Disturbo della personalità
Buongiorno, sono stata fidanzata con un uomo mio coetaneo per più di 4 anni. Un amore grandissimo da parte di entrambi, abbiamo trascorso momenti indimenticabili. Fin dall'inizio della relazione lui si è mostrato geloso ed assolutamente senza un minimo di fiducia in me. Negli anni mi ha controllato di tutto, dalla mail ( addirittura aveva deviato le mie mail sulla sua mail ), ai tabulati telefonici, al telefono, alla cronologia delle ricerche su Google, aveva le password di tutti i social. Si è mostrato geloso nei confronti di miei vecchi amici, del mio ex marito, di nuove persone conosciute in coppia. Ultimamente avevo sotto controllo il cellulare con anche ricezione ambientale. Non ha mai trovato niente, non avrebbe potuto perché io , sempre innamoratissima, mi sono sempre comportata più che bene. Ciononostante mi ha sempre accusata di avere una specie di doppia vita, di non poter vivere senza chattare con miei ex, di essere una narcisista che aveva bisogno di continue conferme( tra le accuse c'era quella di inviare mie foto discinte ). Il mio equilibrio è stato messo a dura prova perché sentirsi accusare di cose che neanche mi sarei sognata di fare è stato devastante. Nelle nostre discussioni, davanti alle sue accuse, io non riuscivo a parlare, qualsiasi spiegazione o chiarimento che avrei voluto dare mi veniva negato. Niente da fare, nonostante la mancanza assoluta di prove le sue accuse sono ferme, certe e la sua convinzione assoluta.
Siamo arrivati a circa un mese fa, dopo aver notato che avevo aggiunto alle amicizie su fb una vecchia conoscenza è' partito l'inferno. Mi ha lasciata e naturalmente non c'è stata per me possibilità di replica.
Ha detto che si sente bene, felice di essersi liberato di una persona come me. Ma io lo amo, l'ho sempre amato nonostante tutto e mi sono sempre comportata onestamente, senza eccezioni.
Credo che lui soffra di qualche disturbo, non è un comportamento normale. Grazie a chi vorrà' rispondermi.
Siamo arrivati a circa un mese fa, dopo aver notato che avevo aggiunto alle amicizie su fb una vecchia conoscenza è' partito l'inferno. Mi ha lasciata e naturalmente non c'è stata per me possibilità di replica.
Ha detto che si sente bene, felice di essersi liberato di una persona come me. Ma io lo amo, l'ho sempre amato nonostante tutto e mi sono sempre comportata onestamente, senza eccezioni.
Credo che lui soffra di qualche disturbo, non è un comportamento normale. Grazie a chi vorrà' rispondermi.
[#1]
Gentile utente,
di cosa "soffra" lui non possiamo sapere,
non lo conosciamo e possediamo unicamente il Suo punto di vista,
ma di cosa "soffra" LEI per rimanere vari anni in tale umiliante situazione
ed esserne - sembrerebbe - connivente,
sinceramente una psicoterapeuta se lo chiede.
Non vedo però una domanda a cui Lei chieda risposta su di sè: Lei sa che qui ci occupiamo unicamente di chi scrive.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile utente,
da questa postazione, lei ben comprenderà, non possiamo che ipotizzare che:
- la tendenza al controllo ossessivo;
- il giudizio negativo reiterato verso di lei;
- verosimili accessi paranoidei;
- la destabilizzante presa di posizione finale.
potrebbero celare una personalità disfunzionale con aspetti caratteriali ed emotivi dei quali il suo partner non ha consapevolezza. Nel Cognitivismo si parla di deficit metacognitivi. In questo caso, da ciò che emerge dal suo racconto, si potrebbe probabilmente parlare di
• deficit di autoriflessività (abilità di pensare ai propri stati mentali)
• deficit di decentramento (incapacità di assumere il punto di vista dell’altro e di pensare agli stati mentali dell’altro).
È comprensibile che lei ne sia comunque innamorata. Il sentimento dell’amore è viscerale, non razionale.
Tuttavia soffre. Comprensibilissimo anche questo. Spesso uomini e donne che vedo quotidianiamente nella pratica clinica, avvinghiati in relazioni disfunzionali, traggono un beneficio iniziale grazie alla ricostruzione della propria storia di vita nel momento in cui si comprende quali schemi mentali appresi proprio durante la vita (modalità di attaccamento), abbiano condotto a scegliere proprio quel partner e ad innamorarsene.
Il lavoro che segue è poi improntato
-ad assumere abilità che consentono di emergere dallo stato di malessere quando questo stato stesso si presenta;
- a costruire relazioni affettive e d’amore sane e non patologiche.
Una consulenza presso un/una collega psicoterapeuta le tornerebbe estremamente utile.
