Castità

Buona sera. Sono brutto e sfigato quindi non posso avere una ragazza o una partner sessuale. Potrei anche fare della chirurgia estetica, ma resterei brutto. Potrei passare da "sfigato" a "seducente", ma essendo brutto diventare seducente significherebbe comunque, per me, scendere a compromessi troppo complessi e, sinceramente, abbastanza umilianti. Complessi perché non sono fatto per le relazioni stabili con le ragazze, che richiedono un impegno che con tutta la mole di cose che ho da fare per l'università e per guadagnarmi il pane non sarei minimamente in grado di sostenere. Umilianti perché per andare oltre l'aspetto fisico le donne si attengono a cose che mettere in pratica sarebbe come "scendere a compromessi" (nel senso che voglio solo fare sesso, anche emotivamente impegnativo, ma non costruire una "vita insieme") e dare alla e per la altra persona, ed alla e per la società, più di quanto effettivamente voglia dare ("in cambio" riceverei solo sesso, affetto e divertimento, non vedo perché tribolare e dare più di questo): insomma, uno scambio iniquo. E' vero che la ragazza ipotetica in più mi darebbe anche la bellezza che io non ho... ma questo lo rende solo più umiliante. Non mi dite che tutte le donne sono diverse e che ognuna guarda cose diverse, perché non è vero: la scienza afferma chiaramente che le strategie evolutive di selezione del partner sono le stesse in tutta la popolazione femminile. Cambia solo il contesto: ad esempio per alcune lo status sociale elevato può essere quello del miliardario, per altre quello capo cantiere, ma non cambia. Se anche ricorressi alla chirurgia estetica non migliorerei molto perché ho delle deformità che non si possono correggere e comunque la mancanza dei tratti della "buona salute" non viene camuffata del tutto dall'ingannevole ritocco estetico. Sono anche molto selettivo nella scelta delle compagne e non intendo rivedere i miei criteri perché la trovo una cosa contronatura: mi interessano solo alcune caratteristiche fisiche (assai comuni) e dei tratti caratteriali prossimi alla remissività, o comunque di gentilezza. I valori condivisi e la comune interiorità mi interessano secondariamente perché apprezzo anche la varietà, le differenze, le ineguaglianze e le "povertà" e "ricchezze" interiori o intellettuali. Ho deciso di diventare casto per non soffrire e vorrei riuscire a spostare il desiderio sessuale verso mete non sessuali (la cultura, l'arte, etc.) in modo da essere casto: posso avere aiuto in questo? Inoltre ho paura che questo possa ridurre i miei livelli di testosterone e rendermi meno virile, quindi più "debole" per quelle che sono le mie caratteristiche maschili e che reputo una ricchezza psicofisica (non mi riferisco alla sfera erotica, ma ad altri ambiti in cui essere maschio mi dà delle specificità). Se non avessi avuto questa paura avrei usato il bromuro. C'è questo rischio? E se c'è come posso superare l'ostacolo? Posso essere aiutato in questo?
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Dr.ssa Patrizia Pezzella Psicologo, Psicoterapeuta 273 13
Gentilissimo lettore,
la castità, qualora scelta ad esempio per ragioni religiose, è appunto una libera scelta. Nei casi in cui si ravvisi nella castità un fattore di rinuncia, e cioè la rinuncia ad una vita sessuale di coppia, ciò renderebbe infelici e forse anche un pò nevrotici.
L'aiuto può esserle offerto attraverso una consulenza psicologica e sessuologica , anche in funzione della insicurezza e della bassa autostima riguardo al suo aspetto fisico, a tal fine le suggerirei di consultare uno specialista della sua città.
Molti auguri

