è una coperta di linus?
Gentili Dottori, sono un ragazzo di 27 anni. Da diversi anni, almeno ne ho memoria da quando ne avevo 7-8, quando sono a casa tengo sempre in mano un oggetto, il più delle volte è un pupazzo. Sono partito da quelli di dimensioni più grandi, fino ad ora che mi basta un piccolo pupazzo lego. Se può essere un dettaglio utile, lo tengo nella mano sinistra visto che sono mancino. Cercando di essere breve, mi aiuta a pensare, a riflettere, ad avere spunti sulle passioni e le attività di studio, lavoro e hobby che svolgo regolarmente. Ma è anche una piccola via di fuga dalla realtà, perché per esempio immagino come possono evolversi delle situazioni presenti nel futuro e questo, non per forza su questioni personali o a me vicine. Anzi, quasi mai. Lo tengo in mano anche quando leggo o ripeto per affrontare un esame e anche appena prima di dormire. Questa cosa mi capita solo quando sono a casa, se dormo in altri posti no.
Ripeto, non è mai stato lo stesso. Il primo ricordo che ho legata a questa cosa è quando da bambino giocavo con un solo pupazzo sul tappeto e simulavo una partita di calcio. Con un pupazzo facevo 22 calciatori! Ora, vorrei dirvi cosa mi succede quando ne ho la mancanza. Non riesco a pensare e a riflettere bene, è come se sentissi una mancanza fisica, come se ne fossi dipendente.
Francamente alla mia età e da qualche anno, questa cosa inizia a infastidirmi. Vorrei sapere se questa può essere una patologia e chiedervi un parere su come dovrei affrontare la cosa.
Grazie
Ripeto, non è mai stato lo stesso. Il primo ricordo che ho legata a questa cosa è quando da bambino giocavo con un solo pupazzo sul tappeto e simulavo una partita di calcio. Con un pupazzo facevo 22 calciatori! Ora, vorrei dirvi cosa mi succede quando ne ho la mancanza. Non riesco a pensare e a riflettere bene, è come se sentissi una mancanza fisica, come se ne fossi dipendente.
Francamente alla mia età e da qualche anno, questa cosa inizia a infastidirmi. Vorrei sapere se questa può essere una patologia e chiedervi un parere su come dovrei affrontare la cosa.
Grazie
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Gentile utente, non ho ben capito se le sgradevoli sensazioni da assenza dell'oggetto si producono ugualmente fuori casa, o no. Anche qualche altra informazione su di lei sarebbe utile. Ha fratelli e sorelle, o invece ha avuto un'infanzia solitaria? Da bambino giocava con amichetti o no? E adesso vede amici? Ha una ragazza? Ha completato gli studi? Lavora?
Infine una curiosità: come fa a scrivere tenendo il piccolo oggetto con la sinistra, se è mancino? A presto.
Infine una curiosità: come fa a scrivere tenendo il piccolo oggetto con la sinistra, se è mancino? A presto.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa, intanto grazie per la disponibilità e l'attenzione. Aggiungo con piacere le informazioni che mi ha chiesto.
Specifico che quando sono fuori, dormo fuori, sono in viagggio o più semplicemente sono in compagnia, non ne sento assolutamente la mancanza.
Ho un fratello più grande di sei anni, con cui ho uno splendido rapporto. Da bambino ho sempre avuto tanti amici con cui passavo interi pomeriggi a giocare, all'aperto e dentro casa, nonostante di carattere sono sempre stato molto timido, soprattutto nell'età tra gli 11-14 (tanto da non aver foto di quell'età, mi tiravo sempre indietro). Più che alltro, ogni tanto, e tutt'ora, anche se sono in compagnia e molto di compagnia, in alcuni momenti mi assento per pensare, anni fa succedeva di più ora molto meno.
Attualmente sto completando gli studi, per vari motivi ho perso del tempo, ma in questi anni ho lavorato (poco) in ambito giornalistico e mi sono sempre dedicato all'associazionismo.
Infine si, ho una ragazza e stiamo insieme da un anno. Purtroppo vedo meno gli amici per distanza geografica, e perchè Roma, dove vivo ora, è un pù più caotica, ma non posso certo lamentarmi.
Ah, quando scrivo non sento il bisogno dell'oggeto, tra l'altro scrivere è una mia grande passione.
Spero di essere stato più esaustivo ora! Grazie ancora.
Specifico che quando sono fuori, dormo fuori, sono in viagggio o più semplicemente sono in compagnia, non ne sento assolutamente la mancanza.
Ho un fratello più grande di sei anni, con cui ho uno splendido rapporto. Da bambino ho sempre avuto tanti amici con cui passavo interi pomeriggi a giocare, all'aperto e dentro casa, nonostante di carattere sono sempre stato molto timido, soprattutto nell'età tra gli 11-14 (tanto da non aver foto di quell'età, mi tiravo sempre indietro). Più che alltro, ogni tanto, e tutt'ora, anche se sono in compagnia e molto di compagnia, in alcuni momenti mi assento per pensare, anni fa succedeva di più ora molto meno.
Attualmente sto completando gli studi, per vari motivi ho perso del tempo, ma in questi anni ho lavorato (poco) in ambito giornalistico e mi sono sempre dedicato all'associazionismo.
Infine si, ho una ragazza e stiamo insieme da un anno. Purtroppo vedo meno gli amici per distanza geografica, e perchè Roma, dove vivo ora, è un pù più caotica, ma non posso certo lamentarmi.
Ah, quando scrivo non sento il bisogno dell'oggeto, tra l'altro scrivere è una mia grande passione.
Spero di essere stato più esaustivo ora! Grazie ancora.
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Grazie delle informazioni. Mi sembra che confermino la mia impressione che l'oggetto non rappresenti nulla più che un'abitudine innocua. Si dice tra l'altro che la stimolazione delle dita abbia una funzione particolare sulla capacità di concentrazione, tanto che tenere la penna tra le dita sarebbe, per l'attitudine a pensare e a scrivere, molto più stimolante dell'uso del computer; e lei dovrebbe confermare se è vero. In quest'ottica, eviterei di farmi problemi sul suo piccolo oggetto. Non dovrebbe essere diverso dall'abitudine della sigaretta (decisamente più dannosa per la salute) e di quella a masticare gomma (decisamente più indelicata). Se si guarda attorno, vedrà che molte persone hanno delle piccole abitudini rassicuranti; nei paesi orientali gli anziani fanno continuamente scorrere tra le dita i grani di un rosario d'ambra, e da noi si vendono oggetti di plastica morbida da schiacciare tra le dita definiti "antistress". Niente di allarmante, se non diventano rituali dei quali non si può fare a meno. Si goda dunque il suo oggettino senza problemi... e scriva delle belle cose. Auguri!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 26/01/2018.
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