua vita e di innamorarmene, poiché capace di prendermi mentalmente. Ma pensare a tutte queste cose mi fa salire un'ansia assurda. Avverto quella sensazione allo stomaco che non è per niente piacevole. Intanto, la mente fa credere che davvero sarei capace di una cosa simile. Che potrebbe piacermi. Che ho bisogno di conoscere qualcuno con cui poter stare, poiché "stanca" del mio ragazzo attuale. E' uno stato distruttivo. Mi sento uno schifo. Quando sto con il mio ragazzo le ossessioni mi lasciano tregua, lo guardo e penso di amarlo alla follia. Penso che è lui quello giusto. Ma poi tornano anche in sua presenza e mi sento così in colpa a dare retta alle ossessioni mentali per smontare tutto quello che dicono. In sua presenza, a volte, spuntano immagini di qualsiasi ragazzo con la quale sono entrata in fissa ma per via del problema che ho. Quando tutto passa, mi prendo per stupida da sola... Ed intanto, sono sempre incatenata. Quando lo sento per messaggi, sento quell'ansia salirmi addosso come se mi dicesse: "sei stanca di sentirlo sempre, di dargli retta". "Ti manca?" Una domanda che mi fa entrare in panico perché è come se i pensieri dicessero tutt'altro, ovvero che non mi manca. So che non possiamo pretendere di provare emozioni in un determinato momento, soprattutto quando mi trovo in questo stato. Ma non riesco a capire il motivo per il quale non riesco a superare tutto, a lasciar scorrere... Ho paura. Ho paura che tutto quello che i pensieri dicano sia vero. Ho paura. Paura di tutto. Paura di rovinare la nostra storia, paura di tutto quello che mi sta accadendo. I momenti in cui mi sento serena sono piuttosto pochi durante il giorno. Anche quando parlo con lui al telefono, sento quella vocina che dice: "e se ti stesse parlando quel ragazzo X? Se non è il tuo fidanzato?" Per farvi capire l'assurdità dei pensieri... Mi sento impazzire.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile ragazza, lei ha descritto molto bene esattamente i pensieri che ricorrono quando si è affetti da determinati stati psicologici che richiedono la consultazione di uno specialista, in vista di una terapia che quasi sempre sarà sia psicologica che farmacologica. Dispiace che abbia abbandonato lo psicologo che vedeva "molto incapace per la problematica che ho attualmente. Per non parlare della premura che aveva nel farmi assumere farmaci". Almeno quanto alla "premura" per farle assumere farmaci, in certi casi clinici questa è la via maestra consigliata dai manuali. Quarant'anni fa si tentava di curare certi disturbi con la sola psicoterapia, ma oggi si sono create due situazioni differenti: i farmaci hanno avuto uno straordinario incremento di efficacia, e l'attenzione al benessere del paziente consiglia terapie che gli facciano sperimentare subito uno stato di maggiore agio, utile anche ad accogliere meglio gli effetti della psicoterapia. Nella sua città ci sono specialisti molto validi. Se vuole qualche nome, mi scriva in privato. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Cosa succede nel momento in cui mi sottraggo all’assunzione dei farmaci? Vorrei poter farcela anche senza un potenziale uso. La dinamica ossessiva c’è, me ne rendo conto, non a caso sto male...Lei sa il motivo per il quale vengono messi sotto esame test mentali senza un apparente motivo? È come se i pensieri attaccassero ciò di cui ho più caro...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Certamente io so di cosa sta parlando e perché si presentano i suoi sintomi nella forma in cui si presentano, come lo sanno gli altri psicologi: è il nostro mestiere. Un bravo psicologo le spiegherà anche perché in certi casi resistere ai farmaci si configura come resistenza alla terapia. Un tempo ciò veniva interpretato, specie dai pazienti, come un "sentirsi forte", oggi si è visto che è solo uno dei tanti modi per rimanere aggrappati al proprio sistema di ideazione, alle proprie abitudini mentali, per quanto scomodi e dolorosi siano. In altre parole, rifiutare i farmaci può essere il rifiuto del processo di guarigione, così come lo è rifiutare la psicoterapia. Le ripeto, le strade della guarigione ci sono; sta a lei decidere di percorrerle o no. Auguri.
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Utente
Utente
Dovrei preoccuparmi, dottoressa?
Grazie mille, comunque, per i consigli da Lei datomi... Cercherò di prendere una saggia decisione al riguardo. Eventualmente la contatterò per capire bene a chi affidarmi nella mia città...
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