Come far capire ad una persona che ha un problema

Gentili dottori, ho bisogno del vostro aiuto.
Spero di non aver sbagliato sezione.
Vado dritta al punto. Mia madre ha dei problemi di peso che non vuole ammettere.
L'ultima volta che si è pesata (anni fa ormai) era 110 kg circa ed è alta appena 159/160 cm e da allora la situazione è veramente degenerata.
Per me può averne anche 100 di kg in più se fosse in salute,ma è chiaro che non è così. Non riesce più quasi a camminare,ha un respiro che fa paura ed è sempre con il fiatone(anche se si è appena sollevata dal divano),non riesce a fare qualsiasi cosa vada oltre restare massimo 5 minuti in piedi,ha dolori ovunque e per questo è diventata schiava di bustine tipo oki e questi simili.
Che approccio dovrei avere con lei? Come dovrei farle capire che ha un problema e farle prendere coscienza? Come dovrei farle capire che ha bisogno di aiuto? Non vuole sentire ragioni e io e mio padre non sappiamo più come fare.
Se si prova a sfiorare l'argomento diventa aggressiva da far paura e passa tutto il tempo a mangiare e bere bibite gassate che di certo non l'aiutano.
Se per caso qualcuno passa dalla cucina mentre sta mangiando in orari non consoni o se le si dice tipo che immergere il pane nell'olio di semi dopo aver fritto è sbagliato(lo trovo personalmente disgustoso) diventa una furia,di un'aggressività che lascia letteralmente senza parole.
Negli anni ho/abbiamo provato in tutte le salse ,ma da lei abbiamo solo avuto un rifiuto totale. Essendo che rifiuta anche solo il pensiero d'aiuto anche psicologico, mi chiedevo cosa posso fare per aiutarla e come comportarvi. Ho paura che un mattino di questi non riuscirà più a sollevarsi .
Mi fa tanta rabbia,sono letteralmente arrabbiata. Non riesco a sopportare come si sta rovinando con le sue stesse mani rifiutando l'aiuto.
Spero che possiate aiutarmi e vi ringrazio veramente tanto in anticipo.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

è sempre fonte di grande sofferenza assistere alla lenta auto-distruzione di una persona cara che non vuole sentire ragioni e non accetta in alcun modo la necessità di modificare il proprio comportamento.
La sua rabbia è perciò comprensibile e giustificata, ma non è la sola rabbia presente: anche sua mamma è molto arrabbiata e non solo con voi che cercate di salvarla, ma probabilmente anche con sé stessa, tanto che si sta per l'appunto distruggendo con le proprie mani.

Bisognerebbe conoscere la sua storia per capire come mai si odia così tanto e a quale bisogno risponde la necessità di rimpinzarsi di qualunque alimento abbia a disposizione.
La sua è plausibilmente un'obesità psicogena (specifico che comunque da qui non è possibile porre diagnosi); può leggere questo articolo al riguardo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1135-il-cibo-come-compensazione-l-obesita-psicogena.html
Dietro a quel tipo di disturbo del comportamento alimentare è presente di solito una forte depressione, con la quale la persona sta combattendo nella maniera sbagliata, che è però l'unica che conosce.

Provi a vedere questo in sua mamma: una donna che si vuole male, che desidera auto-punirsi - non si sa per cosa - e che è probabilmente depressa.
Questo giusto per provare a cambiare il modo in cui la vede e per provare a pensare che se mangia in quel modo non lo fa per dispetto a voi o perchè non ascolta i vostri consigli, suppliche e minacce, ma perchè sotto c'è dell'altro, cioè qualcosa di molto più serio.

Forse se riuscirà a individuare il motivo per il quale sua mamma si sta facendo del male troverà anche la chiave per parlarle in altro modo e non facendola sentire criticata e giudicata - il che è inevitabile, se non si guarda la questione da una diversa prospettiva.

Dal punto di vista pratico potete darle una qualche motivazione per cambiare (sempre che non abbia un disturbo del comportamento alimentare) in due modi:
- evitando di aiutarla quando cerca aiuto per qualcosa che non riesce a fare a causa dell'obesità
- facendole capire che se non fosse obesa e stesse quindi meglio potreste fare tante cose insieme, che in questo modo invece non potete fare.
Prospettarle un'alternativa positiva e dirle che terrebbe a passare del tempo con lei, a uscire assieme, a trovare qualche attività da svolgere in sua compagnia, potrebbe servire a comunicarle che dietro a tutte le critiche che le rivolge(te) ci sono preoccupazione e affetto, e non l'intenzione di sgridarla e controllarla.

Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile utente,

aiutare chi non vuole essere aiutato
o non ne è capace,
rappresenta quasi un ..compito impossibile.
Ci si spende in ogni modo, ma spesso l'unica risposta che rimbalza è l'aggessività;
Oltre alle sagge indicazioni della Collega, qualche altra ancora La potrà trovare anche qui,
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3768-come-aiutare-chi-non-vuole-essere-aiutato.html

D'altra parte occorre riconoscere che i disturbi alimentari segnalano sofferenze profonde
e che abbisognano,
come molte patologie del resto,
non solo di "buona volontà" (dato che è proprio questa ad essere malata)
ma di un "approccio clinico multi professionale integrato",
come avviene nei Centri specifici, e che potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html

E' ammirevole il Suo desiderio di aiutarla,
ma non sempre è possibile aiutare chi amiamo,
soprattutto se la persona NON ama se stessa.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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