dssa Patrizia Pezzella; Roma

Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica

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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile dottoressa Pezzella, la ringrazio per la risposta e comprendo il suo punto di vista.
Il fattore di rinuncia è imprescindibile. E' chiaro che sono infelice ed anche un po' nevrotico, in quanto ho un desiderio inappagabile. Proprio per questo voglio diventare casto. Un uomo che desiderasse ardentemente e persistentemente viaggiare alla velocità della luce (poniamo che sia impossibile) o meglio, un uomo che desiderasse ardentemente e persistentemente disegnare o immaginarsi un cerchio quadrato (questo è senz'altro impossibile), senz'altro sarebbe frustrato, magari insicuro circa le proprie capacità immaginative, artistiche e di movimento, e senza autostima in questi campi. Sono certo che per ripristinare l'autostima di quest'uomo e renderlo più sicuro delle proprie capacità si debba lavorare sulle sue ambizioni impossibili, sui suoi desideri irrealizzabili, e fare in modo che tali ambizioni e desideri vengano meno, e che magari si convertano in qualcosa di più costruttivo.
Rimanendo nell'esempio di quest'uomo, che non ha la capacità di immaginare un cerchio quadrato ma che ha il desiderio di immaginarlo, il lavoro sulla sua autostima, come su quella di chiunque, ha precisamente solo due possibili convinzioni alle quali l'uomo potrà giungere come risultato: "hai la capacità di farlo" e "non hai la capacità di farlo". La prima è una fallacia e rispetto all'autostima è un danno: far giungere una persona a quest'esito è abbastanza da sadici.
La seconda corrisponde alla perfetta autostima raggiunta, ma se quest'uomo continua a desiderare quel che non può realizzare, il suo problema non sarà affatto risolto dal lavoro sull'autostima: anche qui "aiutare" l'uomo in questione è abbastanza da sadici; lo si illude di ricevere aiuto ed invece niente. Soltanto sradicando o trasformando in altro quel suo desiderio dell'impossibile si può realmente aiutare quell'uomo.

Io ho peraltro un'autostima perfetta ed una sicurezza assoluta del mio aspetto. Se dico che sono brutto, con anche tratti di mostruosità, e che non posso piacere alle donne dal punto di vista dell'aspetto fisico, lo dico perché è vero ed ho pertanto una buona autostima. Sono esattamente come sono ed ho imparato a voler essere quello che sono. Purtroppo sono un brutto come Pan, il dio greco che stuprava le ninfe: sono brutto, ma ho una notevole ed articolata mole di energia cinetica sessuale che spinge inerzialmente verso le donne, ho un notevole desiderio sessuale ed un ricco immaginario erotico.
Di qui la mia sofferenza: dalla presenza del desiderio erotico, non dalla mancanza di autostima.

Lei mi dice che può essermi offerto aiuto attraverso una consulenza psico-sessuologica, ma questa prevede di "lavorare sull'autostima" per assecondare l'insensato ed irrealizzabile desiderio di diventare un "adulto funzionante" - cioè uno che, non si sa bene perché, deve obbligatoriamente avere una vita sessuale di coppia a meno che non abbia una qualche causa religiosa o ideologica da seguire -, oppure può aiutarmi nel mio reale intento? Cioè sublimare il mio desiderio sessuale perché averne uno non sublimato mi fa soffrire ed è sciocco, e cioè perché non ho alternative e sono incapace di avere una partner?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Buongiorno,
Credo che le abbiamo già risposto tante altre volte.

“Lei mi dice che può essermi offerto aiuto attraverso una consulenza psico-sessuologica, ma questa prevede di "lavorare sull'autostima" ”

La Collega ha perfettamente ragione, ma lei non può sapere su cosa un eventuale altra professionista deciderà di lavorare con lei.

La salute sessuale e la dimensione di coppia dipendono da tanti fattori, non omologabili, e non analizzabili e curabili online

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
In che senso mi hanno risposto già tante volte?

Quello che cerco non è tanto la salute sessuale (che come già specificato è quella del presunto "adulto funzionante"). Nel mio caso è la sessualità stessa la malattia. Se non temessi di perdere anche capacità cognitive, fisico-muscolari, umorali e legate alla salute generale, mi evirerei perché qui il difetto di fabbrica sta nell'avere una sessualità. Oppure nell'aspetto fisico, inconciliabile con essa.

Non ho quindi bisogno di raggiungere la salute sessuale, né quindi di un aiuto psico-sessuologico.

Probabilmente l'approccio più indicato è la terapia cognitivo-comportamentale, che sfrutti tecniche di condizionamento operante per modellare una sublimazione della pulsione sessuale. Avrò anche bisogno di essere decondizionato rispetto a quelle aspettative sociali acquisite in merito alla prospettiva di mettere su famiglia, o di convivere, etc., o che riguardano le implicazioni sociali e relazionali del sesso (del tipo: "stai facendo una cosa giusta perché stai corteggiando quella ragazza che ti piace", o "chiedile di uscire"), e devo essere decondizionato anche rispetto alla fruizione di materiale pornografico (o rispetto al semplice guardare foto dal contenuto più o meno esplicitamente erotico, come certe foto che postano le amiche di Facebook).

Si tratta di un approccio valido o suggerite altri tipi di approccio?