Lutto

Salve, sono una ragazza di 27 anni. Spiego di seguito il problema che sto avendo ultimamente:
Due anni fa è venuta a mancare mia mamma a causa di un brutto tumore. Qualche mese prima era morta mia nonna, e tre mesi dopo mia mamma mio zio è morto a causa di un incidente stradale. Ho passato ovviamente dei momenti difficili, penso sia umano e normale. In questi due anni non ho mai sentito il bisogno di chiedere aiuto a qualcuno, seppur in molti mi hanno consigliato un supporto psicologico. Ma se questa sera mi trovo a scrivere in questa sezione evidentemente penso che ci sia qualcosa che mi disturba. Non parlo del lutto di mia madre direttamente, ma più che altro di quelle che sono state le conseguenze, pratiche ed emotive. Mi spiego meglio: mio padre si è trovato un’altra donna. Siamo a casa soli io e lui, da quando mio fratello è andato a convivere, e la presenza di questa donna in casa mia a volta mi fa bene, perché mi manca una figura femminile in casa e perché vedo mio padre più sereno, altre volte mi uccide. Stasera mi sta facendo male, dopo averla vista trafficare in cucina e dormire nel letto di mia madre. Io non riesco a capire il mio vero pensiero rispetto a questa situazione, cioè se questa cosa mi faccia realmente male o mi lasci indifferente, perché mi sto trovando ad alternare molto spesso entrambi. Non ho mai detto niente a mio padre, non voglio ostacolarlo, non voglio che si faccia problemi per me, ma non voglio neanche trascurare la cosa e fingere che vada tutto bene. A volte mi sento un ospite in casa mia, perché ho 27 anni e sento che dovrei essere io a dovermene andare di casa, mi capita di voler mandare all’aria l’università a pochi esami dalla laurea, trovarmi un lavoro e andare per conto mio pur di non vedere. Non ho alcun tipo di problema sul piano personale con questa donna, mi sta anche simpatica; ma vedere lei mi ricorda puntualmente che mia madre è morta. Non so con chi parlare di questi pensieri, forse il tempo aiuterà a farmi abituare a qualsiasi cambiamento?!
Ringrazio per l’attenzione. Mi rendo conto di non aver esposto chiaramente una domanda, ma forse questi pensieri mi basta anche soltanto scriverli e inviarli a qualcuno di competente.

Giulia
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Giulia,
Ha spiegato benissimo quello che prova. Purtroppo il consulto online ha parecchi limiti, ed a Lei servono tante parole e silenzi che diventano abbracci.

Il tutto de visu, con un clinico in carne ed ossa.

Una nuova donna in casa, che prende il posto di sua madre..
le sue perdite..
le sue emozioni contrastanti.
La paura di volerle bene..

le suggerisco in attesa di andare in terapia di leggere

“Fai bei sogni” di massimo Gramellini.

È la sua storia. Un bambino che rimane organo di madre e che cerca affannosamente di trovare se stesso tra affetti mancati, intoppi ed incidenti di percorso

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente, lei ha espresso benissimo l'altalena emotiva che connota tutta la vita degli esseri umani e che determina oscillazioni violente, dolorose, destabilizzanti, in casi estremi (perdite ripetute, etc.) come il suo. Le ultime parole della sua lettera "forse questi pensieri mi basta anche soltanto scriverli e inviarli a qualcuno di competente" le ho lette in parallelo con l'indicazione che stavo pensando di fornirle: potrebbe esserle molto utile la Scrittura Espressiva, un metodo terapeutico che le permetterebbe di portare in luce i suoi stati d'animo e di meglio comprendere le situazioni emotive e le scelte contraddittorie che queste sembrano indicare. Abbandonare l'università, per esempio, capisce da sola che è una contro-soluzione; lasciare la casa paterna, passaggio spesso suggerito da noi psicologi, forse nel suo caso sarebbe un altro strappo traumatico, in questo momento; non solo per lei, ma anche per suo padre. La Scrittura Espressiva la aiuterebbe a scoprire in profondità cosa sente e cosa vuole davvero, offrendole impensati spiragli di luce. Ci scriva ancora; auguri affettuosi.
[#3]
Utente
Utente
Ringrazio entrambe per le tempestive risposte e farò tesoro dei consigli che ho ricevuto.
Scrivo da quando ho 13 anni, ho riempito 6 diari in questo modo! Ed è solo da qualche tempo che mi sono resa conto di utilizzare questo metodo a scopo terapeutico, visto che i momenti in cui scrivo sono sempre quelli più difficili. Mi è sempre piaciuto scrivere, e con gli anni è diventato un bisogno. Penso che sia la parte migliore di me e l’unico modo per vedere quello che realmente sento. Difficilmente parlo con qualcuno di me, ed è sempre stata una mia scelta, dettata probabilmente da una propensione caratteriale. Quindi ho sempre trovato più semplice scrivere; sto imparando a conoscermi in questo modo. Ma ultimamente non mi sembra sufficiente, e sento il bisogno di trovare riscontri esterni. Valuterò l’ipodesi di una terapia de visu, come consigliatomi.
Grazie ancora per la disponibilità