Bulimia, ciclotimia, ossessioni.

Buonasera a tutti,
scrivo per avere un confronto sul percorso terapeutico che sto seguendo.

Ho alle spalle una lunga storia di malattia. Il sintomo prevalente e invalidante è sempre stato il disturbo alimentare.
Mi sono ammalata giovanissima di anoressia per poi passare alla bulimia, e non lasciarla più.
Sono malata da più di 20 anni, più di metà della mia vita.

Ho seguito un'infinità di terapie (non posso qui elencarle tutte), alcune positive, altre negative, molte abbandonate da me per una carenza di fiducia nei terapeuti.

Da circa due anni sono seguita da una psicoterapeuta che si avvale anche del supporto di un medico e di una nutrizionista. in concomitanza ero già in cura da una psichiatra. Ho la percezione che il lavoro psicoterapeutico stia avendo effetti positivi.
Non che ci siano stati grandi cambiamenti, sento solo svegliarsi in me la consapevolezza di avere il pieno diritto di vivere una vita dignitosa.
CIò che purtroppo non mi abbandona mai è il sintomo bulimico, ed ancora più forte è l'ossessione costante di DOVER vomitare.

Sto lavorando molto sull'importanza dell'alleanza terapeutica e sul resistere al mio bisogno impellente di abbandonare tutto quando le cose non vanno per il verso giusto. Ma forse non abbastanza, perché oggi ho voglia di scappare.

Stamani sono stata dallo psichiatra e non mi fido. è più forte di me.
Chiarisco che, se dipendesse solo da me, farei volentieri a meno dei farmaci.
Nessuno mi obbliga, ma ho io personalmente commesso l'errore 6 anni fa di rivolgermi ad uno psichiatra, ed ho poi vissuto sulla mia pelle l'incubo della dismissione da psicofarmaci. Ho paura a gestirli da sola, ancora più paura a interromperli da sola, e vivo con il terrore di non ritornare più ad avere una vita "pulita".
Oggi, dopo aver sentito dire che la sensibilità è un aspetto della malattia ho iniziato a titubare. Poi mi è stato proposto il litio che ho rifiutato.
si è giunti alla prescrizione di un neurolettico in dosi molto basse.
ma la ricetta è ancora lì sul tavolo ed io sono ore che piango nell'indecisione sulla scelta da prendere.

Non so più dove termino io e dove inizia la malattia. Mi devo fidare dei medici o delle mie sensazioni?
Non lo so più...
e scusate se mi sono dilungata.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente deve fidarsi dei medici, se sono state fatte delle prescrizioni è evidente che hanno il loro razionale.
Proprio l'essere titubanti e incostanti con le terapie che fa cronicizzare i problemi psicopatologici
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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