Disturbo Narcisistico
Buongiorno dottore,mi chiamo Lucrezia e ho 26 anni.
Spero di aver postato il mio consulto nella sezione giusta,perché non so se vada consultato uno psicologo o uno psichiatra per la situazione che le sto per spiegare.
La ragione che mi ha spinto a scrivere qui,è fondamentalmente appunto la situazione in cui mi ritrovo,che per me è completamente nuova.
Circa 4 mesi fa,attraverso un percorso terapeutico svolto assieme a una specialista in dipendenze affettive,trovata dopo aver passato mesi a sbandare tra psicologi che non riuscivano a spiegarmi cosa esattamente stavo vivendo,né per quale motivo provavo il mio stato d'animo particolare,ho scoperto,dopo relativa diagnosi fatta sulla base del racconto della mia esperienza e sulle condizioni psicologiche in cui vertevo,che il mio ex compagno soffre del disturbo narcisistico della personalità. Notizia che mi ha ulteriormente devastato,dato che fino a quel momento non sapevo assolutamente che il narcisismo potesse essere un problema così grave,e tutt'ora faccio davvero fatica ad accettare che i comportamenti assurdi che ho visto fino adesso sul mio ex compagno siano le manifestazioni di una patologia della personalità e non lati caratteriali. Per me,che è la prima volta che mi capita,è davvero di difficile comprensione. Ogni tanto mi verrebbe ancora da fare dei tentativi di salvataggio,ma mi trattengo,perché sto cercando di accettare la dolorosa realtà,ovvero che io non posso aiutarlo in nessun modo e che potrebbe essere salvato,forse,solo con una terapia. Dico forse perché la dottoressa che mi ha avuto in cura mi ha detto che questo disturbo è uno dei più difficili da trattare.
A grandi linee,sono stata vicino a questa persona per un anno. Ho assistito a 5 ritorni e 5 abbandoni. E' una persona profondamente egocentrica ed egoista. Cattivo dentro,cattivo come pochi. Pratica un condizionamento mentale sugli altri degno del miglior illusionista sulla faccia della Terra. Nessuno gli sa resistere,nemmeno i caratteri più forti. E' come una nube tossica che inghiotte tutto e tutti,e l'unico modo che si ha per non farsi condizionare,è stargli lontano. Per mesi ho avuto una sensazione di essere controllata e spiata,anche in sua assenza (anzi direi soprattutto nei periodi di silenzio che duravano circa 2/3 mesi) che mi mandavano fuori di testa e mi hanno fatto venire una forte ossessione nei suoi confronti. Sono stata rigirata come un calzino,spinta a credere cose che non erano vere,a colpevolizzarmi sempre per tutto,a chiedere scusa senza aver mai fatto niente di male,a sopportare l'insopportabile,fino a sentirmi dire che mi odia per averlo amato.
Mi fermo qui perché le cose da dire sono davvero troppe.
La mia domanda è: Mi devo veramente arrendere? Cosa succederebbe se provassi a spingerlo in terapia? Ma soprattutto,dovrei riprendere la terapia anche io?
La ringrazio per la sua cortese attenzione mi scuso per la lunghezza del testo
Spero di aver postato il mio consulto nella sezione giusta,perché non so se vada consultato uno psicologo o uno psichiatra per la situazione che le sto per spiegare.
La ragione che mi ha spinto a scrivere qui,è fondamentalmente appunto la situazione in cui mi ritrovo,che per me è completamente nuova.
