Sofferenza
Salve dottori, vi scrivo con le lacrime agli occhi, sono un ragazzo di 23 anni fidanzato da quasi 3 anni con una ragazza di 21 anni, io e lei ci siamo sempre comportati bene, abbiamo condiviso tutto, mangiare, dormire insieme, siamo stati veramente bene fino a pochi giorni fa, ma ora sono nati i problemi, ho fatto conoscere la mia ragazza ai miei parenti e purtroppo hanno pensato il negativo, dicendo che non ha presenza essendo alta solo 1,40 cm, i miei gwnitori invece sono persone normali, sia mia madre che mio padre lavorano, ma il vero problema e' che lei ha una famiglia scusi la parola "problematica" il padre non lavora ed è alto come lei e la madre dicono che faceva la prostituta, praticamente sono una brutta famiglia, ma io con lei ci sto bene ma i miei genitori non vogliono, niente da fare, io c piango, io non so come fare perche sia io e sia lei stiamo troppo male, ora la sento ma non so proprio come fare, non abbiamo amici purtroppo perche ci siamo isolati da tutti, non so proprio come sfogarmi, é la prima volta che soffro di questa maniera, spero che riapondete perche' ho bisogno dei vostri consigli esperti, la ringrazio e buona serata.
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Gentile ragazzo, non vorrei che lei fosse, oltre che addolorato, anche in qualche modo confuso. Mi spiego meglio: ci scrive di stare con la sua ragazza da quasi tre anni, di aver mangiato e dormito con lei... e tuttavia dice che solo adesso ne ha parlato in famiglia e l'ha fatta conoscere ai suoi genitori. Dice che i suoi genitori hanno criticato la statura della ragazza, ma poi aggiunge che hanno criticato la sua famiglia. Cosa non va dunque, a loro giudizio? Infine, sembra che lei non prenda minimamente in considerazione la sua autonomia di adulto. Certo dispiace incontrare la disapprovazione dei propri genitori, quando si porta in famiglia la persona di cui si è innamorati, ma queste difficoltà forse lei già le prevedeva, e per questo non ha presentato prima la sua ragazza in famiglia? Infatti lei aggiunge: "non abbiamo amici purtroppo perche ci siamo isolati da tutti". Questo fa pensare che lei già dall'inizio della sua relazione temesse il biasimo dei suoi e di altri, e tuttavia ha continuato la sua storia d'amore e si è molto attaccato alla sua ragazza. A questo punto forse desidera anche difendere i suoi sentimenti e quelli della sua ragazza; in tre anni avrà avuto il tempo di prepararsi alla reazione negativa -prevedibile- dei suoi. Dunque perché non si incontra liberamente con la ragazza, perché non fa il suo dovere, consolandola e difendendola? Ma dalla sua lettera si ha l'impressione che lei non sia libero, o che non si senta libero. Come mai? Ci scriva ancora, e nel frattempo, auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
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Ex utente
Gentile dottoressa, ho la mente confusa, mi sento un vuoto dentro di me, é la prima volta che soffro di questa maniera, piango in ogni momento, purtroppo sono i miei genitori che non vogliono per mezzo della sua famiglia che non é proprio buona, la mia ragazza dice che non dobbiamo sentirci piu, sia io che lei atiamo malissimo ma il solo pensiero di non sentirla piu e di non averla piu accanto a me mi uccide proprio. Non ho amici con cui uscire perche ho vissuto in un mondo dove siamo stati solo io e lei in santa pace, quando ho conosciuto lei la mia vita era felice, ma fino a pochi giorni fa che hanno parlato della famiglia della mia ragazza i miei genitori hanno detto di no, ora non so proprio che fare, non posso mettermi contro i miei genitori e allo stesso tempo non voglio perdere la mia ragazza, voi cosa mi consigliate? Come devo fare?
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Caro ragazzo, deve ascoltare con calma, anche se con sofferenza, gli argomenti dei suoi e valutarli bene, ma sapendo sempre che solo lei può decidere. La vita è sua: la prenda in mano, procurandosi al più presto l'indipendenza. A mio giudizio, lei avrebbe in ogni caso il dovere di proteggere i sentimenti della sua ragazza, che non ha colpa di ciò che ha fatto la sua famiglia. Rimangono delle domande a cui sarebbe meglio rispondere: lei sapeva già che la situazione era questa? Sapeva che i suoi avrebbero rifiutato la sua ragazza? Per questo non ha voluto attorno alla sua coppia degli amici, che adesso potrebbero proteggervi? Quando dormiva dalla sua ragazza, come giustificava la sua assenza da casa? Io credo che le farebbe bene, per fare chiarezza in sé stesso, rispondere a queste domande una per una. E anche dire chiaramente come mai è così sottomesso al giudizio dei suoi genitori, se non perché teme che in parte abbiano ragione...
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Ex utente
Gentile Dottoressa, io già sapevo che un giorno i miei genitori non avrebbero accettato la loro famiglia, e nonostante questo sono andato avanti con lei e ho finito con innamorarmi per davvero senza pensare alle conseguenze, ho sbagliato sin dall inizio e lo ammetto ma ormai é tardi. .quando dormivo da lei non c erano problemi perche io avevo raccontato una bugia ai miei genitori dicendo che i genitori sono persone normali e lavoratrici, tutti questo lo fatto solo per stare insieme a lei, ho sbagliato lo ammetto ma adesso mi sento davvero male e non so come fare, lei di carattere é veramente speciale, riguardo le amicizie sia io che lei non avevamo molte amizie e quindi abbiamo pensato ad andare avanti senza nessun altro, non avendo nessun "conforto", io a questa ragazza ci tengo ma nn so come affrontare la cosa con i miei genitori...
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Se le cose stanno come dice, c'è una sola cosa da fare: dire ai suoi genitori quanto ama questa ragazza, e che vuole rimanere con lei; dica loro anche che in pratica all'inizio l'ha ingannata, perché stava con lei ma pensava che non si sarebbe innamorato, infatti scrive: "io già sapevo che un giorno i miei genitori non avrebbero accettato la loro famiglia, e nonostante questo sono andato avanti con lei e ho finito con innamorarmi per davvero senza pensare alle conseguenze". Se adesso è veramente sicuro dei suoi sentimenti, preghi i suoi genitori di capirvi, di aiutarvi e di accogliere la sua ragazza. Oppure prenda il coraggio di rompere con loro. Anche la Bibbia dice che i due sposi "lasceranno il padre e la madre". Questa assunzione di responsabilità farà di lei un adulto... se ne ha i mezzi, se ne ha le forze. Ma lei lavora?
E' economicamente indipendente? Provi a parlarne con un adulto in cui ha fiducia: un amico più anziano, un sacerdote, un medico... o naturalmente uno psicologo.
E' economicamente indipendente? Provi a parlarne con un adulto in cui ha fiducia: un amico più anziano, un sacerdote, un medico... o naturalmente uno psicologo.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.7k visite dal 09/02/2018.
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