Paura della morte
Buongiorno vi scrivo perché mi trovo ad affrontare da una 15ina di giorno una situazione davvero spiacevole. Il 30/01 ho dato un esame fondamentale in università, l’ultimo veramente difficile. Fin dai giorni precedenti (2 o 3 )mentre studiavo ho cominciato a pensare cosa facessi a fare tutta quella fatica se poi un giorno sarei dovuto morire. Ma non ci ho dato peso perché era stata una cosa passeggera, dato con successo questo esame però, dopo essere stato sereno qualche giorno è letteralmente esplosa una paura folle della morte, del fatto che toccherà amche a me e ho cominciato a fare calcoli su quanti hanni ho e a che percentuale della mia vita potrei essere. Ho cominciato a pensare a quanto passi veloce il tempo e ogni persona che vedevo (ad esempio in tv ) mi chiedevo come facesse a non essere preoccupata e terrorizzata per ciò che gli sarebbe presto o tardi accaduto. La paura mi sale in modo incontrollabile soprattutto quando studio (ho deciso, pur essendo molto stanco dal precedente esame, di tentare una tirata per dare un esame il 21/02) specie verso sera e poi quando vado a dormire (premetto che son sempre stato un po ansioso specie di inverno ma son sempre riuscito a gestirmi e a fare tutto ciò che dovevo). Avevo già sofferto di questo problema intorno ai 6 anni (ero terrorrizzato ed ero scoppiato in lacrime abbracciato a mia mamma). A tutto questo si è aggiunta un aumento della preoccupazione per le condizioni di salute di mia mamma (ftd da circa due anni) che mi ha portato a piangere venerdì e poi oggi (pensando a quanto sarà terrorrizzata per la morte e impaurita). Quindi venerdì 9/02 ho deciso di smettere di studiare per il weekend e rilassarmi: ho portato mia mamma a fare una passeggiata in centro, poi ho fatto passeggiate e passato in generale tempo con la mia famiglia. E devo dire che pur rimanendo sullo sfondo questa paura mi sono sentito molto meglio. Oggi ho provato a riprendere in mano il libro ma niente da fare, mi è salita l’angoscia e son finito a leggere articoli sulla morte su internet e ho pianto.
Per concludere questa situazione mi sta spaventando (soprattutto il modo repentino in cui è sorta) parecchio, oltre a farmi veramente soffrire (una sensazione simile a quando seppi della malattia di mia madre). Mi chiedo se convenga aspettare, magari prendendomi un periodo di riposo oppure rivolgermi subito a qualcuno per evitare un ulteriore peggioramento. Son sempre stato molto proiettato verso il futuro (forse troppo) e amavo far progetti e pensare a quando magari sarei stato papà o zio o a quando lavorerò. Ora invece mi sembra che tutto perda di significato
Per concludere questa situazione mi sta spaventando (soprattutto il modo repentino in cui è sorta) parecchio, oltre a farmi veramente soffrire (una sensazione simile a quando seppi della malattia di mia madre). Mi chiedo se convenga aspettare, magari prendendomi un periodo di riposo oppure rivolgermi subito a qualcuno per evitare un ulteriore peggioramento. Son sempre stato molto proiettato verso il futuro (forse troppo) e amavo far progetti e pensare a quando magari sarei stato papà o zio o a quando lavorerò. Ora invece mi sembra che tutto perda di significato
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Caro Utente,
probabilmente il suo stato attuale è dovuto ad un concorso di diverse cause scatenanti:
- una certa tendenza all'ansia (che peggiora comprensibilmente la sera e in inverno, momenti di "buio" che rimandano all'idea della morte)
- la malattia della mamma
- il fatto che ha terminato gli esami più difficili e ora ha quindi di fronte a sé un percorso presumibilmente "in discesa", che la porterà verso il futuro in un modo che può percepire come più veloce, proprio perché ha superato gli ostacoli rilevanti del suo percorso universitario.
La paura che aveva a 6 anni non è di per sé rilevante perché colpisce la maggior parte dei bambini in quell'età di passaggio dalla prima alla seconda infanzia.
Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicologo di persona senza attendere oltre perchè sta affrontando la malattia di sua mamma e sta ultimando gli studi e tutto questo richiede tranquillità e forza, che forse al momento le stanno mancando.
Anche la sola malattia della mamma sarebbe un buon motivo per avvalersi di un sostegno psicologico perchè lei riesca ad accettarla e affrontarla più serenamente, e se aggiungiamo anche la necessità di essere più calmo e concentrato per riuscire a studiare direi che vale proprio la pena che si rivolga ad un mio collega.
Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
probabilmente il suo stato attuale è dovuto ad un concorso di diverse cause scatenanti:
- una certa tendenza all'ansia (che peggiora comprensibilmente la sera e in inverno, momenti di "buio" che rimandano all'idea della morte)
- la malattia della mamma
- il fatto che ha terminato gli esami più difficili e ora ha quindi di fronte a sé un percorso presumibilmente "in discesa", che la porterà verso il futuro in un modo che può percepire come più veloce, proprio perché ha superato gli ostacoli rilevanti del suo percorso universitario.
La paura che aveva a 6 anni non è di per sé rilevante perché colpisce la maggior parte dei bambini in quell'età di passaggio dalla prima alla seconda infanzia.
Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicologo di persona senza attendere oltre perchè sta affrontando la malattia di sua mamma e sta ultimando gli studi e tutto questo richiede tranquillità e forza, che forse al momento le stanno mancando.
Anche la sola malattia della mamma sarebbe un buon motivo per avvalersi di un sostegno psicologico perchè lei riesca ad accettarla e affrontarla più serenamente, e se aggiungiamo anche la necessità di essere più calmo e concentrato per riuscire a studiare direi che vale proprio la pena che si rivolga ad un mio collega.
Un caro saluto,
dott.ssa Flavia Massaro
-www.serviziodipsicologia.it
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 12/02/2018.
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