Genitori narcisisti?
Buonasera signori.
Non so più ormai dove sbattere la testa e credo sia opportuno riferirmi a voi.
Sono una ragazza di 21 anni, in breve ho problemi a gestire l'ansia e ho poca autostima. Mi ci sono voluti anni per capire che il reale problema non sono io, Ma i miei genitori. Da piccola mio padre ha sempre usato modi violenti per farmi capire le cose, spesso mi ritrovavo incastrata contro il muro a chiedermi quale fosse il mio problema. Piangevo da sola nella mia stanza e mi spiegavo perché mia madre chiedeva consulto a mio padre per far sgridare me e mia sorella, Ma poi finiva per picchiarci e lei piangeva. Uomo di successo lui. Alto, muscoloso, poliziotto. Tutti lo amavano e ancora mi chiedo cosa ci trovino in lui. Ha rovinato la vita di tutti noi. Mia madre ha perso tanto a causa sua e ahimè ormai si somigliano così tanto. Non è bello sentirsi dire " sei una fallita, fai schifo. Sei una sporca, all'età tua conquistavo il mondo, sei sbagliata, una serpe, cattiva, egoista " e tanto altro
Specialmente se detto da un genitore. Mia sorella a causa sua è una ragazza senza sogni che fuma erba con un bosniaco che loro accettano in casa nonostante sappiano che spacciava. In casa mia sono una cavia. Trovano gusto a sminuirmi, a dirmi che grazie a loro sono questa. Che ho fatto male ad andare via di casa un anno fa, perché sono stata per un anno a vivere da sola. Che devo solo ringraziarli del fatto che mi hanno ripresa in casa. Che ho 21 anni e non ho un lavoro anche se negli ultimi anni ho avuto 3 lavori e parecchie responsabilità. A causa sua siamo ad abitare in veneto, Da napoli. Era casa mia e per la sua salute siamo qua adesso. Ho un debito di 250 euro per una casa e a volte non so come pagare quel debito poiché non si trova lavoro e i miei non mi danno soldi. Non mi hanno mai dato niente, tempo fa quando mi davano 5 euro si ostinavano a dirmi " porta il resto " nonostante il fatto che prendessero in totale 2000 euro in casa del padre dove non pagavano niente. Sono disperata. Senza un motivo. Mi sento sola in un posto dove ci sono solo alberi. Cosa posso fare per sentirmi meglio? Tutto questo mi sta uccidendo.
Non so più ormai dove sbattere la testa e credo sia opportuno riferirmi a voi.
Sono una ragazza di 21 anni, in breve ho problemi a gestire l'ansia e ho poca autostima. Mi ci sono voluti anni per capire che il reale problema non sono io, Ma i miei genitori. Da piccola mio padre ha sempre usato modi violenti per farmi capire le cose, spesso mi ritrovavo incastrata contro il muro a chiedermi quale fosse il mio problema. Piangevo da sola nella mia stanza e mi spiegavo perché mia madre chiedeva consulto a mio padre per far sgridare me e mia sorella, Ma poi finiva per picchiarci e lei piangeva. Uomo di successo lui. Alto, muscoloso, poliziotto. Tutti lo amavano e ancora mi chiedo cosa ci trovino in lui. Ha rovinato la vita di tutti noi. Mia madre ha perso tanto a causa sua e ahimè ormai si somigliano così tanto. Non è bello sentirsi dire " sei una fallita, fai schifo. Sei una sporca, all'età tua conquistavo il mondo, sei sbagliata, una serpe, cattiva, egoista " e tanto altro
Specialmente se detto da un genitore. Mia sorella a causa sua è una ragazza senza sogni che fuma erba con un bosniaco che loro accettano in casa nonostante sappiano che spacciava. In casa mia sono una cavia. Trovano gusto a sminuirmi, a dirmi che grazie a loro sono questa. Che ho fatto male ad andare via di casa un anno fa, perché sono stata per un anno a vivere da sola. Che devo solo ringraziarli del fatto che mi hanno ripresa in casa. Che ho 21 anni e non ho un lavoro anche se negli ultimi anni ho avuto 3 lavori e parecchie responsabilità. A causa sua siamo ad abitare in veneto, Da napoli. Era casa mia e per la sua salute siamo qua adesso. Ho un debito di 250 euro per una casa e a volte non so come pagare quel debito poiché non si trova lavoro e i miei non mi danno soldi. Non mi hanno mai dato niente, tempo fa quando mi davano 5 euro si ostinavano a dirmi " porta il resto " nonostante il fatto che prendessero in totale 2000 euro in casa del padre dove non pagavano niente. Sono disperata. Senza un motivo. Mi sento sola in un posto dove ci sono solo alberi. Cosa posso fare per sentirmi meglio? Tutto questo mi sta uccidendo.
