Aiuto psicologico per ansia attacchi di panico e depressione

Spettabili Dottori,
buongiorno a tutti, ho bisogno di un aiuto per attacchi di panico, sono sempre stato un ragazzo in salute, da due anni da quando ho cambiato lavoro più lontano da casa ho iniziato a soffrire di attacchi di panico. Il mio quesito è sul perché vengono. Vorrei sapere quali sono le cause degli attacchi di panico e dell'ansia perché mi hanno creato un'enorme sofferenza che non avevo mai avuto prima. Non capirne i motivi e non riuscire a controllarli mi ha buttato in uno stato di depressione, ci penso e ci ripenso ossessivamente ma ho quasi perso la speranza. Come mai vengono? E' importante per me, grazie della disponibilità
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

lei individua un evento preciso che colloca nel periodo in cui sono comparsi gli attacchi di panico:

"da due anni da quando ho cambiato lavoro più lontano da casa ho iniziato a soffrire di attacchi di panico"

quindi dovrebbe esserle possibile rendersi anche conto di cosa abbia comportato per lei (e per le persone a lei vicine) questo cambiamento.

Si tratta di uno o più aspetti che hanno evidentemente turbato il suo equilibrio psicologico e fatto emergere un'angoscia prima presente a livello inconscio, parlando dal punto di vista psicodinamico.

Cosa significa per lei e per la sua famiglia questo nuovo lavoro?
L'ha scelto o "subito"?
La stessa domanda vale per l'allontanamento da casa, del quale sta probabilmente soffrendo per motivi di ordine sia pratico, sia simbolico.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Grazia Lomunno Psicoterapeuta, Psicologo 6
Gentile Utente,
è evidente da quanto scrive la grande sofferenza che sta sperimentando ed è comprensibile che pensi di liberarsene individuandone il "perchè". Potrebbe senz'altro giovarle quanto suggerito dalla precedente risposta, tuttavia, se la via dell'autonalisi dovesse rivelarsi, per qualche ragione impraticabile o non dare i risultati sperati in tempi ragionevolmente brevi, ciò potrebbe significare che sarebbe meglio concentrarsi più che sul "perchè" sul "come" fare a liberarsi degli attacchi di panico e della sofferenza connessa. Dovrebbe, in altri termini, riconoscere di aver bisogno di un aiuto qualificato che le indichi il percorso da compiere. In tal caso le suggerirei di interpellare uno psicoterapeuta ad indirizzo Cognitivo Comportamentale della sua zona per una valutazione più puntuale ed una eventuale psicoterapia breve.

Dr.ssa Grazia Lomunno
Psicologa
Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Grazie per le Vostre risposte,
non saprei quale possa essere il significato di questo nuovo lavoro, ci penserò.
Ma quello che proprio non capisco e che mi infastidisce è il perché tanti cambiano lavoro e qualsisasi significato abbia loro non hanno attacchi di panico
il mio quesito più specifico è perché vengono alla fonte.
Non ho mai sofferto di nulla, cosa è questa angoscia inconscia di cui parlate?
Mi scervello ma non trovo quello che non so, non sopporto di non sapere
[#4]
Dr.ssa Grazia Lomunno Psicoterapeuta, Psicologo 6
Gentile Utente,
siamo esseri umani diversi,e ognuno reagisce in modo diverso a situazioni o stimoli simili.
Detto questo, sarebbe bene che non si ostinasse a voler conoscere le cause inconsce del suo stato, che ammette di non riuscire ad individuare. Ritengo che neppure conoscere le cause "teoriche" del suo disturbo l'aiuterebbe a stare meglio.
Ai fini di un veloce ristabilimento del suo equilibrio sembrerebbe più proficuo che decida di uscirne e si interessi perciò del "come" fare.
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Dr.ssa Azzurra Luccio Psicoterapeuta, Psicologo 11 12
Buongiorno, non è possibile conoscere quali siano le cause per lei nello specifico senza conoscere la sua storia personale.
Agli interventi di valore dei colleghi relativi all'importanza di come superare i suoi sintomi e al significato per lei della situazione scatenante il panico, si possono solamente aggiungere ipotesi.
Intanto sembra compresibilmente doloroso per lei sentire di non avere il controllo della situazione che cerca di riacquisirlo pensando e ripensando. Pensare non l'aiuterà.
La via d'uscita può essere: cosa provo?
Ciò che sembra far fatica a contattare è un'emozione dolorosa collegata al cambiamento e alla lontananza e a quello che significano per lei emotivamente.
Spesso questo è collegato ad una separazione o una perdita dolorosa avvenuta nell'infanzia o comunque in un momento di vulnerabilità della vita.
E' possibile che in quel momento lei sia riuscito a reagire diventando più forte come descrive per poter andare avanti.
Quindi quel dolore è rimasto "inconscio" fino al momento del cambio del lavoro.
In questa ottica "inconscio" è il collegamento tra passato e presente e la chiave sono le emozioni.
Mi permetto di informarla che spesso la depressione può essere una conseguenza di tentativi ripetuti di risolvere da soli sintomi ansiosi senza riuscirci.
Chiedere aiuto ad un esperto è sinonimo di coraggio, ed è la strada per riuscirci.
Un caro saluto

