Rabbia e smarrimento

Da diverso tempo ho perso interesse verso tutte quelle attività che prima erano fulcro e parte integrante della mia quotidianità (disegno, illustrazione, scrittura e attività ludiche analogiche e digitali). Le volte che provo ad "impormi" di svolgere una di queste attività beh, dopo pochi minuti mi annoio e smetto subito dopo, frustrato, amareggiato e arrabbiato. Riguardando vecchi lavori svolti da una parte provo disgusto reputando il tutto grezzo e orrendo mentre dall'altra parte, incredulo, mi chiedo come possa io aver prodotto lavori simili (ho riletto dei miei vecchi fumetti e ho riso, riso e riso ancora chiedendomi invano dove fosse/sia finito quel vecchio giovane me). Ho una compagna da tantissimi anni e con la qualche qualche tempo fa mi sono sposato e che, giustamente, inizia a sentire forte e chiaro il richiamo della maternità. Io invece mi sento ogni giorno più irritabile, instabile e pronto ad esplodere. Ho una soglia di sopportazione dell'imprevisto (un fornello che non si accende al primo colpo, il pc che si impalla o la moglie che mi chiama dall'altra stanza mentre sto anche semplicemente soffiandomi il naso) ai minimi termini e tendo a "scattare" con un nonnulla. Quando per strada vedo una persona sorridere e/o divertirsi vorrei strappargli semplicemente la faccia e spaccare tutto quello che mi sta attorno, fermandomi solo dopo aver distrutto tutto o dopo essere crollato a terra sfinito. Mi sento vuoto e al contempo pieno di rabbia, odio e invidia al punto da soffocare. Secondo la mia amata è questo che mi blocca dal volere un figlio ed in effetti non posso darle eccessivamente torto ma ho paura che un bambino non mi farebbe sentire meglio ma accrescerebbe in me invece questo malessere, questa sensazione di non avere tempo per me (anche se il tempo c'è e lo trovo molto spesso, ma non riesco a trarne alcun beneficio/ energia positiva). Abbiamo provato a staccare e siamo andati una settimana in vacanza e sono stato leggermente meglio ma finita la vacanza tutto è tornato esattamente al punto di partenza.
Una delle sensazioni più forti che ho è quella di essermi perso e di non sapere più trovare la via di casa.
Vi ringrazio anticipatamente!
Perdonate eventuali errori/orrori grammaticali ma ho scritto di getto...
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149 11
Gentile utente, mi domando se nella sua vita ora , si trova in una situazione lavorativa, affettiva in cui non è molto contento di stare.. anche l'idea di diventare padre , con tutto l'impegno, l'amore e la responsabilità del caso , forse le sembra impegnativa e splendida , fin troppo , non si ha sempre voglia di impegnarsi , ed a volte ogni cosa sembra più diffcile di quanto non sia.. credo che , dovreste parlarvi davvero , forse aspettare un pò è possibile e opportuno.. Poi , le piace il suo lavoro, perchè disegnare , è piacevole, ma forse quel tempo è passato e non piace essere costretti a crescere , di colpo.. come lavoro , cosa fa , cosa fa della sua vita insomma, giocare essere creativi è splendido , poi è chiaro che bisogna fare altro per campare.. Insomma , calma ,Lei ha 30 anni , non si deve sentire incalzato, ha il tempo per pensarci, scegliere, riflettere.. Ci parli di Lei , del simpatico ragazzo che mi pare sia stato, dei suoi sogni , dei suoi progetti ed anche delle difficoltà che le tocca forse affrontare.. no, il treno non ha ancora fischiato.. Restiamo in ascolto, con auguri ed empatia..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Buongiorno e grazie davvero per la sua risposta che, nei limiti del possibile (e del mio attuale stato) mi ha dato un minimo da pensare… Per tentare di essere il più “preciso” possibile vedrò di rispondere per punti:
1) No, certamente il mio tasso di contentezza lavorativa non è molto alto. Dal lunedì al venerdì mi sveglio costantemente tra le 6 e le 6.30 quando la sveglia è invece puntata alle 7 (questo accade sempre e costantemente, che io la sera prima mi sia coricato alle 22, alle 23 oppure come stanotte sia andato a letto dopo l’una) e quasi sempre ad accompagnarmi c’è un mal di stomaco/pancia più o meno intenso. Lavoro poi principalmente da solo, i miei titolari hanno spostato l’azienda a Milano e per non trasferirmi mi hanno sistemato in uno stabile della società dove a farmi compagnia c’è un guardiano, qualche pantegana e molti piccioni (c’è qualche volta anche altro collega che si occupa di mantenere in vita quel che rimane del vecchio impianto/stabile). Dei giorni sono relativamente in balia di me stesso, non ho grosse modifiche da fare e i pochi lavori che mi vengono affidati cerco di svolgere in modo che mi riempiano la giornata. Saltuariamente provo a seguire dei corsi/tutorial sul web per migliorare/accrescere le mie conoscenze/competente ma ciò mi comporta molta molta fatica senza trarre soddisfazione una volta ottenuto un minimo risultato;
2) In realtà 1,5. Affettivamente parlando se escludiamo moglie e parenti stretti (genitori, fratello etc etc) non ho granché amici se non qualche conoscente cui fidarmi/confidarmi relativamente ed è una cosa di cui a volte mi pento/rimprovero, il non aver mai avuto/trovato la forza/volontà sufficiente di mantenere amicizie che potessero “reggere” la crescita. Gli amici delle medie sono nati il primo giorno di scuola e sono morti l’ultimo, lo stesso dicasi per quelli delle superiori e così via… Quella santa donna che mio ha sopportato per lunghi anni e che poi alla fine mi ha pure sposato fa davvero quel che può, dei giorni capisce i miei silenzi, le mie difficoltà e la mia poca voglia di fare qualsiasi cosa e dei giorni s’arrabbia e ci troviamo a litigare, giustamente oserei dire. Ha ragione ad essere arrabbiata, non fa ciò che le piace/cosa per cui ha studiato ed è circondata da amiche/conoscenti anche più giovani con almeno un figlio all’attivo e/o comunque in dirittura d’arrivo. Dei giorni guardandola negli occhi mi rendo conto che si sta in parte spegnendo, adagiando e appassendo e non posso che sentirmi grandemente in colpa. Il moto d’orgoglio che nasce in me però muore con la stessa rapidità con cui è emerso e il più delle volte mi trovo a pensare che forse se non ci fossi, non esistessi o avessi il coraggio di farmi da parte le farei solo che un bene. Poi il momento passa, arriva una foto via whatsapp della nipotina e il sole illumina la giornata, purtroppo però il più delle volte è la quiete prima dell’ennesima tempesta, quel momento in cui la nebbia si apre prima di richiudersi più opaca che mai;
3) Per la questione disegno beh, di lavoro non faccio proprio quello (in gioventù per qualche tempo ho timidamente sognato di disegnare fumetti ma lentamente, nel corso degli anni, ho allentato la presa tant’è che adesso a stento saprei dare senso a più di 2 vignette consecutive. Già solo un paio d’anni fa invece riuscivo a buttare giù anche diverse pagine) ma diciamo che perdere in creatività è l’equivalente del perdere la vista per un cecchino o l’uso delle mani per un pianista. L’altro giorno, approfittando del tenere d’occhio la nipote che disegnava ho colto al balzo l’occasione per concedermi qualche attimo creativo ed ho provato a mettermi a disegnare anch’io… è stato drammatico rendermi conto che davanti al foglio bianco non solo non avevo più nulla da disegnare ma anzi, alla terza pennellata mi sono rifugiato in bagno annoiato e ho ingannato il tempo spulciando il sito della gazzetta. Quando non disegnavo solitamente scrivevo soggetti e/o racconti da disegnare successivamente (oppure illustrare semplicemente), creavo mondi e universi di carta e ora riesco a stento a scrivere righe e righe su come io stia, su cosa senta etc etc… Guardo le pile di album di carta costosa, i pennarelli, i pastelli e tutta una serie di strumenti creativi (il sogno erotico di un qualsiasi disegnatore squattrinato) e mi chiedo a cosa mi servano e perché io li abbia acquistati (se non probabilmente per assicurare le vacanze estive al negoziante di belle arti). Ho una tavoletta grafica a casa e una a lavoro che sono i poggiapolsi più costosi che io abbia mai avuto. Qualche volta, sfogliando i vecchi disegni mi chiedo davvero dove sia finito quel me stesso che considerava sprecato ogni istante passato senza una matita in mano e mi pare davvero impossibile anche solo pensare sia una fase della crescita e che adesso basta, ci sarà dell’altro.