Le suggerisco un libro
Attaccamento e amore di Grazia Attili. Le potrà tornare utile
Cordiali saluti
da questa postazione, lei ben comprenderà, non possiamo che ipotizzare che:
- la tendenza al controllo ossessivo;
- il giudizio negativo reiterato verso di lei;
- verosimili accessi paranoidei;
- la destabilizzante presa di posizione finale.
potrebbero celare una personalità disfunzionale con aspetti caratteriali ed emotivi dei quali il suo partner non ha consapevolezza. Nel Cognitivismo si parla di deficit metacognitivi. In questo caso, da ciò che emerge dal suo racconto, si potrebbe probabilmente parlare di
• deficit di autoriflessività (abilità di pensare ai propri stati mentali)
• deficit di decentramento (incapacità di assumere il punto di vista dell’altro e di pensare agli stati mentali dell’altro).
È comprensibile che lei ne sia comunque innamorata. Il sentimento dell’amore è viscerale, non razionale.
Tuttavia soffre. Comprensibilissimo anche questo. Spesso uomini e donne che vedo quotidianiamente nella pratica clinica, avvinghiati in relazioni disfunzionali, traggono un beneficio iniziale grazie alla ricostruzione della propria storia di vita nel momento in cui si comprende quali schemi mentali appresi proprio durante la vita (modalità di attaccamento), abbiano condotto a scegliere proprio quel partner e ad innamorarsene.
Il lavoro che segue è poi improntato
-ad assumere abilità che consentono di emergere dallo stato di malessere quando questo stato stesso si presenta;
- a costruire relazioni affettive e d’amore sane e non patologiche.
Una consulenza presso un/una collega psicoterapeuta le tornerebbe estremamente utile.
Le suggerisco un libro
Attaccamento e amore di Grazia Attili. Le potrà tornare utile
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#3]
Ex utente
Grazie ad entrambi, considererò un mio colloquio con un terapista . Mi rendo conto che aver accettato per anni questi atteggiamenti non è normale. Ma, con me stessa, l'ho sempre attribuito al grandissimo amore che provavo e che non avrei voluto perdere per nulla al mondo. Quando ci siamo conosciuti avevo 53 anni ed ero reduce da una separazione, e mi sono innamorata come mai precendemente.
[#4]
Gentile utente,
le vicende personali spesso fanno capire e comprendere le ragioni per cui ci si infila in storie difficili fin dall'inizio;
storie che alimentano la dipendenza,
ma che, al contempo, sembrano rispondere ad un "bisogno" profondo:
bisogno d'amore,
di un nuovo innamoramento,
di sentirsi donna,
... .
Ora Lei vede più chiaramente che il problema non è tanto lui
(sapere di cosa soffra "lui", se sia patologico o meno, se abbia un "disturbo della personalità" non Le è di alcuna utilità; anzi, la distrae da sè);
quanto piuttosto Lei e i Suoi bisogni insaturati
che La hanno portata a subire "per amore" fraintendendo tale termine.
Ora può lavorare sull' "elaborazione del lutto",
per poter finalmente lasciarsi alle spalle questa relazione ed essere disponibile - con modalità nuove - ad un possibile nuovo amore,
quando esso si presenterà.
Se incontrerà difficoltà a farlo da sola, chieda aiuto ad una/o Psicologa/o psicoterapeuta.
Nuove ricerche che utilizzano la Neuroimaging raccontano cose interessanti sui processi di innamoramento, amore, lutto:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
le vicende personali spesso fanno capire e comprendere le ragioni per cui ci si infila in storie difficili fin dall'inizio;
storie che alimentano la dipendenza,
ma che, al contempo, sembrano rispondere ad un "bisogno" profondo:
bisogno d'amore,
di un nuovo innamoramento,
di sentirsi donna,
... .
Ora Lei vede più chiaramente che il problema non è tanto lui
(sapere di cosa soffra "lui", se sia patologico o meno, se abbia un "disturbo della personalità" non Le è di alcuna utilità; anzi, la distrae da sè);
quanto piuttosto Lei e i Suoi bisogni insaturati
che La hanno portata a subire "per amore" fraintendendo tale termine.
Ora può lavorare sull' "elaborazione del lutto",
per poter finalmente lasciarsi alle spalle questa relazione ed essere disponibile - con modalità nuove - ad un possibile nuovo amore,
quando esso si presenterà.
Se incontrerà difficoltà a farlo da sola, chieda aiuto ad una/o Psicologa/o psicoterapeuta.
Nuove ricerche che utilizzano la Neuroimaging raccontano cose interessanti sui processi di innamoramento, amore, lutto:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 983 visite dal 03/02/2018.
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