Parlandone con un amico
Buonasera, ho 21 anni di cui 19 passati a viaggiare tutta l'Europa con familiari, amici e scuola.
Due anni fa, dopo la maturità, sono iniziati i problemi: facevo fatica a mangiare, nausea e spossatezza. Mi sono fatto un "esame di coscienza" cercando le azioni, cibi e bevande che portassero a ciò e, eliminando il caffè, il problema sembrava risolto.
Pochi mesi dopo ero a pranzo fuori e, non appena arrivata la prima pietanza, ho iniziato a sudare freddo perciò andai in bagno a sciacquarmi il viso: il battito cardiaco aumentava e mi sentivo come in una bolla che mi stringesse sempre più. Perciò ho dovuto liquidare tutti ed andare a dormire in macchina per riprendermi e tornare a casa (200km di autostrada).
Da lì sono iniziati i problemi e, ogni volta che provavo a mangiare fuori casa, il problema si presentava. Andato dal medico di base, mi ha prescritto il Peridon da prendere 30 min prima dei pasti "a rischio" ed una pastiglia da prendere in situazioni degenerate (spasmo..non so). Considerando che non amo i medicinali se non strettamente necessari, li ho presi solo in caso di emergenza ma non aiutavano sempre.
Dopo un po', il problema, si é iniziato a presentare ogni qualvolta facessi qualcosa diverso dalla routine (mangiare fuori, viaggi, cambio lavoro etc) ed il MdB mi ha fatto fare degli accertamenti (ecografia ed altri esami con esito negativo).
Parlandone con un amico, questa estate, ho constatato che potrebbe essere ansia ma non so come affrontarla.
Ho iniziato a parlarne con qualche amico stretto, genitori e ragazza e devo dire che un piccolo miglioramento c'é stato ma, se dovessi dare un punteggio, il miglioramento dello stesso é stato del 2%.
Ora, a breve, inizierò lunghe trasferte fuori Italia per lavoro e, solo a scriverlo, sono già preoccupato su come andranno queste esperienze.
Le mie domande sono 2:
-come posso tamponare il problema nel frattempo (Medicinali e non, tutto é "ben" accetto)
-come posso risolvere il problema a lungo termine?
Sono davvero disperato e non so più cosa fare. Ringrazio già per il vostro supporto.
Due anni fa, dopo la maturità, sono iniziati i problemi: facevo fatica a mangiare, nausea e spossatezza. Mi sono fatto un "esame di coscienza" cercando le azioni, cibi e bevande che portassero a ciò e, eliminando il caffè, il problema sembrava risolto.
Pochi mesi dopo ero a pranzo fuori e, non appena arrivata la prima pietanza, ho iniziato a sudare freddo perciò andai in bagno a sciacquarmi il viso: il battito cardiaco aumentava e mi sentivo come in una bolla che mi stringesse sempre più. Perciò ho dovuto liquidare tutti ed andare a dormire in macchina per riprendermi e tornare a casa (200km di autostrada).
Da lì sono iniziati i problemi e, ogni volta che provavo a mangiare fuori casa, il problema si presentava. Andato dal medico di base, mi ha prescritto il Peridon da prendere 30 min prima dei pasti "a rischio" ed una pastiglia da prendere in situazioni degenerate (spasmo..non so). Considerando che non amo i medicinali se non strettamente necessari, li ho presi solo in caso di emergenza ma non aiutavano sempre.
Dopo un po', il problema, si é iniziato a presentare ogni qualvolta facessi qualcosa diverso dalla routine (mangiare fuori, viaggi, cambio lavoro etc) ed il MdB mi ha fatto fare degli accertamenti (ecografia ed altri esami con esito negativo).
Parlandone con un amico, questa estate, ho constatato che potrebbe essere ansia ma non so come affrontarla.
Ho iniziato a parlarne con qualche amico stretto, genitori e ragazza e devo dire che un piccolo miglioramento c'é stato ma, se dovessi dare un punteggio, il miglioramento dello stesso é stato del 2%.
Ora, a breve, inizierò lunghe trasferte fuori Italia per lavoro e, solo a scriverlo, sono già preoccupato su come andranno queste esperienze.
Le mie domande sono 2:
-come posso tamponare il problema nel frattempo (Medicinali e non, tutto é "ben" accetto)
-come posso risolvere il problema a lungo termine?
Sono davvero disperato e non so più cosa fare. Ringrazio già per il vostro supporto.
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Gentile utente,
Sì, potrebbe trattarsi di manifestazioni legate all'ansia,
ma non è detto che nel Suo caso lo siano:
solo di persona si può fare una diagnosi.
L'ansia si manifesta in molteplici modi, come potrà leggere qui,
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
e se non curata,
tende ad invadere nuove aree.
Per il poco tempo che Le rimane prima delle trasferte,
chieda un appuntamento a breve ad uno Psicologo psicoterapeuta, per fare alcune sedute.
Se poi lui ritenesse opportuno l'utilizzo di farmaci, La invierà ad una visita psichiatrica.
Questa è l'indicazione che possiamo fornirLe.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 847 visite dal 18/02/2018.
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