Dr.ssa Azzurra Luccio
Psicologa Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR a Torino per Adulti, Adolescenti, Coppie
http://www.azzurraluccio.it/

[#6]
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentilissima Dottoressa Luccio la ringrazio moltissimo!
Finalmente ho capito cosa significa inconscio.
In effetti ho perso mio papà quando ero piccolo e so che potrà sembrare assurdo ma mi sono sempre sentito il capofamiglia.
Crescendo non ho mai avuto paura di niente, mi sono sempre dato da fare e fatto forza proprio come ha detto lei. Sinceramente non pensavo che si potessero collegare le due cose, e credevo di avere superato il tutto. Ci penso e ci ripenso perché è questa cosa che mi fa arrabbiare: il destino invece di darti un credito ti presenta un altro conto.
E quando penso a questo mangio tutto quello che mi capita sotto tiro prima di riuscire a riacquistare il controllo.
A questo punto pensandoci meglio, deduco che anche questa fame nervosa sia inconsciamente collegata alla rabbia se uso la chiave dell'inconscio come da voi consigliatomi.
Grazie anche gentilissime Dottoressa Massaro e Dottoressa Lomunno per il vostro aiuto.
Penso che mi rivolgerò ad un esperto come da voi indicato
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Un dolore come quello che ha subito lei può rimanere "latente" e rimosso, ma conservato nella mente inconscia (cioè nella parte non consapevole della mente), per molto tempo: probabilmente l'idea di allontanarsi da casa l'ha fatto riemergere dall'inconscio e il pensiero di non essere più presente come "capofamiglia" quanto prima le genera molta ansia perché non avrà più lo stesso controllo della situazione.
Da come si esprime mi fa infatti pensare che per lei capire e controllare la realtà circostante sia molto importante e in quest'ottica tutto quello che può far allentare la sua presa la può mettere in crisi.

Nel riflettere sulla sua situazione le suggerisco di non pensare agli "altri", concetto molto vago e davvero non generalizzabile come lei lo vive:

"quello che proprio non capisco e che mi infastidisce è il perché tanti cambiano lavoro e qualsiasi significato abbia loro non hanno attacchi di panico".

Come può sapere come stanno "gli altri" e quali sono le difficoltà che vivono nella propria esperienza individuale?
In realtà i cambiamenti di per sé sono fonte di stress e provocano sintomi ansiosi e/o depressivi in molte persone per la difficoltà stessa di cambiare, anche quando la novità è qualcosa di oggettivamente positivo.
Può leggere questi articoli al riguardo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1261-reagire-male-ai-cambiamenti-i-disturbi-dell-adattamento.html
http://www.serviziodipsicologia.it/lansioso-e-gli-altri-stanno-davvero-tutti-bene/

Lasci da parte quindi il pensiero che "tanti" non reagiscono come lei e si concentri sulla risoluzione del suo problema.
Ha preso la decisione giusta, quella di rivolgersi ad uno psicologo, e non potrà che trarne beneficio.

Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
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