Questo “declino”, chiamiamolo così, è iniziato da qualche anno (3 e mezzo, volendo dargli una stima precisa) e non c’entra molto, almeno per la parte iniziale, col mio lavoro attuale ( un anno e qualche mese). Ho iniziato a disegnare sempre meno, minuti. Con sempre meno interesse e sempre più difficoltà nel creare cose nuove. Ho provato a cambiare tecniche (dal digitale ho provato a tornare al disegno “analogico”), a ripercorrere le basi del disegno e ad un certo punto, per auto-stuzzicare il mio interesse ho provato anche a ritrarre attrici erotiche e pornostar. Sono riuscito a mantenere viva la fiamma per qualche tempo e, abbandonando poi i disegni erotici, ho mantenuto a livelli dignitosi la creatività (pasticciando con diverse tecniche artistiche e creando qualche gadget in legno) salvo poi tornare nel baratro del sempre meno sempre meno sempre meno. Forse come dice lei può anche essere crescita (parlo anche per il fronte videogiochi) ma ho da poco superato i trent’anni e a forza di mollare questo e quest’altro non ho che casa, lavoro, faccende domestiche, evitare lavori spiacevoli e/o rimandare a data da destinarsi lavori promessi alla mia dolce metà e che poi non faccio mai perché mi è più comodo passare la vita a colpi di mezz’ora seduto sulla tavoletta del cesso “stronzeggiando” tra un social network e l’altro. Proverò ad impormi di uscire più spesso per fare quattro passi, magari servirà a qualcosa o forse no. Io per il momento sento che se guardo indietro vedo un io che non riconosco più, se guardo avanti non vedo nulla perché del doman non v’è certezza (e non ho mai pensato al mio futuro se non nell’immediato) e se mi soffermo al presente vedo una persona che il venerdì sera ringrazia Dio d’essere arrivata viva alla fine della settimana lavorativa e già la domenica mattina deve sforzarsi di non pensare che domani è lunedì. Il me del presente ogni 3x2 non pensa a rimboccarsi le maniche perché non potrà piovere per sempre ma si inebetisce fantasticando su come forse sarebbe meglio farla finita. Per assurdo ed estremizzando all’inverosimile il mio io attuale se buca una gomma dell’auto o sporca il piano del gas della cucina, di fronte al bonario rimprovero della moglie non pensa < Ok, la prossima volta che faccio il caffè ci stò attento invece che andare in studio ad ascoltarmi l’ultima canzone degli Iron Maiden> ma < Ecco, coglione che non sei altro vedi? Gran pezzo di stronzo ma quand’è che troverai il coraggio di buttarti giù per il fosso e liberarla dalla tua rincoglionitaggine?>. E’ un modo di ragionare stupido e mi creda, non lo farei mai (togliermi la vita intendo, sul lasciare che il caffè venga “su” a sporcare il piano cottura purtroppo non poso affatto garantire). Primo perché so che lascerei un vuoto incolmabile nei miei cari, non solo affettivo. Condannarli ad una vita di domande e rimorsi era, sarebbe ed è intollerabile anche per il me depresso, svogliato e apatico di oggi e secondo beh, ipotizzando che esista una vita dopo la morte (reincarnazione o inferno che sia) sicuramente starei sicuramente peggio…
Ho sproloquiato come il mio solito e avrò risposto forse a meno domande di quelle che c’erano e servivano e avrò scritto le solite sciocchezze sgrammaticamente corrette etc etc (spero non ci siano docenti di italiano in questo sito perché poi potrei averli sulla coscienza)…
La ringrazio infinitamente per la lettura!