Circa 4 mesi fa,attraverso un percorso terapeutico svolto assieme a una specialista in dipendenze affettive,trovata dopo aver passato mesi a sbandare tra psicologi che non riuscivano a spiegarmi cosa esattamente stavo vivendo,né per quale motivo provavo il mio stato d'animo particolare,ho scoperto,dopo relativa diagnosi fatta sulla base del racconto della mia esperienza e sulle condizioni psicologiche in cui vertevo,che il mio ex compagno soffre del disturbo narcisistico della personalità. Notizia che mi ha ulteriormente devastato,dato che fino a quel momento non sapevo assolutamente che il narcisismo potesse essere un problema così grave,e tutt'ora faccio davvero fatica ad accettare che i comportamenti assurdi che ho visto fino adesso sul mio ex compagno siano le manifestazioni di una patologia della personalità e non lati caratteriali. Per me,che è la prima volta che mi capita,è davvero di difficile comprensione. Ogni tanto mi verrebbe ancora da fare dei tentativi di salvataggio,ma mi trattengo,perché sto cercando di accettare la dolorosa realtà,ovvero che io non posso aiutarlo in nessun modo e che potrebbe essere salvato,forse,solo con una terapia. Dico forse perché la dottoressa che mi ha avuto in cura mi ha detto che questo disturbo è uno dei più difficili da trattare.
A grandi linee,sono stata vicino a questa persona per un anno. Ho assistito a 5 ritorni e 5 abbandoni. E' una persona profondamente egocentrica ed egoista. Cattivo dentro,cattivo come pochi. Pratica un condizionamento mentale sugli altri degno del miglior illusionista sulla faccia della Terra. Nessuno gli sa resistere,nemmeno i caratteri più forti. E' come una nube tossica che inghiotte tutto e tutti,e l'unico modo che si ha per non farsi condizionare,è stargli lontano. Per mesi ho avuto una sensazione di essere controllata e spiata,anche in sua assenza (anzi direi soprattutto nei periodi di silenzio che duravano circa 2/3 mesi) che mi mandavano fuori di testa e mi hanno fatto venire una forte ossessione nei suoi confronti. Sono stata rigirata come un calzino,spinta a credere cose che non erano vere,a colpevolizzarmi sempre per tutto,a chiedere scusa senza aver mai fatto niente di male,a sopportare l'insopportabile,fino a sentirmi dire che mi odia per averlo amato.
Mi fermo qui perché le cose da dire sono davvero troppe.
La mia domanda è: Mi devo veramente arrendere? Cosa succederebbe se provassi a spingerlo in terapia? Ma soprattutto,dovrei riprendere la terapia anche io?
La ringrazio per la sua cortese attenzione mi scuso per la lunghezza del testo
[#1]
Gentile utente,
meraviglia che qualche Collega (anche psicolterapeuta?) faccia diagnosi di psicopatologia su persone che non ha mai nemmeno visto. E che ha conosciuto solo per il Suo "raccontato",
sicuramente sincero ma frutto del Suo sguardo e dell'interazione tra Voi.
Date queste premesse, se lui decide di andare in terapia (e non "..se provassi a spingerlo in terapia),
ci sarà una valutazione diagnostica di persona ed eventualmente di conseguenza una terapia, psicologica e/o farmacologica.
Per quanti riguarda Lei,
cosa La tiene legata ad una persona che definisce "cattiva, veramente cattiva"?
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
meraviglia che qualche Collega (anche psicolterapeuta?) faccia diagnosi di psicopatologia su persone che non ha mai nemmeno visto. E che ha conosciuto solo per il Suo "raccontato",
sicuramente sincero ma frutto del Suo sguardo e dell'interazione tra Voi.
Date queste premesse, se lui decide di andare in terapia (e non "..se provassi a spingerlo in terapia),
ci sarà una valutazione diagnostica di persona ed eventualmente di conseguenza una terapia, psicologica e/o farmacologica.
Per quanti riguarda Lei,
cosa La tiene legata ad una persona che definisce "cattiva, veramente cattiva"?
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buongiorno dottoressa,la ringrazio per avermi risposto. Quindi dice che per avere una diagnosi certa andrebbe visitato di persona? Chiedo scusa,sono completamente ignorante sull'argomento,e quel poco che so me lo ha spiegato tale specialista che mi ha avuto in terapia,perché sono stata vittima di una forte depressione con pensieri suicidi e la cosa mi ha spaventato. Io non sono mai stata una persona depressa.
Sarò sincera,non lo so. Non so dare un nome alla sensazione che mi tiene ancorata a lui. E' come se qualcosa mi tenesse incatenata. Dovrei riprendere la terapia per capirlo?