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Gentile utente, non metteremo in dubbio la diagnosi: "Mi ci sono voluti anni per capire che il reale problema non sono io, ma i miei genitori". Tutti sanno, e noi psicologi lo sappiamo con piena e scientifica cognizione di causa, che a condizionare la nostra visione del mondo, compreso il giudizio su noi stessi, sono le persone che ci hanno accolto nel mondo, accudito e allevato dai primi anni fino all'età adulta. Per questa ragione voler del tutto ignorare la loro influenza è spesso un'ulteriore ferita inflitta a chi ci chiede un consiglio o un intervento professionale. Però, attenzione: qui sopra non ho usato a caso il verbo "condizionare", che non è uguale al verbo "determinare". La differenza tra un essere umano, con la sua intelligenza, e un robot o un oggetto inanimato, è proprio nella capacità critica, che sopravvive in ogni circostanza e accompagna sentimenti e comportamenti non passivi. Posto che suo padre sia un tiranno insensibile e sua madre una succuba, lei, che dice di essere andata via per un anno, perché mai è tornata in un nido così poco accogliente?
La sola sopravvivenza materiale non è una ragione: perfino in tempi di crisi, specialmente a nord, un lavoretto modesto ma continuativo si trova. Allora? In genere a perpetuare il disagio delle relazioni padri/figli è proprio la volontà di replicare all'infinito il proprio copione comportamentale, e questa volontà è influenzata da una serie di frasi irrazionali che senza accorgercene ripetiamo a noi stessi, come un continuo slogan: "Non è giusto che mio padre non mi voglia bene e non mi rispetti"; "Lui DEVE fare il suo dovere di padre"; "Gli dimostrerò che so tenergli testa", e altre dello stesso tipo. Spesso alla base di queste idee irrazionali, che producono comportamenti distruttivi, c'è l'idea più irrazionale di tutte: quella di poter costringere una persona ad amarci e a rispettarci, proprio opponendoci a lei, insultandola e assumendo tanti atteggiamenti ben lontani dall'amore per l'altro e dal rispetto per noi stessi. La sua strada passa per l'indipendenza e per l'aiuto a ristrutturare le sue idee irrazionali, distruttive, che potrà fornirle senz'altro uno psicologo. Le faccio i migliori auguri e spero di avere ancora sue notizie.
La sola sopravvivenza materiale non è una ragione: perfino in tempi di crisi, specialmente a nord, un lavoretto modesto ma continuativo si trova. Allora? In genere a perpetuare il disagio delle relazioni padri/figli è proprio la volontà di replicare all'infinito il proprio copione comportamentale, e questa volontà è influenzata da una serie di frasi irrazionali che senza accorgercene ripetiamo a noi stessi, come un continuo slogan: "Non è giusto che mio padre non mi voglia bene e non mi rispetti"; "Lui DEVE fare il suo dovere di padre"; "Gli dimostrerò che so tenergli testa", e altre dello stesso tipo. Spesso alla base di queste idee irrazionali, che producono comportamenti distruttivi, c'è l'idea più irrazionale di tutte: quella di poter costringere una persona ad amarci e a rispettarci, proprio opponendoci a lei, insultandola e assumendo tanti atteggiamenti ben lontani dall'amore per l'altro e dal rispetto per noi stessi. La sua strada passa per l'indipendenza e per l'aiuto a ristrutturare le sue idee irrazionali, distruttive, che potrà fornirle senz'altro uno psicologo. Le faccio i migliori auguri e spero di avere ancora sue notizie.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
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Ex utente
Cara dottoressa.
Con il mio precedente lavoro le cose non erano andate bene quindi per forza di cose sono dovuta tornare indietro, convivevo anche con un uomo e mi sono lasciata, questa cosa ancora me la rinfacciano. E certo al nord si trova, ma in un paesino di 10.000 abitanti trovo delle difficoltà dato che siamo accanto alle dolomiti. Le ho raccontato ben poco ma mi rendo conto che per avere una risposta più dettagliata devo raccontare forse altro particolari.
Con il mio precedente lavoro le cose non erano andate bene quindi per forza di cose sono dovuta tornare indietro, convivevo anche con un uomo e mi sono lasciata, questa cosa ancora me la rinfacciano. E certo al nord si trova, ma in un paesino di 10.000 abitanti trovo delle difficoltà dato che siamo accanto alle dolomiti. Le ho raccontato ben poco ma mi rendo conto che per avere una risposta più dettagliata devo raccontare forse altro particolari.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.9k visite dal 23/02/2018.
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