Quanto a lui,non credo sia consapevole del suo disturbo. La definizione "cattivo" la do perché in 12 mesi me ne ha fatte di ogni sorta,arrivando pure a minacciarmi,e mi ricordo come se fosse ieri che mi ha detto che mi odia e ogni giorno andrà sempre peggio.
Non so davvero come comportarmi.
Distinti Saluti
Sarò sincera,non lo so. Non so dare un nome alla sensazione che mi tiene ancorata a lui. E' come se qualcosa mi tenesse incatenata. Dovrei riprendere la terapia per capirlo?
Quanto a lui,non credo sia consapevole del suo disturbo. La definizione "cattivo" la do perché in 12 mesi me ne ha fatte di ogni sorta,arrivando pure a minacciarmi,e mi ricordo come se fosse ieri che mi ha detto che mi odia e ogni giorno andrà sempre peggio.
Non so davvero come comportarmi.
Distinti Saluti
[#3]
"..E' come se qualcosa mi tenesse incatenata. Dovrei riprendere la terapia per capirlo?..."
La terapia non serve solo a capire,
bensì ad affrontare delle scelte.
Immagino Lei dovrà decidere cosa fare di questa relazione...
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#4]
Utente
Diciamo che ho deciso di scrivere su questo sito proprio perché non so cosa fare ... Al momento sto praticando il No Contact,perché mi devo riprendere da tutto quello che ho passato e devo seriamente riflettere sulla situazione.
Ho scritto qui per sapere quale sia la cosa migliore da fare. Se davvero non posso fare nulla,sono disposta a farmene una ragione e lavorare su me stessa per accettarlo.
La ringrazio molto per il tempo dedicatomi. La saluto.
Ho scritto qui per sapere quale sia la cosa migliore da fare. Se davvero non posso fare nulla,sono disposta a farmene una ragione e lavorare su me stessa per accettarlo.
La ringrazio molto per il tempo dedicatomi. La saluto.
[#5]
"..Ho scritto qui per sapere quale sia la cosa migliore da fare. "
Nessuno Psicologo può decidere della vita altrui..
bensì trovare insieme al paziente gli strumenti - informativi, affettivi,... - per decidere la scelta giusta e riuscire a metterla in atto.
Se vede che Le è necessaria
riprenda la psicoterapia.
Saluti cordiali!
Carla Maria Brunialti
Nessuno Psicologo può decidere della vita altrui..
bensì trovare insieme al paziente gli strumenti - informativi, affettivi,... - per decidere la scelta giusta e riuscire a metterla in atto.
Se vede che Le è necessaria
riprenda la psicoterapia.
Saluti cordiali!
Carla Maria Brunialti
[#9]
Certamente può propogliela.
Avevo fatto riferimento alla frase "..se provassi a spingerlo in terapia..."
e al fatto che non si riesce a convincere chi proprio non vuole:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/328-aiuto-a-tutti-i-costi-come-posso-convincere-mio-marito-moglie-amico-fidanzato-a-farsi-visitare.html
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Avevo fatto riferimento alla frase "..se provassi a spingerlo in terapia..."
e al fatto che non si riesce a convincere chi proprio non vuole:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/328-aiuto-a-tutti-i-costi-come-posso-convincere-mio-marito-moglie-amico-fidanzato-a-farsi-visitare.html
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#12]
Utente
Buongiorno dottoressa,volevo aggiornarla sull'andamento della situazione. Purtroppo penso che il mio narciso sia un caso grave. Avrei una domanda a riguardo,perché ho bisogno di informazioni su questo disturbo.
Fin dove può spingersi un narciso?
Io sono stata messa sotto controllo dalle forze dell'ordine della postale,in quanto mi hanno detto che se torna a minacciarmi o a contattarmi lo faranno arrestare.
Devo temere qualche gesto sconsiderato?
La ringrazio in anticipo,cordiali saluti
Fin dove può spingersi un narciso?
Io sono stata messa sotto controllo dalle forze dell'ordine della postale,in quanto mi hanno detto che se torna a minacciarmi o a contattarmi lo faranno arrestare.
Devo temere qualche gesto sconsiderato?
La ringrazio in anticipo,cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 2.5k visite dal 27/02/2018.
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